Se sei curioso, entusiasta, appassionato, coraggioso (perché le sfide fanno per te) e hai una gran voglia di imparare, una piccola impresa è quello che stai cercando. “Diventare grandi nelle piccole imprese” è possibile. Anzi, è un’esperienza che sempre più giovani provano e consigliano ai loro coetanei. E tutti hanno lo stesso obiettivo: in quell’azienda, quella che li ha accolti e che sta investendo su di loro, vogliono restarci.
Oggi, la quarta puntata del viaggio di Confartigianato Imprese Varese ci porta nell’impresa Sullalbero Srl di Fagnano Olona. Leader nella progettazione e realizzazione di case e terrazze in legno sugli alberi, ma anche di spazi ricavati tra i rami secolari, questa realtà utilizza le tecniche e i materiali della bioarchitettura per fare vivere a grandi e piccini esperienze uniche. Con il titolare Davide Torreggiani incontriamo Emanuele Boggio (26 anni) e Camilla Magri (28 anni).
FACCIO COSE CHE NON SAPEVO FARE, E QUESTO MI DA' LA SPINTA GIUSTA
Emanuele Boggio ha studiato Economia, laurea triennale, all’Università Cattolica di Milano. Vive a Gorgonzola, in provincia di Milano, e si è presentato a Sullalbero Srl dopo tante, e diverse, esperienze lavorative: commerciale in un’azienda no-profit, business developer in un’attività di realtà aumentata, libero professionista – con Partita Iva – nel campo dello sviluppo web, strategie marketing e comunicazione. Poi, nel 2022, si accorge di «non essere felice: lavorare dietro ad un PC non faceva per me». E allora? Allora scopre il burn-out (stress cronico e persistente associato al contesto lavorativo), scopre di voler vivere e lavorare in spazi aperti e scopre, infine, di dovesi prendere una pausa: in Nuova Zelanda. Dove si ferma quattro mesi lavorando nelle fattorie. E lì scocca la scintilla: «In quegli spazi immensi mi immagino imprenditore a capo di un villaggio di case sugli alberi». Però, per farlo, deve imparare a progettare e a costruire. E così si presenta a Davide Torreggiani: «Comincio da zero perché di falegnameria e carpenteria non so niente – ci racconta Emanuele Boggio – ma una casa in legno la voglio fare. E allora si parte dalla “palestra”: prima le manutenzioni (che mi permettono di affrontare e risolvere problemi sempre diversi) e poi la realizzazione. D’altronde, si cresce solo se parti dalle basi. E se sai ascoltare e osservare: l’affiancamento di Davide Torreggiani e delle altre figure presenti in azienda è fondamentale». Però, tutto aiuta la causa: «E’ vero, anche una martellata sul dito». Ora Emanuele è soddisfatto perché misura e taglia, assembla e compone e, aggiunge, «fare cose alle quali non sei abituato ti dà la spinta giusta». Perché il sogno del villaggio lo aspetta: «Forse tra cinque o dieci anni, però non mollo».
LO SO CHE ESAGERO, MA QUI MI SENTO INDISPENSABILE
Camilla Magri è nata a bologna, ha vissuto a Roma (dove ha lavorato come scenografa cinematografica e
assistente d’arredamento) e ora abita a Varese. E dice: «Sono sempre stata appassionata al mondo delle costruzioni e, proprio a Roma, spesso mi fermavo in laboratorio. Per una donna, però, era quasi impossibile percorrere quella strada. Poi, mi sono sempre dedicata alle biocostruzioni con il bambù: insomma, non ero completamente a digiuno». Così, ecco l’occasione della sua vita: «Costruire le case sugli alberi è sempre stato un mio sogno, ed è per questo che ho ottenuto l’abilitazione con “Modulo B” per lavori in quota. Davide Torreggiani ha avuto fiducia in me, ha capito chi sono, e ora mi accorgo di avere fatto la scelta giusta. Anzi, non farei nient’altro che questo». Cosa ha imparato? «A lavorare in sicurezza e a vivere un rapporto intenso tra un albero e la costruzione che dovrà ospitare. Però, voglio fare sempre di più, acquisire nuove tecniche, magari andare all’estero e conoscere cose nuove. Tra cinque anni non so dove potrò mai essere». Per ora, il lavoro nell’azienda Sullalbero Srl le ha aperto le porte di un mondo che è tutto da scoprire. Ogni giorno. Perché non di solo lavoro si tratta: «Il bello di questa realtà sono anche i rapporti umani: è un “tu per tu” continuo, ci si aiuta, ci si parla, ci si confronta continuamente. Potrei dire, esagerando, che mi sento indispensabile».
TEMPO, PAZIENZA E PASSIONE. MA TENERSI I GIOVANI E' SEMPRE PIU' DIFFICILE
Davide Torreggiani crede nei giovani tanto quanto crede negli alberi: senza questi due la sua impresa non avrebbe un futuro. Ed è per questo che «in quest’azienda ci sono persone con caratteristiche ed esperienze diverse. I giovani, però, crescono con le mani sul legno: li “modello” segue i valori che ho posto alla base di questa impresa e le tecniche della Scuola dei costruttori di case sull’albero. Poi, corsi di formazione di tree climbing e quelli della Scuola altoatesina per apprendere le tecniche più innovative». Giovani in azienda? «A bussare alla mia porta sono sempre meno, e pochissimi sono i ragazzi e le ragazze veramente appassionati. Le scuole per falegnami si contano sulle dita di una mano e le liste d’attesa per avere un giovane sono lunghissime. Così, per dare ai giovani la bravura che serve devi lavorare sul tempo, sulla pazienza, sulla passione. E sì, anche sui salari. Tenerseli stretti? Non puoi farlo, e quindi diventa sempre più strategico intrecciare le esperienze e le competenze dei senior con la voglia di imparare delle nuove generazioni». La ricerca di Davide Torreggiani è continua: «Abbiamo lanciato diverse campagne di recruiting su piattaforme, quotidiani online, pubblicazioni specialistiche ma i risultati sono stati scarsi. Eppure, questo nostro lavoro è affascinante e, per di più, ti permette di girare l’Italia: in questi ultimi tempi siamo stati a Capri, Lerici, in Valle d’Aosta. Non è poco, no?».