Energia e materie prime, la tempesta perfetta dei rincari. Conseguenze e soluzioni
È attorno alla tempesta perfetta dei rincari di energia e materie prime che ha ruotato l’analisi del consiglio provinciale di Confartigianato Varese: un’occasione di riflessione, confronto e responsabilizzazione rispetto alle conseguenze che il cocktail di rincari sta generando sull’economico locale.
È attorno alla tempesta perfetta dei rincari di energia e materie prime che ha ruotato l’analisi del consiglio provinciale di Confartigianato Varese: un’occasione di riflessione, confronto e responsabilizzazione rispetto alle conseguenze che il cocktail di rincari sta generando sull’economico locale.
Due gli esperti chiamati a chiarire i contorni del fenomeno: Federico Caniato, docente di gestione delle supply chain al Politecnico di Milano ed Emanuele Pizzurno, ricercatore alla Scuola di Ingegneria Industriale della LIUC – Università Cattaneo.
MATERIE PRIME
Le cause della fiammata (fine emergenza 2023?): ripresa di ordini e produzione post pandemia; aumento accelerato della domanda; approccio conservativo dei Paesi possessori di materie prime (il caso-Cina); tensioni geopolitiche; problemi legati alla logistica; dinamiche di natura speculativa; scarsa fluidità del mercato; transizione energetica.
Cambiamenti temporanei – cambiamenti permanenti: se alcuni dei fattori che impattano sull’emergenza materie prime tra non molto verranno meno, con altri sarà necessario convivere.
Cambiamenti permanenti
- Speculazione: molte materie prime sono quotate sulle borse merci internazionali e questo ne fa oggetto di speculazione finanziaria
- Transizione ecologica: cambiando modalità di produrre energia e di immagazzinarla, per ridurre l’impatto ambientale dei processi, è necessario possedere i materiali idonei a farlo. E questi materiali saranno sempre più difficili da reperire (è il caso del litio, introvabile dopo la rivoluzione digitale)
Cambiamenti temporanei
- Sbilanciamento tra domanda e offerta tipico dell’economia reale: oscillante
- Difficoltà connesse alla logistica che, tra navi incagliate, autisti difficili da trovare, container complessi da muovere perché troppo grandi o fermi chissà dove, rallenta i trasferimenti di materie prime e fa alzare i prezzi (nonostante un recentissimo segno meno, la rotta Shangai-Rotterdam nell’ultimo anno è cresciuta del 500%, la Shangai-Genova del 380%: a soffrire sono soprattutto le tratte europee)
Soluzioni:
- Utilizzare in modo efficace e puntuale dei fondi destinati dal Pnrr al capitolo transizione attraverso l’avvio di processi di cambiamento sostenibile
- Trasferire il maggior prezzo al cliente finale per non uccidere la marginalità. Difficile, ma le condizioni ci sono: gli aumenti generalizzati sono sotto gli occhi di tutti.
- Imparare a convivere con l’incertezza, sfruttando i fondi in arrivo dal Pnrr (occasione irripetibile), attrezzandosi per diversificare i clienti e le forniture, riducendo la dipendenza da singoli Paesi, e mettendo a valore la creatività e la flessibilità delle piccole e medie imprese.
ENERGIA
Il trend delle commodities energetiche – il prezzo unico nazionale dell’energia elettrica a novembre 2021 - è quattro volte il livello di un anno fa e le recenti stime di Terna indicano «un aumento del costo della bolletta elettrica da circa 40 a 80 miliardi di euro su base annua».
Conseguenze: ciascun componente della filiera subirà un rincaro. La minore sofferenza delle Pmi dipende da quanto si riuscirà a scaricare sul fondo, ovvero sul mercato finale.
Soluzioni:
- Spostamento degli oneri di sistema sulla fiscalità generale che oggi pesano dal 30 al 40% sul costo finale (palliativo con impatto a corto raggio, perché si tratta solo di una redistribuzione).
- Politica energetica nazionale che renda certi gli iter autorizzativi per gli operatori del mercato delle rinnovabili così da avviare nuovi impianti, incrementare l’offerta e ridurre i prezzi (attenzione al fattore Nimby, Not In My Back Yard). Il contributo delle energie alternative è importante, lo sarà sempre di più ed è inevitabile. La scadenza del 2030 è vicina e siamo in presenza di tecnologie sempre più affidabili, che costano meno di qualche anno fa, sono poco soggette alle fluttuazioni geopolitiche, e non sono sottoposte ai costi extra legati all’emission trading.
- Azione diretta delle imprese per il contenimento dei propri consumi
- revisione dei processi energivori (fondamentale un audit energetico preliminare)
- introduzione motori elettrici
- gestione sostenibile dell’illuminazione
- coibentazione degli interni
- installazione pannelli fotovoltaici per l’autoproduzione dell’energia
- contratti negoziati a lunga scadenza
- impiego degli incentivi (es. ecobonus) per il miglioramento dell’impatto energetico
LE ALTRE ENERGIE
Nucleare: la Francia ha avviato una politica di sviluppo delle centrali, la Svizzera ne possiede. È una riflessione da riaprire.
Idrogeno: soluzione interessante ma deve essere verde altrimenti si andrà sempre a cadere nel greenwashing che nessuno, da qui ai prossimi anni, si potrà permettere.