Energia e gas, segnali di cedimento dei prezzi, ma la strada è ancora lunga

Gli aumenti del prezzo dell’energia sono dovuti alla particolare condizione in cui si trova l’Europa: le riserve di gas naturale sono scarse, in una fase in cui i consumi stanno aumentando significativamente sia per l’arrivo della stagione fredda sia per la ripresa della produzione industriale

Caro energia e gas

Dopo l'impennata dei prezzi energia e gas, si registra finalmente qualche segnale di cedimento.

Nelle scorse settimane i prezzi all'ingrosso per le forniture a prezzo fisso 2022 si attestavano, per l'energia elettrica tra i 130 e 140 €/MWh, e per il gas metano tra i 55 e i 60 centesimi al metro cubo. Il 6 ottobre si era addirittura raggiunto un picco di oltre 187 €/MWh per l’energia e di oltre 80 centesimi al metro cubo per il gas. Se si guarda il breve termine, nel mese di ottobre il PUN medio si è attestato a 217 €/MWh (energia), mentre il PSV (gas) a 90 centesimi per metro cubo.

Valori doppi o tripli rispetto a quelli che si verificano in tempi “normali”, dove i prezzi oscillano tra i 50 e gli 80 €/MWh per l’energia e tra i 20 e i 30 centesimi al metro cubo per il metano.

ALTI CONSUMI, SCARSE RISERVE

Caro energia e gas

Gli aumenti del prezzo dell’energia sono dovuti alla particolare condizione in cui si trova l’Europa ormai da alcune settimane: le riserve di gas naturale sono scarse, in una fase in cui i consumi stanno aumentando significativamente sia per l’arrivo della stagione fredda sia per la ripresa della produzione industriale, dopo i periodi più difficili della pandemia da coronavirus. Questa scarsità influenza anche il prezzo dell’energia elettrica infatti, ad esempio, in Italia circa metà della produzione elettrica dipende dal gas.

Ebbene, giovedì 28 ottobre il presidente Russo Vladimir Putin ha annunciato l’aumento delle esportazioni verso l'Europa, a partire da novembre. Questo parrebbe aver dato fiato alle quotazioni che hanno cominciato a dare qualche debole segnale di cedimento.

LO SFORZO DEL CENPI

Difficile immaginare che si tratti di una vera e propria inversione di tendenza (che in realtà è prevista nei primi mesi del 2022), ma di certo era un segnale atteso: la permanenza di prezzi doppi o tripli rispetto quelli storici non è ritenuta sostenibile troppo a lungo, non solo per l'Italia, ma anche per tutta l’Europa, dove le fluttuazioni delle quotazioni sono analoghe. Per il 2022 è quasi impossibile non subire in bolletta le conseguenze dell’aumento delle quotazioni mondiali delle commodities, soprattutto se nel 2021 si stava godendo di un prezzo fisso, come nel caso dei clienti CEnPI. Di certo è possibile mitigare gli effetti con una corretta strategia di acquisto, senza farsi prendere dal panico o cadere nelle possibili trappole di prezzi fissati nel momento sbagliato.