I dati in azienda migliorano efficienza e competitività: la guida pratica
Grazie a un approccio data driven si riesce a scongiurare il rischio della vaghezza e a fornire quadri interpretativi della realtà organizzativa, fondati su misure sempre più precise

L'analisi dei dati è diventata un elemento chiave per la gestione aziendale moderna, offrendo strumenti preziosi per migliorare la misurazione e la condivisione delle informazioni. Massimo Neri, professore ordinario di Modelli e Strategie di Data Governance e presidente del corso di laurea in Analisi dei Dati per l’Impresa e la Finanza dell’Università di Modena e Reggio Emilia, illustra le nuove opportunità offerte da un approccio "data driven" e l'importanza di una corretta data governance e di un efficace data management. «Sfruttare al meglio le potenzialità dei dati aiuta a migliorare la competitività e l'efficienza aziendale».
APPROCCIO DATA DRIVEN
«Grazie a un approccio data driven si riesce a scongiurare il rischio della vaghezza e a fornire quadri interpretativi della realtà organizzativa, fondati su misure sempre più precise. Chiaro che la “misurazione” non è un fatto nuovo e che le imprese da sempre raccolgono dati» sottolinea il docente. Secondo Neri, ci sono però almeno due evidenti novità rispetto al passato:
- La potenza degli algoritmi, da un lato, e la grande disponibilità di dati (big data), dall’altra, ci consentono, oggi, di ampliare notevolmente il ventaglio delle possibilità di misurazione, che può avvenire in tempo reale.
- L’altra grande opportunità, a proposito di “tempo reale”, riguarda la condivisione dei quadri informativi che i dati incessantemente alimentano. I dati aziendali possono essere selettivamente condivisi, all’interno e all’esterno dei confini organizzativi, con assoluta immediatezza. Il divario temporale, quindi, tra il momento della produzione del dato e la sua condivisione con i vari interlocutori interessati, si va sempre più assottigliando, fino, in certi casi, ad annullarsi del tutto.
DATI FINANZIARI ED ECONOMICO-PATRIMONIALI

Ciascuna organizzazione ha peculiari necessità conoscitive e altrettanto specifiche attese nei confronti di ciò che potrà e vorrà fare con i dati. «I dati finanziari ed economico-patrimoniali sono quelli che continuano ad attirare maggiormente l’attenzione delle imprese – evidenzia ancora il professore - Si tratta di dati che soddisfano un’ampia platea di stakeholder (azionisti, investitori, istituzioni) e, proprio per questo, si pone in generale molta enfasi su questo patrimonio informativo. Questo riguarda anche le Pmi: leggevo in una recente pubblicazione (a livello internazionale) che tra gli ambiti di ricerca più ‘battuti’ nello studio di Data Analytics e Pmi c’è proprio quello che riguarda rendicontazione rivolta a potenziali investitori».
HR ANALYTICS: IL RUOLO DEI DATI NELLE RISORSE UMANE
Altro ambito riguarda le HR Analytics, e cioè il fronte delle risorse umane. «Sono sempre più numerose le imprese (spesso di grandi dimensioni) che si dotano di processi di gestione dei dati appositamente studiati per il governo delle relazioni di lavoro: il reclutamento, la selezione, la pianificazione delle carriere, la valutazione delle performance, sono sempre più data driven» spiega ancora Neri.
UNA CORRETTA DATA GOVERNANCE E DATA MANAGEMENT

Oggi gli strumenti a disposizione delle aziende per gestire e analizzare i dati sono innumerevoli.
«Le imprese che intendono mettere a frutto le potenzialità dei dati devono dotarsi, prima di tutto, di un quadro chiaro di data governance e di data management, senza correre il rischio di confondere i due piani» chiarisce il professore. Ma cosa si intende per data governance e data management?
- La data governance sintetizza la strategia dell’azienda rispetto ai dati. Risponde alla domanda: cosa ho intenzione di farci con i dati? In che modo i dati mi permetteranno la creazione di valore?
- Il data management, dal canto suo, riguarda la sfera operativa. Risponde alla domanda: come faccio, nel concreto, giorno per giorno, a realizzare gli obiettivi che mi sono prefissato con la strategia di data governance?
GESTIONE DEL CICLO DI VITA DEI DATI
In questo ambito, fa presente ancora il docente, «la preoccupazione principale è quella di dotarsi di opportuni strumenti, processi e competenze per gestire quello che si chiama in gergo “ciclo di vita dei dati”. L’impresa, insomma, deve usare questo strumento per presidiare efficacemente l’intera “filiera” dei dati: dalla raccolta, alla manutenzione, fino alle decisioni che riguardano la loro cancellazione o conservazione».
QUALCHE CONSIGLIO PRATICO

L’analisi e l’utilizzo dei dati è un campo delicato ed ampio. Come si può avvicinare una piccola impresa a questo ambito. Il professor Massimo Neri dà alcuni spunti:
- Il primo suggerimento è quello di non guardare con diffidenza alle potenzialità che possono realizzarsi attraverso un’accurata gestione dei dati. La data governance, così come il data management, non è uno strumento utile solo per le imprese più grandi e strutturate. Al contrario, laddove l’informalità di certi processi è più pervasiva, occorre avere dei punti di riferimento conoscitivi chiari e solidi. In questo senso, i dati possono dare un aiuto enorme.
- Il secondo suggerimento riguarda il coraggio di investire. Gli investimenti per ottenere gli strumenti e le competenze necessarie, all’inizio possono scoraggiare, ma si tratta di costi che, con accurate scelte gestionali, possono assolutamente essere capitalizzati. La gestione dei dati richiede abilità inedite, che non sempre è semplice reperire sul mercato del lavoro. In questo senso, è necessario che la stessa gestione delle HR sia fortemente indirizzata all’individuazione di talenti con competenze trasversali, che in futuro, si declineranno sempre più in un know how tangente al (rintracciabile nel) perimetro della data science. Processi di reclutamento e selezione lungimiranti, dunque, sono quelli che puntano al reperimento di personale con queste attitudini.
- Il terzo suggerimento è quello di non pensare, erroneamente, che i dati siano un’attività marginale o che sta, in ogni caso, “a lato” dei processi aziendali caratteristici. I dati sono ovunque e ovunque vanno raccolti. Per fare questo, le competenze e gli strumenti destinati al data management devono essere diffusamente allocati in tutta l’organizzazione.
- Quarto suggerimento: avere le idee chiare. Un’azienda, e dunque anche una PMI, produrrà conoscenza sui fenomeni di interesse, nella misura in cui sarà in grado di capire quali sono esattamente le sue esigenze conoscitive. Insomma, i dati sono importanti ma saranno veramente utili quanto più avremo le idee chiare su cosa stiamo cercando di capire per il loro tramite. Annarita Cacciamani