Inventa e organizza: chi impara a pianificare ha una marcia in più sul mercato

«Quando si trova una soluzione interessante, va inserita in un processo organizzativo definito che, quando servirà eventualmente di nuovo, sarà pronto ex ante». Per aumentare la produttività le Pmi devono agire su due leve: l’investimento in tecnologie e nelle competenze interne

Produttività

Il pezzetto di carta dove segnare le misure di un pezzo da produrre al volo per il singolo cliente non basta più. Se il just in time, ovvero la produzione di ciò che è stato già venduto o che si prevede di vendere in tempi brevi, senza quindi riempire il magazzino in attesa di un compratore, può essere una filosofia industriale di successo, per le Piccole medie imprese serve un ulteriore salto di qualità.

NO AL JUST IN TIME

Lo sostiene Carlo Altomonte, professore di Economia europea dell’università Bocconi di Milano: «La mancanza di un metodo di produzione – afferma il docente – è uno dei principali errori commessi dalle Pmi. Spesso e volentieri, infatti, si produce just in time, come e quando arriva un ordine, cercando soluzioni immediate che, poi, non vengono catalogate».
Il che non sempre è per forza qualcosa di negativo. Sempre che certe storture di questo sistema non diventino strutturali: «Le Pmi devono avere la forza, la capacità e trovare il tempo – aggiunge – affinché quando si trova una soluzione interessante, la si inserisca in un processo organizzativo definito che, quando servirà eventualmente di nuovo, sarà pronto ex ante».
Un esempio: «Quando si prendono le misure per un nuovo mobile ordinato, può capitare che per la fretta della produzione, si prenda nota di tutto su un pezzo di carta oppure su un file, cosicché, poi, si rischia di perdere tutto. Al contrario, le accortezze e le soluzioni trovate, andrebbero schematizzate e inserite in un processo che metta a sistema tutte queste conoscenze. Altrimenti restano eventi singoli di un processo produttivo di cui si perderà la sistematicità. Il rischio, quindi, è quello di ripetere inefficienze, errori oppure di rifare la stessa cosa due volte, dovendo ripartire da zero». Invece, conservando la memoria storica di quanto si è prodotto, «si può guadagnare fino al 30% di costi e tempo».

PAROLA D'ORDINE: PRODUTTIVITÀ

Produttività

In una parola: si crea produttività. «Per aumentarla – dice ancora Altomonte – le Pmi devono agire su due leve: l’investimento in tecnologie e nelle competenze interne del capitale umano.  Paradossalmente ciò è già avvenuto col Covid, perché le aziende sono state obbligate a chiedere ai dipendenti di lavorare a distanza. Inoltre la pandemia ha fatto emergere dei possibili efficientamenti, oppure dei coni di bottiglia o delle ridondanze, che sono state aggiustate. Ora questo patrimonio deve essere conservato anche oltre la crisi che, pur nel suo dramma, ha permesso di scovare delle opportunità».

Carlo Altomonte, inoltre, essendo stato nominato da poco consigliere del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta nel gruppo di advisory su come declinare il Piano nazionale di ripresa e resilienza per la Pubblica amministrazione, si trova chiaramente in un osservatorio privilegiato per dare anche qualche suggerimento alle Pmi su questo tema cruciale per il rilancio: «Innanzitutto le Pmi saranno sicuramente beneficiarie del Piano – afferma ancora il professore universitario – perché sono state messe sul campo una serie di semplificazioni procedurali, amministrative e ambientali, che snelliscono di molto il processo di investimento. Inoltre ci saranno una serie di investimenti pubblici, a cui ne seguiranno di privati, su cui le Pmi potranno agganciare il treno nella fornitura e sub-fornitura nel comparto ambientale, ma anche nelle grandi infrastrutture. Si stima che il Pnrr genererà una crescita del 2-3% annua nei prossimi anni e, quindi, per le Pmi si tratta di un’opportunità enorme. Ma dovranno essere in grado di lavorare nel migliorare la qualità e la tempistica del processo produttivo».

 

APPROFONDISCI