Mensa e centro servizi: un anno dopo che fine hanno fatto?

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Il sindaco di Busto Arsizio, Emanuele Antonelli, l’aveva annunciato nel mese di marzo 2017: «Il centro cottura con mensa nella zona industriale di Sacconago si farà». La decisione arrivava all’indomani dei risultati di un questionario distribuito tra le imprese dell’area, sempre più convinte della necessità di un luogo dove garantire ai propri collaboratori la distribuzione di piatti caldi a prezzi contenuti. L’amministrazione comunale lanciava, nello stesso tempo, la proposta di un project financing in grado di sostenere le spese per una struttura di 2.500 metri quadrati occupata per il 70% da un centro cottura e, per il resto, da una mensa self-service e un ristorante con servizio al tavolo.

Da allora è passato più di un anno e gli imprenditori sono in attesa. Davide Crespi, titolare della Crespi & Banqueting con sede nella zona industriale di Sacconago, è un nome che gli imprenditori citano spesso per serietà e competenza. E come papabile candidato a cui affidare proprio il servizio di ristorazione. Ed è proprio l’imprenditore a prendere la parola: «Nove mesi fa ho incontrato alcuni tecnici del Comune di Busto Arsizio perché volevano parlarmi della zona adibita alla struttura mensa. Poi basta: tutto è rimasto così come è. Da quanto mi ricordo, il costo per l’operazione si aggirava intorno ai due milioni di euro (ovvio pensare che un privato non si possa accollare un impegno del genere) e il centro cottura avrebbe dovuto servire anche le scuole e gli ospedali del territorio di Busto».

Un punto critico, questo, sul quale le imprese non sono d’accordo: «Il flusso esagerato di persone non agevolerebbe la zona – ci dicono - Meglio pensare ad una mensa che sia ad uso esclusivo degli imprenditori e dei loro dipendenti». Insomma, dalla questione non se ne esce: da un lato per i costi (insostenibili) e dall’altro perché un’area industriale, dove transitano mezzi pesanti e il movimento di mezzi leggeri anche all’interno del perimetro è costante, deve garantire la massima sicurezza. Aprire a tutti non sarebbe facile.

Il punto è sempre quello: o spostarsi (non mancano gli imprenditori che si appoggiano a ristoranti anche a Dairago, distante circa quaranta minuti da Sacconago) oppure tentare la via di un compromesso che metta tutti d’accordo. Mensa o tavola calda servono: su questo non si può più discutere. Ma dall’altro lato incalza la richiesta, da parte delle imprese, di un ristorante di rappresentanza di livello medio per clienti e fornitori nazionali e internazionali. Una struttura che farebbe la differenza, perché dopo essere sbarcati all’aeroporto di Malpensa i clienti sarebbero accompagnati direttamente in azienda, e poi in un punto ristoro raggiungibile a piedi in pochi minuti. L’efficienza e l’attrattività di un territorio si misura non solo in produttività: e questo gli imprenditori lo sanno.