Più produttività e meno turnover: la formazione è un investimento che ripaga
L’investimento in formazione è una leva strategica per la competitività delle Pmi: si traduce in un miglioramento della produttività, della redditività e nella riduzione del turnover

Le piccole e medie imprese italiane, come molti altri attori economici a livello globale, si trovano a dover affrontare una competizione crescente, accelerata dalla digitalizzazione e dalle nuove sfide di sostenibilità. In questo scenario, come spiega Francesco De Luca, professore ordinario di International Accounting and Financial Reporting all’Università «G. d’Annunzio» di Chieti-Pescara, la formazione continua dei dipendenti non è più una semplice opzione, ma una necessità strategica per garantire la competitività e la crescita nel lungo periodo.
UN TREND IN CRESCITA, MA ANCORA LIMITATO
Se da un lato le grandi aziende italiane sono in grado di destinare risorse significative alla formazione, strutturando vere e proprie academy aziendali, le Pmi stanno facendo progressi ma restano ancora indietro. Secondo i dati più recenti di Unioncamere e Anpal (2023), circa il 39% delle Pmi con 10-49 dipendenti ha dichiarato di aver investito in formazione nel 2022, un dato in crescita rispetto al 34% del 2021. Tuttavia, l'importo medio investito per dipendente rimane inferiore rispetto alle grandi imprese: le Pmi spendono mediamente 300-500 euro per dipendente all'anno, mentre le grandi aziende superano facilmente i 1.200 euro.
Come sottolinea Francesco De Luca, «molte Pmi sono consapevoli della necessità di formare i propri dipendenti, ma si trovano spesso a fare i conti con risorse limitate. È fondamentale che queste aziende vedano la formazione non come un costo immediato, ma come un investimento fondamentale per la crescita e la competitività a lungo termine»

STRATEGIE FORMATIVE: ADATTARSI ALLE ESIGENZE DEL MERCATO
Per rispondere a queste sfide, le Pmi italiane stanno adottando una serie di strategie formative diverse, che vanno da soluzioni tradizionali a quelle digitali, spesso congiungendo entrambe. Tra le principali strategie adottate:
- Formazione digitale ed E-learning: le piattaforme online sono diventate uno strumento chiave per molte Pmi. Offrono vantaggi importanti come la flessibilità, che permette ai dipendenti di accedere ai corsi in qualsiasi momento, e la personalizzazione, che consente di creare percorsi formativi su misura. Inoltre, la riduzione dei costi rispetto alla formazione in aula rende questa opzione ancora più allettante.
- Apprendistato e formazione on-the-job: settori tradizionali come quello artigiano e manifatturiero continuano a puntare sulla formazione pratica, dove i dipendenti apprendono direttamente dai colleghi più esperti. Questo approccio è particolarmente efficace per acquisire competenze specifiche in ambito produttivo.
- Collaborazioni con università e Its: in settori ad alta tecnologia come automotive, meccatronica ed energia, molte PMI stanno stringendo alleanze con università e Istituti Tecnici Superiori (Its). Queste collaborazioni permettono alle aziende di accedere a programmi formativi specializzati, beneficiando anche di fondi per la formazione finanziata, abbattendo così i costi.
- Workshop e coaching aziendale: in settori come il finanziario e il marketing, le Pmi investono nella formazione delle soft skills dei dipendenti, come la leadership e la gestione del tempo, mediante workshop e corsi di coaching aziendale.

LE SFIDE NELLA FORMAZIONE DELLE PMI: STRUMENTI E INCENTIVI PER SUPERARLE
Nonostante l’interesse crescente, le Pmi si trovano spesso a dover affrontare ostacoli significativi. La mancanza di tempo, le risorse finanziarie limitate e la scarsa conoscenza delle opportunità di finanziamento sono solo alcune delle difficoltà più comuni. Tuttavia, esistono strumenti che possono agevolare l’accesso alla formazione:
- Fondo nuove competenze, che finanzia la riqualificazione del personale.
- Credito d’imposta Formazione 4.0, destinato alle Pmi che adottano tecnologie avanzate e modelli di business innovativi.
De Luca osserva: «Le Pmi devono approfittare degli incentivi pubblici e sviluppare una mentalità più orientata all’investimento nella formazione, che è la chiave per rispondere alle sfide future, in particolare quelle legate alla digitalizzazione e alla sostenibilità»

FORMAZIONE COME VANTAGGIO COMPETITIVO: I BENEFICI CONCRETI
Investire nella formazione non solo migliora le competenze dei dipendenti, ma genera anche ritorni tangibili per le Pmi. Secondo uno studio dell'Istituto Tagliacarne (2023), il 31% delle aziende che investivano in formazione si è dichiarato in grado di superare i livelli pre-Covid già nel 2023. Questi investimenti si traducono in un incremento della produttività e della redditività, in particolare nelle Pmi che, grazie alla formazione in Industria 4.0, sono riuscite a ottimizzare i loro processi produttivi, ridurre gli sprechi e aumentare l’efficienza.
Alcuni esempi concreti includono:
- Pmi meccaniche del Nord Italia: hanno migliorato la redditività e ridotto gli sprechi, grazie agli investimenti in formazione sull’Industria 4.0.
- Settore turistico: le Pmi che hanno investito nella formazione digitale e nelle strategie di marketing online hanno visto un aumento delle vendite e una maggiore visibilità internazionale.
- Settore energetico: le aziende che hanno puntato sulla formazione in ambito ESG hanno attratto finanziamenti green, migliorando la loro posizione competitiva.
FORMAZIONE, SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE: LE NUOVE FRONTIERE PER LE PMI
Oggi, la formazione non si limita solo all’aggiornamento delle competenze tecniche. È strettamente legata anche ai temi della sostenibilità e dell’innovazione. Un recente studio dell’Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano ha rivelato che l’84% delle grandi aziende investe significativamente sia in innovazione digitale che in sostenibilità, ma le PMI sono ancora indietro. Solo il 31% delle Pmi investe in digitalizzazione e trasformazione ESG, e la sinergia tra questi due ambiti è ancora molto limitata.
Il prof. De Luca conclude: «Le Pmi devono comprendere che la formazione in sostenibilità e innovazione è ormai imprescindibile per restare competitive in un mercato globale che richiede sempre più competenze legate alla digitalizzazione e alla sostenibilità»
LA FORMAZIONE COME STRUMENTO DI CRESCITA E COMPETITIVITÀ
La formazione rappresenta una leva strategica per la crescita e la competitività delle PMI. Nonostante le difficoltà, i dati mostrano che le aziende che investono in formazione ottengono benefici concreti, sia in termini di produttività che di innovazione. Per favorire ulteriormente questo processo, è necessario continuare a sviluppare incentivi e strumenti che rendano la formazione accessibile anche alle piccole realtà imprenditoriali.
Come sottolinea Francesco De Luca: «Investire in formazione non è solo una necessità per le Pmi, ma una scelta strategica che può garantire un vantaggio competitivo duraturo». Annarita Cacciamani
NOTE DI APPROFONDIMENTO
https://www.pwc.com/it/it/publications/ceosurvey.html
https://iusletter.com/oggi-sulla-stampa/digitale-e-sostenibilita-gap-alto/
https://www.tagliacarne.it/files/230407/07042023_formazione_imprese.pdf