Stabilità finanziaria, la ricetta per investimenti e competitività
Una solida stabilità finanziaria è fondamentale per l'innovazione e per un vantaggio competitivo a livello internazionale. Permette alle aziende di pianificare a lungo termine, di espandersi in nuovi mercati e di diversificare i loro portafogli

Le condizioni sulla stabilità finanziaria nell'area euro sono migliorate negli ultimi sei mesi, i rischi di una caduta in recessione sono diminuiti, ma i mercati restano esposti a possibili ripercussioni negative a livello macroeconomico e finanziario e agli sviluppi problematici a livello geopolitico.
Lo sostiene la Banca Centrale Europea nel suo ultimo Rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria. Secondo l'analisi della Bce, poi, i livelli di indebitamento rispetto al Pil di famiglie e imprese sono calati, riportandosi ai livelli precedenti al disastro causato dalle misure restrittive imposte dal Covid, e questo elemento aiuta “ad alleviare le preoccupazioni sulla sostenibilità dei debiti”.
Tra le luci e le ombre dell’economia italiana, il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nelle consuete “Considerazioni finali” di fine maggio (le sue prime), ha messo in evidenza, tra gli elementi positivi, che «la nostra manifattura è oggi la più automatizzata tra le principali economie dell'area dell'euro. Dal 2019 le imprese industriali hanno raddoppiato, al 17%, la quota degli investimenti in tecnologie digitali».
Secondo il governatore gli investimenti sono la chiave su cui fare leva, ma servono un contesto e un quadro di regole che incentivino le imprese e investire. Per Panetta la stretta sui tassi tra 2022 e 2023 “è stata necessaria”, ora però «dobbiamo evitare che la politica monetaria diventi eccessivamente restrittiva, spingendo l'inflazione al di sotto dell'obiettivo» del 2%. E «per i prossimi mesi, se i dati risulteranno coerenti con le attuali previsioni, e quelli visti finora lo sono (Panetta ha puntualizzato che la risalita dell'inflazione al 2,6% a maggio nell'area euro è in linea con le attese) si profila un allentamento delle condizioni monetarie». Questo «non interromperà l'azione volta a ripristinare la stabilità dei prezzi», ha chiarito il governatore, «l'orientamento monetario rimarrebbe infatti restrittivo anche con più tagli dei tassi ufficiali».
Ma «bisognerà considerare che un'azione tempestiva e graduale permetterà di contenere la volatilità macroeconomica rispetto a un'azione tardiva e precipitosa». Ne abbiamo parlato con Massimo Giardina, docente di Finanza Aziendale ed Economia degli Intermediari Finanziari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

STABILITÀ FINANZIARIA BASE PER FAVORIRE INVESTIMENTI
Professore, partiamo dal concetto di stabilità. «La stabilità, principio fondamentale introdotto da San Benedetto nel monachesimo medievale attraverso la sua Regola, si rivela oggi un concetto cruciale ben oltre i confini spirituali. Benedetto, noto come il patrono d'Europa, ha inconsapevolmente gettato le basi per l'identità culturale europea, influenzando profondamente non solo la spiritualità ma anche il tessuto economico del continente», esordisce il docente della Cattolica.
«Nell'era moderna, la stabilità si conferma pietra angolare del sistema economico globale», spiega Giardina. «Organismi internazionali come il Financial Stability Board sono nati con l'obiettivo primario di preservare questa stabilità, essenziale per prevenire i rischi sistemici e garantire un equilibrio economico duraturo. Gli enti di vigilanza, sia a livello micro che macro prudenziale, condividono questo obiettivo comune, dimostrando quanto il principio di stabilità sia intrinsecamente legato al benessere finanziario globale».
«La crisi finanziaria del 2008, scatenata dal fallimento di Lehman Brothers, ha evidenziato con drammaticità le conseguenze di un sistema instabile. Quel collasso improvviso ha paralizzato l'economia mondiale, generando una crisi di fiducia devastante e limitando severamente l'accesso al credito. La discontinuità nella circolazione della liquidità ha ostacolato lo sviluppo economico, riportando il sistema a dinamiche quasi preistoriche, con imprese e famiglie incapaci di ottenere finanziamenti», ricorda il docente.
«Questo contesto sottolinea l'importanza della stabilità finanziaria, non solo per prevenire catastrofi economiche, ma anche per favorire un ambiente in cui le imprese possono investire in ricerca e sviluppo», mette in evidenza Giardina, «una solida stabilità finanziaria è fondamentale per l'innovazione e per mantenere un vantaggio competitivo a livello internazionale. Permette alle aziende di pianificare strategicamente a lungo termine, di espandersi in nuovi mercati e di diversificare i loro portafogli di prodotti o servizi. Tutti aspetti che sono in grado di generare un benessere collettivo, una “mano invisibile” come direbbe Adam Smith».

LA STABILITÀ FINANZIARIA STIMOLA LA CRESCITA SOSTENIBILE
«Il concetto di stabilità è profondamente integrato nei meccanismi di politica monetaria attuati dalle banche centrali globali», spiega Giardina, «queste istituzioni impiegano una serie di strumenti, come il tasso di interesse e le operazioni di mercato aperto, per moderare l'economia e mitigare l'effetto delle fluttuazioni economiche. La stabilità dei prezzi, uno degli obiettivi principali delle banche centrali, mira a preservare il potere d'acquisto della valuta e a mantenere la fiducia degli investitori, fondamentale per la crescita economica sostenibile», aggiunge il docente.
«In conclusione, la lezione medievale di San Benedetto sulla stabilità si dimostra incredibilmente attuale e necessaria. La sua applicazione nel sistema finanziario moderno non solo previene disastri economici, ma stimola anche la crescita sostenibile, evidenziando come antichi principi possano trovare nuova vita e nuova urgenza in contesti completamente trasformati. Nel tessuto economico globale di oggi, la stabilità non è solo una strategia, ma una necessità imperativa per il benessere collettivo e il progresso continuo». Giuliano Longo