Nicola Zanardi, Ceo di Hublab e fondatore della Milano Digital Week, ne fa una questione di hardware e software: il primo è l’infrastruttura; il secondo è l’insieme di quelle conoscenze, saperi, culture, visioni che sono indispensabili per qualsiasi progetto.
Ospite della tavola rotonda che giovedì 5 dicembre a Ville Ponti ha acceso il secondo momento della tappa varesina di “Territori in tour”, progetto organizzato da Confartigianato Imprese Varese con Varesenews, Zanardi ha aperto il suo intervento così: «La provincia di Varese è formata da una biodiversità di competenze, però bisogna lavorare sulla sostenibilità, sulla coesione sociale e sulla parte più pregiata di tutto questo: la conoscenza. Ai giovani dobbiamo trasferire gli strumenti che li aiuteranno a muoversi nella complessità».
È questa la parola che ha tenuto botta nella riflessione ad alta voce tra il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli, Zanardi e il direttore di Varesenews – nel ruolo di moderatore – Marco Giovannelli. Complessità e cambiamento a volte procedono insieme. Altre, invece, vedono il cambiamento come possibile strumento di semplificazione.
«Però si cambia in modo imprevisto e imprevedibile», ha detto il presidente Attilio Fontana. Si cambia, ben sapendo che «in provincia di Varese ci sono elementi vantaggiosi sui quali scommettere: l’Alptransit, il progetto in corso di realizzazione tra Rotterdam e Genova, è partito e l’aeroporto di Malpensa ci mette al centro dei flussi aerei. Quindi, al centro del mondo. Il concetto sul quale insistere è avere coraggio. La spinta giusta per investire in ricerca e innovazione; in competenze e formazione continua. Se investi, riesci a intercettare anche le necessità del mondo del lavoro. Ecco, il mio grande sogno è che un giorno la provincia di Varese possa diventare un grosso, unico “centro di formazione”».
L’idea non dispiace certo a Davide Galli, numero uno di Confartigianato Varese. Che su lavoro e impresa interviene da anni con dati alla mano. Quelli dell’Osservatorio per il mercato del lavoro dell’Associazione varesina. Marco Giovannelli gli chiede se il futuro sarà manifatturiero. E la risposta è puntuale: «L’impresa si fa con la testa e l’intelligenza delle mani. Quindi, è giusto parlare ancora oggi di manifatturiero. E’ quello che ha detto il sindaco Andrea Pellicini, in occasione della tappa di Territori in tour a Luino: “Il mio territorio ha bisogno di imprese manifatturiere. E guardando a quelle che ci sono, guardo anche a quelle che potrebbero nascere nel recupero delle aree dismesse».
Il discorso si estende, i contorni si fanno meno definiti, gli argomenti sono innumerevoli ma si intersecano: la vocazione imprenditoriale da valorizzare, la mancanza di una certa imprenditoria illuminata, la rigenerazione del manifatturiero attraverso il passaggio generazionale, il rapporto tra piccole e grandi imprese, la mancanza di manodopera specializzata.
Ancora Davide Galli: «In questo clima di demonizzazione dell’impresa, in Italia si sono demonizzate anche le scuole tecniche. Così, oggi ci troviamo a dover recuperare – se non ricostruire – parte di quella vocazione imprenditoriale di cui la provincia di Varese è sempre andata fiera. E lo è ancora adesso. Certo i tempi cambiano, e bisogna guardare oltre i propri confini. Ne parlava prima l’assessore Raffaele Cattaneo: in una Varese sostenibile, green e “bioeconomica” cambiano anche le professionalità richieste dalle imprese. Ecco il punto focale dell’intervento del presidente Fontana: investire nelle competenze e nella formazione continua. Ecco perché a breve Confartigianato Varese presenterà un altro studio, commissionato a The European House Ambrosetti, questa volta dedicato a tutto quello che è mobilità sostenibile e all’intreccio tra green economy e digitalizzazione».
«È su questa partita che si gioca il futuro delle nuove generazioni – interviene nuovamente Nicola Zanardi – Dobbiamo renderli più responsabili, perché già oggi – ma ancor più domani – saremo tutti imprenditori di noi stessi. Ecco perché si parla di competenze e di formazione: dobbiamo studiare, lo dobbiamo fare tutti, per rigenerarci. La tecnologia modifica i lavori, il digitale ha invaso i campi, a volte penso manchi un po’ di autostima. Insomma, dobbiamo stimolarci e lo dirò sempre: formazione e conoscenza sono le carte per giocare sui tavoli dell’economia».