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Arriva il “doc” anche per i prodotti artigianali. Più protezione e più reputation con i clienti

Arriva il “doc” anche per i prodotti artigianali. Più protezione e più reputation con i clienti
Made in Italy

Prima era “dello sviluppo economico”, adesso il ministero si chiama “delle imprese e del Made in Italy” e lo guida l’ex presidente del Copasir, Adolfo Urso. Lo scopo è quello di tutelare le filiere produttive strategiche nostrane. Un’arma in più potrebbe derivare dalla proposta di regolamento europeo sulle indicazioni geografiche (IG) per prodotti industriali e artigianali, sul modello di quanto già esiste in campo agroalimentare.

Garantirebbero l'autenticità ai consumatori e sarebbero fondamentali per distinguere un prodotto sul mercato. Amedeo Teti, tra i maggiori esperti di politica commerciale e attualmente coordinatore della segreteria tecnica del comitato per l’attrazione degli investimenti esteri dell’ex ministero dello sviluppo, spiega come «in questo modo, i prodotti saranno più visibili e facilmente identificabili da parte dei consumatori grazie all’uso di un simbolo comune che identifica l’IG. Il collegamento stretto tra la produzione e il territorio di provenienza favorirà inoltre lo sviluppo del turismo nei territori interessati. Questo tipo di tutela sarà particolarmente interessante per gli artigiani che potranno vedere valorizzato il proprio sapere ed i metodi tradizionali di lavorazione».

Made in Italy

Gli oneri burocratici per le imprese saranno ridotti al massimo. La procedura di registrazione sarà gestita, attraverso una fase nazionale, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, mentre una successiva fase, a livello europeo, sarà in capo all’agenzia decentrata EUIPO che sarà responsabile di gestire il registro UE delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali ed industriali. Come per il settore agroalimentare, non ci saranno tasse di registrazione e mantenimento in vita delle IG. I produttori, prima di immettere i prodotti IG sul mercato, potranno avvalersi di un sistema semplificato di autodichiarazione.
«L’Italia – prosegue Teti – chiedeva questa regolamentazione da tempo. È prevedibile la necessità per i produttori di consorziarsi al fine di predisporre un disciplinare nel territorio di provenienza del prodotto. Le Pmi del settore artigianale in Italia saranno tra i principali beneficiari di questo nuovo strumento che si rivolge ai gruppi di produttori locali. La protezione delle IG stimolerà lo sviluppo dei territori, soprattutto delle regioni meno avanzate, incentivando il produttore a garantire che i suoi prodotti siano riconosciuti dal consumatore nazionale e internazionale, e protetti dalle imitazioni/evocazioni/abusi, offrendo opportunità di lavoro meglio retribuite e più qualificate, nonché stimolando il turismo sostenibile. Infine, non appena lo strumento sarà approvato, immagino che si proverà a creare un incentivo per velocizzare la realizzazione di consorzi di IG non agricole» come vetro di Murano, alabastro di Volterra, calzature di Varese, ceramiche di Vietri.

Made in Italy

Un nuovo sistema che pare utile anche contro il “tarocco”. Le IG, infatti, come ha assicurato l’esperto, garantiscono la protezione, nei mercati offline e online, da imitazione, evocazione, concorrenza sleale, contraffazione. Il regolamento aiuterà questi produttori a presentare i loro prodotti di qualità in modo più efficiente in un mercato globalizzato, liberalizzato e competitivo, generando ricadute positive, che saranno ancora più marcate nel caso dei territori meno sviluppati.

I consumatori nel riconoscere tale valore, sono disposti a pagare un prezzo superiore. Per questo motivo è importante che ci sia anche un sistema di controllo pubblico su scala nazionale per assicurare che il disciplinare di produzione sia rispettato nel tempo da parte dei produttori, a garanzia di chi acquista i prodotti IG.

Per tutelare il made in Italy al meglio, come ha detto il ministro Urso, servirebbe riuscire ad avere una etichettatura (obbligatoria) delle merci per quanto riguarda il mercato interno europeo (cioè nell’unico grande mercato al mondo che ancora ne è privo). «Il regolamento – conclude Teti – offrirà ai produttori di IG nuove opportunità. Riteniamo che in Italia sia interessato al tema più il sistema dell’artigianato ed i piccoli produttori piuttosto che la grande industria. Confartigianato si è già espressa a favore dell’introduzione del nuovo strumento».