Filiere corte e nuove sfide: il Centro Artigianale di Cavaria tra diversità e connessioni
Seconda tappa del viaggio tra le filiere corte del Varesotto. A Cavaria, imprese diverse si confrontano con burocrazia, relazioni deboli e nuove strategie per restare competitive
Dopo la prima tappa a Sacconago, dove le filiere corte hanno mostrato la loro forza quotidiana, il nostro viaggio prosegue a Cavaria con Premezzo, dentro un’area industriale che riflette le sfide (e le potenzialità) di un tessuto produttivo eterogeneo.
Il Centro Artigianale è un crocevia di esperienze molto diverse tra loro, ma accomunate da una consapevolezza: solo costruendo connessioni, fiducia e collaborazione si può affrontare un’economia sempre più frammentata.
Il secondo episodio dell’inchiesta sulle filiere corte esplora luci e ombre di una realtà in cui la prossimità territoriale c’è, ma non sempre si traduce in cooperazione concreta. E dove la relazione con la Pubblica Amministrazione, i rapporti tra imprese, la scuola e la formazione diventano ingredienti chiave per non perdere il vantaggio competitivo.
Secondo dati Confartigianato, In Italia circa otto imprese su dieci (79,6%) partecipano a una sola filiera, una su dieci (11,3%) partecipa a due filiere, il 4,3% a tre filiere, il 2,1% a quattro filiere e il 2,8% a cinque filiere ed oltre. Spostando l’attenzione alle dodici filiere centrate sui prodotti della manifattura, si calcola che in media l’apporto delle piccole imprese è pari al 43,5% del valore aggiunto della filiera.
Ma perché è così importante ritornare a quel concetto di “collaborazione trasversale” che aveva fatto grandi i distretti industriali degli anni Settanta e Ottanta? Perché oggi, le filiere produttive territoriali possono rappresentare un modello di adattabilità alle trasformazioni strutturali contemporanee. Grazie agli “effetti di agglomerazione”, allo scambio informale di informazioni e tecnologie tra i collaboratori e i manager, alla presenza di istituzioni intermedie che offrono supporto tecnico, formativo e strategico e a strutture relazionali forti (tipiche delle piccole e medie imprese) che danno forza ai rapporti di fiducia e alla cooperazione.
CENTRO ARTIGIANALE DI CAVARIA CON PREMEZZO

Le imprese intervistate
Lopar Srl, circuiti elettrici stampati (Giuseppe e Carlo Lodi Pasini, Daniele Pasini), Comec-Italia, progettazione, produzione e installazione di macchine per tampografia per applicazione industriale (Walter, Edgardo e Manuele Baggini), Breda progetti, carpenteria metallica di precisione (Andrea Breda)

Il rapporto con la Pubblica amministrazione – Positivo. “Un caffè con il sindaco” è il titolo dell’iniziativa postata sulla pagina Facebook del Comune di Cavaria. Con una semplice telefonata, cittadini e imprese possono fissare un appuntamento “a domicilio” con il sindaco per essere informati sulle attività amministrative del Comune, fare proposte e dare suggerimenti. Gli imprenditori dicono che «non è raro incontrare il Primo cittadino pattugliare le strade che portano dentro e fuori il Centro». D’altronde, le arterie che attraversano la zona sono pubbliche: pulizia del verde, cura delle strade e sicurezza sono in capo alla Pubblica amministrazione e il self-service che serve l’area è accessibile a tutti. Un punto sul quale riflettere, però, c’è. A dirlo è la Lopar Srl: «Ottenere permessi e autorizzazioni, ma questo è un male italiano, è complicato. Penso sia importante, per il bene delle imprese e del territorio, che tecnici e amministratori pubblici si mettano nei panni degli imprenditori, seppur rispettando le norme». Servizi? Il treno ferma alla stazione di Cavaria e in poco più di venti minuti si raggiunge il Centro a piedi. La fermata dell’autobus è a quindici minuti di strada. Il Centro è un bacino di occupazione per tanti comuni limitrofi, e il suo ruolo sociale è pienamente riconosciuto da un territorio che gli intervistati definiscono “virtuoso”.

Le reti informali – «Negli anni, lo spirito consortile si è leggermente annacquato: d’altronde le imprese non possono collaborare o confrontarsi su tutto», dicono alcuni imprenditori. Che mettono l’accento sul bisogno di stimolare maggiormente le collaborazioni tra le imprese dell’area per aumentarne la competitività. E’ su questo punto che si concentrano gli intervistati quando parlano di contratti unici per la vigilanza notturna nelle loro realtà produttive, per la rete Internet, per la gestione delle spedizioni con corriere, per le assicurazioni. Insomma, stimolare quella condivisione che al Centro Artigianale di Cavaria sembra difficoltosa anche per la natura delle stesse aziende: «Siamo così diversi fra noi per tipologia produttiva, che non è affatto semplice realizzare quelle reti informali che, soprattutto oggi, potrebbero essere una valida soluzione di fronte alle guerre commerciali globali», fa sapere la Breda Progetti. Insomma, gli imprenditori riconoscono che dovrebbero impegnarsi di più per fare rete.
La collaborazione con le scuole – Gli Istituti professionali più vicini sono a Gallarate e, dicono dalla Comec-Italia, «fino a poco tempo fa le scuole elementari e medie di Cavaria organizzavano veri e propri tour all’interno delle imprese». Ma il rapporto non è facile, ed è una contraddizione per un territorio dove ci sono aziende che negli anni sono cresciute, o che si stanno preparando a farlo: periti elettronici, meccanici e anche ragionieri sono le figure professionali più ricercate da alcune realtà. Che, però, non sempre si affidano agli stage o all’alternanza scuola-lavoro: la burocrazia uccide anche le migliori intenzioni (SECONDA PARTE - Continua 2). Davide Ielmini
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