«Ma come? Abbiamo sempre fatto così...». Quante volte, a colloquio con gli imprenditori, ci si è sentiti dire così, quasi a voler giustificare la limitata propensione a mettere in discussione il proprio modello di business. Peccato che, in un contesto di grande complessità come l'attuale, la disponibilità al cambiamento è il principale fattore culturale che garantisce continuità alle imprese.
La globalizzazione, la digitalizzazione, la generale fragilità degli equilibri di mercato con interi settori rivoluzionati in pochi anni dall'affermazione di singole società (emblematico il caso di Amazon ma anche di Airbnb) hanno determinato negli ultimi anni un contesto radicalmente nuove con cui le imprese, anche quelle piccole, hanno ora necessità di fare i conti. In uno scenario già in rapido mutamento, la crisi legata al Covid ha avuto l'effetto di un formidabile acceleratore. La pandemia ha provocato certamente gravi danni al sistema economico una ricaduta positiva però è stato far sì che gli imprenditori abbiano maturato, in brevissimo temo, la consapevolezza di quanto fosse necessario aprirsi al cambiamento.
ANCORA POCO UTILIZZATO
Tra le strategie che le imprese possono perseguire per aumentare la propria competitività, una delle più efficaci, è la creazione delle reti di impresa. Si tratta un istituto giuridico regolamentato a livello nazionale con la Legge 5/2009: «Con il contratto di rete – si legge all’articolo3 - due o più imprese si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato».
Lo strumento è poco utilizzato dalle imprese, anche se in Lombardia, lo scorso anno, il numero dei contratti è cresciuto del 10%. «La natura degli interventi per la promozione dello sviluppo locale territoriale si è spostata da una logica territoriale (propria dei distretti, ndr) ad una logica funzionale» dice l’economista Cesare Benzi in un articolo sulle normative regionali in materia, pubblicato dall’Osservatorio dei distretti. «Le norme sul contratto di rete - continua - si pongono l’obiettivo di perseguire strategie di crescita delle imprese basate sullo sviluppo di risorse esterne alle imprese che derivano da rapporti di cooperazione tra di loro: la capacità innovativa e la competitività dipendono quindi, almeno in parte, da fattori esterni».
I BENEFICI DELLO STARE INSIEME
I potenziali benefici, sulla base delle esperienze già maturate, sono diversi. L'aumento della capacità di affacciarsi su nuovi mercati, in particolare all'estero; ma anche l'attivazione di economie di scala, l'aumento delle proprie performance in termini di produttività e flessibilità; l'accrescimento della capacità di mobilitare risorse in particolare investendo sul marketing o nel settore ricerca e sviluppo.
Dal punto di vista produttivo emergono in particolare tre aspetti positivi: riduzione dei tempi di lavorazione, aumento della qualità del prodotto finale e integrazione degli aspetti tecnologici.
Evidenti le ricadute nel settore commerciale, ma concreti sono anche i potenziali benefici nell'ambito della logistica e dell'amministrazione con la possibilità di una ottimizzazione dei processi attraverso la centralizzazione di una serie di attività comuni (un caso tipico è l'istituzione di un ufficio gare congiunto per la partecipazione ad opportunità di finanziamento e di progetto) e ovviamente anche della finanza con il miglioramento delle condizioni di pagamento e dei tempi e l'accesso al credito a migliori condizioni.
Tra gli aspetti più importanti della rete di imprese vi sono le performance nell'ambito dell'innovazione. Le reti, se opportunamente organizzate e coordinate, consentono una crescita generale delle competenze diffuse. L’insieme delle conoscenze, infatti, approfondite dal singolo nodo della rete e relative ad aggiornamenti su innovazioni tecnologiche e di mercato, creano una conoscenza diffusa di rete che aumenta le competenze dell’intero distretto e, di conseguenza, la sua capacità di sviluppare innovazione.