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Teckell: «Credo nel Salone del Mobile perché sono già nel futuro»

Teckell: «Credo nel Salone del Mobile perché sono già nel futuro»

Alla sessantesima edizione del Salone Internazionale del Mobile, alla Fiera Milano-Rho fino a domenica 12 giugno, la merce più preziosa è il tempo: non ce n’è mai abbastanza, corre e passa troppo in fretta. Gli oltre duemila espositori presenti alla manifestazione, di cui almeno un quarto stranieri, sentono la spinta dell’entusiasmo. Della gioia. Di un ritorno alla normalità, dopo le pause forzate imposte dalla pandemia, che è sinonimo di voglia di vivere e lavorare.

LE PICCOLE IMPRESE ITALIANE FANNO COSE CHE GLI AMERICANI NON SANNO FARE
Gianfranco Barban, titolare con laurea in architettura della B.Lab Italia Srl di Gallarate, una piccola impresa che conta sette collaboratori e una riserva infinita di idee e progetti, è un fiore all’occhiello di questa edizione del Salone. Dove si presente con il suo ramo d’azienda Teckell. Lo raggiungiamo al telefono: la voce affannata, la comunicazione interrotta dai quesiti dei clienti, il brusio di sottofondo di un mondo che è rinato e che vede, tra i tanti visitatori, schiere di brasiliani, indiani e sudamericani. E la fretta, ancora una volta. La fretta di non perdersi nemmeno un attimo di questa ripresa «che fa ben sperare», dice Barban. Che, subito dopo, aggiunge una frase che racchiude tutto l’orgoglio di chi abbina, nel suo lavoro, l’esperienza delle mani alle scintille del pensiero: «Qui al Salone le imprese di casa nostra dimostrano ancora una volta di riuscire a fare in una semplice “cantina” quello che gli Stati Uniti fanno nelle grandi aziende».

UN GIOCO DI SQUADRA PERFETTO TRA PING-PONG E HOCKEY

Ping Pong Teckell

In una sola parola, riscatto. Nei confronti di un mondo che si è fermato per troppo tempo. E che ora, come accade alla Teckell - specializzata in oggetti che sono la sintesi di innovazione e tradizione, arte e design, tecnologia e approccio artigianale – si muove e conta i minuti. Tutti da assaporare. E’ per questo che Gianfranco Barban dice che «il momento giusto per parlarci non lo troveremo mai: facciamolo adesso». Clienti permettendo, perché allo stand F01 del Padiglione 1 del Salone, quello della Teckell, «c’è tantissima gente. Molta di più rispetto agli anni precedenti. Sarà per i nostri prodotti, di lusso e giocosi nello stesso tempo». E ci sono anche i fornitori di questa azienda gallaratese, «che hanno reso possibile la nostra partecipazione a questa edizione. Tutti hanno corso fino all’ultima ora: un perfetto gioco di squadra». Che si ritrova nello stand minimal di settanta metri quadri, su toni di bianco e grigio, composto da trecento girandole di carta a richiamare l’ingrediente principale dell’”air-hockey”: l’aria. Un prodotto che, insieme al tavolo da ping pong, conferma l’unicità della Teckell nel saper studiare, e realizzare, pezzi unici nei quali bellezza, resistenza e funzionalità stanno insieme.

LEGGERI, TECNOLOGICI E UNICI
Dopo il calciobalilla (trasformato in oggetto della modernità con la collaborazione dello

Air hockey Teckell

studio Adriano Design di Torino), i tavoli da biliardo (che vedono gli interventi di Marc Sadler), Stratego (la scacchiera nata con la complicità di Lorenzo Di Giovanni), gli strumenti per il Fitness e la linea Takto Timepieces (misuratori di tempo d’avanguardia), ecco altri due giochi che dai ricordi del passato entrano, direttamente, nei desideri del futuro.
A raccontarli è Lorenzo Di Giovanni, che alla Teckell si occupa di progettazione e sviluppo dei prodotti: «Entrambi utilizzano il vetro extra chiaro: il basamento del tavolo da ping pong è in legno massello di noce, la struttura è molto leggera e pochi sono i componenti che lo formano. Nel caso dell’air-hockey, invece, il cliente riceverà la vasca, in vetroresina, con tutta la tecnologia necessaria e il piano di gioco, in acciaio microforato, in un pezzo unico. Le gambe sono in vetro. Negli anni della pandemia, inoltre, abbiamo sviluppato un calcetto da esterno: già in produzione, è stato presentato a Parigi».

IL LABORATORIO MULTIDISCIPLINARE NATO IN UNA FALEGNAMERIA
Il tavolo da ping pong e l’air-hockey sono solo gli ultimi prodotti, in ordine di tempo, fra quelli che Gianfranco Barban sognava potessero nascere da un laboratorio multidisciplinare di ricerca e sperimentazione. Quel B.Lab che, fondato nel 2003, ora è arrivato a cucire fra loro esperienze, conoscenze e materiali appartenenti a settori diversi. Anni fa, in occasione di un incontro, ci disse: «La mia laurea in architettura ha sviluppato il mio modo di pensare, ma la tecnologia dei materiali e la manualità è qualcosa che ho sempre respirato in famiglia. Mio padre era falegname e poi ho avuto dieci angeli custodi che mi hanno aiutato a svilupparla: i collaboratori di mio padre».