

Un bilancio in chiaroscuro che rischia di aggravarsi con il progressivo diradarsi delle misure di sostegno all’economia. È questo, in sintesi, ciò che emerge dalla rilevazione “Trend imprese” messo a punto da Confartigianato Lombardia per Confartigianato Varese in relazione al primo trimestre 2021. Il dato che conforta è che la provincia si colloca al terzo posto in Lombardia, e al ventunesimo su scala nazionale, per valore del tasso di crescita delle imprese nel primo trimestre 2021, in positivo dello 0,23%.
Nella classifica italiana guidata da Sassari (0,57), il nostro territorio segue nel quadro regionale solo Monza (+0,29%) e Milano (tallonata di una lunghezza e stabile allo 0,25%). Segno di una resistenza che, tuttavia, evidenzia andamenti in chiaroscuro nella dinamica settoriale. A pagare il prezzo più caro sono, come prevedibile a causa delle chiusure anti-contagio, le attività artistiche, sportive e di intrattenimento, in picchiata del 51,6%, così come i servizi di alloggio e ristorazione, che ripiegano del 35,9%. Male, nel quadro delle nuove iscrizioni, anche le attività manifatturiere (-29%) e, sempre con il segno meno, le imprese afferenti all’area sanità e assistenza sociale (-14,3%). È andata meglio al comparto del trasporto e magazzinaggio, letteralmente decollato a quota 87,5% grazie all’impennata dell’e-commerce. Seguono le attività finanziarie e assicurative (+16,5%) e le costruzioni, probabilmente spinte anche dal volano del superbonus 110% (+1,6%).
Nel complesso, tuttavia, dal bilancio delle iscrizioni che si riscontra confrontando i tredici mesi da inizio marzo 2020 a fine marzo 2021 con l’analogo periodo ante pandemia (marzo 2018-marzo 2019), il volume di iscrizioni di nuove imprese in provincia di Varese fa segnare una flessione del 15,2%, equivalente a 660 unità produttive o di servizio. E se il saldo demografico del primo trimestre 2021 risulta positivo di 155 unità in termini assoluti, le 1.268 iscrizioni registrate non colmano il gap in ribasso accumulato rispetto al primo trimestre 2019 (-4,7%). Al netto, il numero di imprese registrate oggi risulta di 67.358 unità, 1.943 in meno rispetto alle 69.301 del 2019. Timido il recupero rispetto al 2020, quando le imprese erano scese a quota 66.766.
Merita una riflessione la voce “cessazioni”: nel primo trimestre 2021 sono diminuite del 32,5% rispetto al primo trimestre 2019 e del 21,6% rispetto al primo trimestre 2020. Un andamento solo apparentemente positivo, che fa tuttavia presumere l’esistenza di una platea nascosta di imprese a rischio chiusura. Aziende che, ad oggi, si ipotizza che rimangano aperte per incamerare i ristori governativi e recuperare anche solo in parte quanto lasciato sul terreno nell’anno della pandemia.
Per questo è fondamentale mantenere alta la guardia e osservare con attenzione la tendenza che si registrerà nei prossimi mesi alla voce cessazioni.
