Avrebbero dovuti essere 30 e invece, spesso e volentieri, si è arrivati ai 60 e più. Fino a raggiungere la soglia dei 120: pericolosa per qualsiasi impresa tenti di conservare, soprattutto in questi ultimi anni fatti di turbolenze economiche, la propria competitività. Correva l’anno 2011, e la direttiva europea che imponeva quel limite dei 30 giorni per i pagamenti alle imprese in tutte le transazioni commerciali, anche quelle che coinvolgono la pubblica amministrazione, era la 2011/7/UE. Che ora la Commissione Europea ha deciso di rivedere con una proposta di Regolamento che trova spazio nel Pacchetto di sostegni alle Pmi (SME Relief Package). Pacchetto legislativo composto da un regolamento, una direttiva e una comunicazione che dovrà essere esaminato dal Parlamento e dal Consiglio Ue.
COME I RITARDI DI PAGAMENTO METTONO AL TAPPETO LE PMI
Le analisi di Bruxelles dicono, chiaramente, che “i ritardi di pagamento hanno un impatto notevole sulle piccole e medie imprese: un fallimento su quattro è dovuto al mancato pagamento puntuale delle fatture e, in media, una fattura su due – nelle transazioni commerciali – viene pagata in ritardo. O non viene pagata affatto”. Una delle cause principali nei ritardi è l’”asimmetria” tra debitori e creditori: questa porta spesso i fornitori ad accettare termini e condizioni di pagamento ingiusti”. Sempre secondo la Commissione Europea, i ritardi nei pagamenti generano un effetto domino che “riduce la competitività delle imprese, aumenta i costi di finanziamento e porta a ulteriori ritardi”. Secondo alcuni calcoli dell’Unione Europea, se il ritardo nei pagamenti si dovesse ridurre di un solo giorno il flusso di cassa aggregato delle imprese dell’Ue aumenterebbe dello 0,9%. Il risparmio in costi di finanziamento si aggira sui 158 milioni di euro.
NON PIU’ DI 30: IL NUOVO REGOLAMENTO NON OFFRE SCAPPATOIE
L’attuale direttiva, la 2011/7/UE, che sarà abrogata, prevede un termine di pagamento di 30 giorni che potrà essere esteso a 60 giorni o più solo “se gravemente ingiusto nei confronti del creditore”, si legge su Italia Oggi. La Commissione europea aggiunge, poi, che “l’assenza di un termine massimo di pagamento effettivo, e l’ambiguità nella definizione di gravemente ingiusto, hanno portato a una situazione in cui i termini di pagamento di 120 giorni, e oltre, vengono spesso imposti ai creditori più piccoli”. La nuova proposta di regolamento è perentoria: il termine massimo per i pagamenti deve essere di 30 giorni per tutte le transazioni commerciali.
ACCORDO TRA LE PARTI: COSA SI PUO’ FARE IN ITALIA
La Commissione aggiunge che “le parti possono negoziare qualsiasi termine di pagamento purché non superi i 30 giorni e la proposta non pregiudica i termini di pagamento più brevi stabiliti dalla legislazione nazionale, per garantire la certezza del diritto”. In Italia, secondo il D.Lgs. 231/2022, il termine di 30 giorni è prorogabile a 60, e anche oltre, in presenza di determinate condizioni.
COME CAMBIA LA DIRETTIVA
Con la nuova Direttiva, la disciplina dei ritardi di pagamento deve essere uniforme in tutti i 27 Paesi e direttamente applicabile negli stessi. I termini di pagamento B2B saranno stabiliti dalla norma (30 giorni) e sottratti alla negoziazione delle parti. Saranno però previsti accordi settoriali e commissioni di compensazione automatiche, che – nelle intenzioni della Commissione – rafforzeranno in maniera decisiva la capacità di investimento delle microimprese e Pmi.
UN PROVVEDIMENTO TANTO ATTESO: LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO
Da sempre, Confartigianato si è schierata a favore di un rafforzamento delle sanzioni contro chi paga in ritardo rispetto ai termini convenuti. La Confederazione chiede nuovi strumenti per fissare:
Inoltre:
RITARDI DI PAGAMENTO E NUOVA DIRETTIVA: SE NE E’ PARLATO A BRUXELLES
Al tema dei ritardi di pagamento e alla revisione della direttiva era stato dedicato un convegno a Bruxelles, lo scorso 3 luglio, organizzato da Confartigianato Imprese con l’associazione catalana PIMEC. In quell’occasione, la Commissione europea aveva sottolineato come la prassi dei ritardi di pagamento, negli ultimi anni, era gravemente peggiorata. L’obiettivo del nuovo testo dovrebbe dunque essere quello di costruire un quadro giuridico più forte che garantisca il giusto equilibrio tra la libertà contrattuale e la certezza della sanzione, agendo anche sul versante della prevenzione con adeguati strumenti alle imprese per far fronte al problema.
LE ALTRE INIZIATIVE EUROPEE NEL PACCHETTO DI SOSTEGNI ALLE PMI