RIMBALZA L’ECONOMIA, MA MANCA CHI LA FARA’ CRESCERE ANCORA
Si legge sul Sole 24 Ore che «nel 2021 sei imprese su dieci hanno programmato nuove assunzioni: +1,9 punti sul 2019. Ma il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è balzato al 32,2%, quasi sei punti percentuali in più rispetto al 2019. E questo perché mancano i candidati e manca una preparazione adeguata alle rinnovate esigenze del mondo imprenditoriale». La fotografia la scatta il bollettino Excelsior targato Anpal e Unioncamere, che sottolinea quanto «i driver principali delle trasformazioni in atto sono le competenze digitali (lo scorso anno ci ha investito il 71% delle imprese) e la transizione verso un’economia più sostenibile (il 53% ha investito in competenze green)». Però, si fatica a trovare personale anche in quei settori che stanno trainando l’economia: nelle Costruzioni ci sono 64mila figure introvabili in più rispetto al 2019, mentre nell’ambito industriale sono 16 su 30 le professioni che si trovano con maggior fatica (meccanici collaudatori, saldatori, falegnami, elettricisti nelle costruzioni civili, installatori di impianti di isolamento). Nei servizi, invece, si va a caccia di installatori e manutentori di apparecchiature informatiche e operai specializzati nell’installazione e riparazione di apparati Tlc. Ma mancano anche ingegneri, soprattutto elettrotecnici. «Per alcuni di questi settori – continua il quotidiano economico – il mismatch supera abbondantemente il 50% delle richieste delle imprese».
GREAT RESIGNATION ANCHE IN ITALIA: DIMISSIONI IN AUMENTO DEL 31,6% NEL 2021
«La qualità del lavoro e della vita, il bisogno di soddisfazione, di autorealizzazione, di crescita sociale e personale: lo sviluppo di un Paese non richiede solo di mettere le persone al lavoro, ma di metterle al posto giusto», si legge sul Sole 24 Ore. Che sottolinea quanto in Italia, proprio per questi motivi, nei primi nove mesi del 2021 le dimissioni tra lavoratori dipendenti sono cresciute del 31,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da 1 milione ad oltre 1 milione e 300mila. Lo dice una ricerca Monitor Fase 3 nata dalla collaborazione tra Area Studi Legacoop e Prometeia: «Da gennaio a settembre 2021 le assunzioni sono aumentate del 19,4% rispetto allo stesso periodo del 2020 e le cessazioni del 6,6% (sono passate da 4,2 a 4,5 milioni). Una dinamica, questa, che si è accentuata a partire dal marzo 2021 e fino a settembre: in questo arco di tempo le cessazioni sono state del 18,1% rispetto allo stesso periodo del 2020». Insomma, le priorità, le speranze, gli obiettivi e i comportamenti economici e sociali stanno cambiando il mondo del lavoro.
DECRETO SUL GAS ITALIANO: RADDOPPIA LA PRODUZIONE
Si riapre il dossier caro-energia e si ritorna sulla proposta di raddoppiare la produzione di gas nazionale per portare gli attuali 4,5 miliardi di metri cubi a 8-10 miliardi. «Saremmo ancora lontani dai 20 miliardi prodotti dall’Italia oltre 20 anni fa – si legge su Il Messaggero – ma un maggiore sfruttamento dei giacimenti, senza dunque nuove perforazioni, può almeno permettere di rimpiazzare il metano importato dall’estero». Il meccanismo taglia-costi prevede anche un prezzo agevolato destinato, in particolare, alle imprese energivore e alle imprese più bisognose. Insomma, si tratterebbe di fare accordi a prezzi controllati, e qui entrano in gioco le compensazioni a favore dell’Eni, «produttore del nostro gas nazionale, società controllata dal Tesoro ma anche quotata in Borsa e chiamata ad incrementare gli investimenti». L’operazione salverebbe anche un po' di Iva (che rimarrebbe in Italia) e permetterebbe risparmi nel trasporto e nello stoccaggio del gas. A beneficiarne sarebbe anche l’ambiente, perché si ridurrebbero le emissioni di CO2 prodotte dal trasporto del gas importato per decine di migliaia di chilometri.
BONUS EDILIZA: DURE LE PROTESTE CONTRO IL BLOCCO DELLE CESSIONI MULTIPLE
Confartigianato era intervenuto prontamente suggerendo anche proposte fattibili, ma nel Decreto Sostegni ter non si è tenuto conto delle esigenze delle imprese e dei cittadini: dal 7 febbraio in poi, i bonus edilizi ammetteranno la cessione del credito solo una volta. E questo causerà un vero blocco nei lavori e parecchi problemi ai contribuenti. Si legge su La Discussione che «si usufruisce dei bonus casa con sconto in fattura, perché l’impresa edile che si occupa dei lavori anticipa i costi e cede il credito che ha lo Stato nei suoi confronti ad una banca. Da qui parte il meccanismo di cessioni secondarie dei crediti: se lo si rallenta, diventa più difficile lo sconto in fattura e per i contribuenti sarà sempre più difficile poterlo ottenere». A complicare ulteriormente le cose è l’effetto retroattivo della misura «che crea incertezza anche sui contratti già stipulati: così si rischia l’apertura di continui contenziosi». Perché «la retroattività andrebbe a modificare rapporti e impegni contrattuali già assunti». L’appello al Parlamento, affinché corregga al più presto la misura, è già partito.