Officine Meccaniche Zema Srl
omz@omzema.it
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Nato in Calabria settantuno anni fa, a quattordici anni lascia il Sud per il Nord e contribuisce a scrivere la storia di un’Italia che cambia, che fugge dalla povertà, che è fatta di idee e voglia di riscatto. Francesco Zema è stato un protagonista di quei tempi – nel 1977, in una stalla, apre una tornitura che porta il suo nome – e lo è di questi nostri giorni. A dire il vero, è un imprenditore che ha sempre vissuto nel futuro. Da quando, ancora ragazzino in Calabria, accompagna in mare aperto un collaudatore dell’Ansaldo di Genova, turista e amante della pesca, e questo gli racconta continuamente di palette e turbine. Quelle parole, Francesco Zema non se le toglierà più dalla testa. E quelle fantasie giovanili si trasformeranno, nel tempo, in un business che anno dopo anno porterà la Officine Meccaniche Zema Srl – cento dipendenti divisi tra le sedi di Casale Litta e Mornago - ad essere leader nei settori dell’Energia e dell’Oil & Gas.
DALL’ISLANDA AGLI STATI UNITI TRA GEOTERMIA E NUCLEARE
Tutto questo ha un nome: Islanda. Nella terra “del ghiaccio e del fuoco” questo imprenditore ci va ancora quattro volte l’anno: «Da dodici anni, il governo islandese lavora solo con noi. Sarà per il fatto che per alcune aziende abbiamo studiato e realizzato diaframmi particolari per le turbine geotermiche: un prodotto apprezzato anche da Gudlaugur Thór Thórdarson, Ministro dell’Ambiente, dell’Energia e del Clima. L’80% della nostra produzione, comunque, raggiunge il mondo. La Norvegia è un altro punto di riferimento: per questo Paese produciamo le carcasse dei contatori che, posti al di sotto delle piattaforme, misurano le estrazioni di petrolio, gas e acqua. Il bussolotto contiene un liquido top secret: il brevetto è stato acquistato anni fa da una multinazionale americana. Giusto appunto, l’America: lì spediamo alcuni componenti che vengono installati nelle mini-centrali nucleari».
CON SIEMENS NASCE SINUMERIK ONE, IL CONTROLLO NUMERICO DEL FUTURO
Ma ci sono anche la Francia, la Germania e l’Ungheria: in questi ultimi due Paesi si concentra la collaborazione tra la Officine Meccaniche Zema (O.M.Z.) e la Siemens. Il punto di volta risale al 2014, quando l’azienda varesina progetta e realizza un centro di lavoro in grado di tagliare i tempi di produzione di circa il 30% rispetto agli impianti standard e di garantire, nello stesso tempo, una qualità superiore delle lavorazioni. Su questo impianto è montato il controllo numerico Sinumerik ONE di Siemens, che con l’opzione Sinumerik Integrate Analyze MyPerformance permette di monitorare l’intero ciclo produttivo analizzando – attraverso la raccolta dei dati - l’efficienza dell’impianto, le prestazioni (ottimizzandole) e la qualità dei prodotti.
IL PRIMO TORNIO, LE MACCHINE C.B. FERRARI E LA FISSA PER LE PALETTE
Al top per quanto riguarda la qualità delle materie prime (tutte europee da filiera tracciata) e del prodotto finito, la Officine Meccaniche Zema ha due anime che dialogano fra loro nella quotidianità della produzione: da un lato la lavorazione delle palette (sia da barra che forgiate) per turbine a vapore, gas e geotermia e dall’altra le lavorazioni generali di componenti di dimensioni medio e piccole per i settori delle macchine utensili e della produzione del sapone, dell’energia e dell’aeronautico.
Francesco Zema si concede un altro salto nel passato: «Ho sempre amato la meccanica e ricordo che in quegli anni Settanta acquistai il mio primo tornio in Emilia-Romagna: costava quattro milioni e mezzo di lire. Bene, ma adesso come lo pago? Mi dissero: vada a casa e lavori. Negli anni Novanta le palette diventano un’idea fissa e inizio a produrre rotori. Ringrazierò sempre Renato Bianchi della C.B. Ferrari per aver supportato questa mia scelta: la sua azienda realizzava macchinari straordinari. In tre mesi ne acquisto tre; dopo sei mesi altri sei. In quattro anni ho acceso un leasing da centinaia di migliaia di euro».
CARMELO ZEMA E LE NUOVE SFIDE DELLA MECCANICA
L’avventura di Francesco Zema si sintetizza in una sola parola: competitività. Il 2024 finirà a breve e il 2025 ha già aperto le porte di un’azienda che si trova in pancia ordini e richieste di service: l’esigenza di inserire il terzo turno si fa stringente, «ma per farlo dobbiamo assumere», dice Carmelo Zema, il figlio quarantanovenne di Francesco che alla O.M.Z. segue l’aspetto produttivo. Juris, il secondo figlio che di anni ne ha 47, cura invece gli aspetti amministrativi e informatici.
Assumere, ma come? «La prospettiva dei nostri ordini va dai quattro ai sei mesi e non offre sufficienti certezze per implementare il numero dei collaboratori. Numero che, se parliamo di programmatori, rischia di diminuire perché le alte competenze sono sempre più richieste e i nostri dipendenti ricevono nuove proposte di lavoro un giorno sì e uno no», dice Carmelo Zema. Che nel cuore si porta il ritmo della produzione: «A quindici anni passavo le ferie estive in azienda, poi a 21 – dopo aver abbandonato la Laurea breve in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano - ho deciso di dedicare la mia vita alla meccanica. Non un lavoro, ma una passione. Ancora ragazzino montavo e rimontavo tutto, compresa la Vespa 50 che mi era stata regalata».
La vera sfida che oggi deve affrontare un imprenditore? Carmelo Zema non ha dubbi: «Entrare nella testa dei clienti è sempre più difficile, perché in molte aziende non c’è stato un vero ricambio generazionale con passaggio di consegne, adeguata preparazione ed esperienza: questo lo notiamo soprattutto nel settore dell’energia. Allora, la domanda è questa: cosa si aspettano i clienti da me? Fare sempre un passo in più rispetto a quello che si è fatto ieri».