Alberti Umberto Srl e quella telefonata da Cupertino

Alberti Umberto Srl e quella telefonata da Cupertino

Alberti Umberto Srl

info@albertiumberto.com

Trentacinque chilometri in bicicletta, tutti i giorni, da Turate a Milano. Il suo nome era Alfredo Alberti, di professione modellista meccanico. Di quei suoi “tour” quotidiani diceva, al figlio: «La sera lascio i pantaloni sulla gruccia, e la mattina si muovono ancora». Un “artista”: così lo ricorda Umberto che, ancora oggi, rivede quella bottega – il padre inizia a lavorare a casa su invito del suo titolare - piena zeppa di fiori, i tappeti sul pavimento, i dipinti realizzati di sua mano e il clarinetto, che Alfredo suonava nella banda del paese.

QUANDO LA MECCANICA E’ UN’ARTE
Alla Alberti Umberto Srl l’arte è un’espressione imprenditoriale, ma si potrebbe dire ugualmente che è la meccanica a trasformarsi in espressione artistica. Perché le teste angolari, core business di questa azienda con sede a Saronno, nascono da quell’intuito, da quella visione e da quegli stimoli che il giovane Umberto respira e riceve proprio nell’officina del padre dove, fino all’età di 27 anni, segue le sue orme come modellista. L’arrivo delle materie plastiche, e l’uso delle resine epossidiche per la realizzazione dei calchi, è la genesi di un’avventura che dura tutt’ora: «La prima testina angolare me la sono inventata e costruita per la realizzazione di uno stampo in serie – dice Umberto Alberti -. E l’estate, quando accompagnavo la famiglia al mare, passavo il tempo con il mio tecnigrafo portatile. Il resto è storia». Scritta e da scrivere.

NADIA ALBERTI: INTERPRETE PARLAMENTARE APPASSIONATA DI MANUALI TECNICI
Quella che racconta la figlia Nadia Alberti, general manager dell’azienda con un trascorso commerciale «nato per sbaglio, o per scherzo. Negli anni Duemila, l’azienda occupava dodici persone e, a dire il vero, non riuscivo a trovare un ruolo che potesse fare per me. La parte amministrativa non mi è mai piaciuta (di questa se ne occupa mamma Franca, mentre mia sorella Elisa segue ordini e fatturazioni) e avrei voluto dimostrare il mio valore sfruttando gli studi da interprete parlamentare: parlo inglese, tedesco e francese ed ho studiato anche russo e giapponese. Un lavoro che, in Italia, interessa una manciata di eletti. Trasferirsi all’estero era l’unica opzione, ma in quegli anni l’azienda stava iniziando un percorso di internazionalizzazione e così ho iniziato a tradurre i manuali tecnici per il montaggio e lo smontaggio. Per farlo, però, ho dovuto studiare come nasce un prodotto ma, soprattutto, l’uso che se ne fa: è questo ad appassionarmi veramente». Tre anni fa la Alberti Umberto Srl ha compiuto 45 anni tra intuizioni e inarrestabile tensione al futuro. Non è un caso che lo slogan di questa realtà sia “looking ahead”: guardare avanti. Sempre e comunque.


WORK LIFE BALANCE? SAREBBE BELLO, MA QUI CI VOGLINO PASSIONE E LEADERSHIP
Venticinque anni fa Nadia Alberti si mette in gioco: «So di essere fortunata perché questo lavoro me lo sono scelto e mi piace. E’ una sfida continua che sa regalare grandi soddisfazioni perché si continua ciò che altri hanno costruito e, nello stesso tempo, si cerca di migliorarlo. Però, so anche di dover essere molto diplomatica: con i collaboratori non puoi essere né troppo morbida e neppure troppo rigida. Dalla fondazione dell’azienda è cambiato il mondo: io e papà abbiamo la stessa visione, ma i metodi della gestione sono diversi. Lui si fidava di una squadra composta da uomini-chiave; ora, soprattutto con le nuove generazioni, ci deve essere una guida che sappia creare e diffondere un certo grado di appartenenza. A volte ci si scontra, però l’aiuto reciproco è fondamentale: se non viene in azienda, papà si annoia». Insomma, è una questione di equilibrio. In tutto. Ma ci sono aspetti della propria vita che è difficile che si incastrino alla perfezione: «Work life balance? Sono tornata pochi giorni fa dall’India e a breve mi imbarcherò nuovamente! La mole di lavoro e di responsabilità non è affatto facile da gestire. Inoltre, questo è un ruolo che si impara nel tempo, anche se passione e leadership devono sempre essere parte di te».

UN’AZIENDA “GREEN” CHE ESPORTA IN 35 PAESI
Una parte fondamentale che, nel tritacarne della globalizzazione, ha fatto la differenza. Perché passare da dodici, a venti e agli attuali trentacinque dipendenti non è scontato. Non lo è quando dalla prima testa angolare in commercio (una novità assoluta che si impone con eleganza e con quella lucidità rivoluzionaria che cambia le regole dei mercati) si passa ai prodotti motorizzati, alla customizzazione, alla produzione on-demand e ad una rete distributiva con centri di riparazione e service in Usa, Cina e India. Ancora la general manager: «Progettazione e design, produzione e assistenza hanno portato la Alberti Umberto Srl a vendere duemila teste all’anno e ad esportare in trentacinque Paesi al mondo: gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco; il secondo posto se lo contendono Cina, Malesia, Inghilterra e India. I margini sono diminuiti in pieno Covid, causa anche l’aumento delle materie prime, ma ora viviamo una crescita controllata e, poco alla volta, l’azienda verrà managerializzata. Clienti e fornitori vengono spesso a trovarci perché dicono che la Alberti Umberto Srl è come una sala operatoria: luminosa, pulita, organizzata, di alta qualità e di impatto». E green. Perché papà Umberto ha trasferito l’eredità di Alfredo alle sue figlie e ai suoi collaboratori: ovunque ci si giri, anche in produzione, si è circondati da piante sempreverdi e vasi enormi che diffondono linfa vitale. Non manca proprio niente, anche se un desiderio per ora insoddisfatto Nadia ce l’ha: «Il marketing: ci rivolgiamo ad aziende esterne, però non escludo in futuro di creare un ufficio interno tutto nostro».

LEGO, DISNEYWORLD E QUELLA TELEFONATA DA CUPERTINO
Non sarebbe male. Soprattutto per un’azienda che ha servito Lego e Disneyworld e che ha avuto anche la capacità di farsi notare al di là dell’oceano da chi, un certo tipo di tecnologia, l’ha inventata: «A volte la sera si fa tardi, e così può accadere che il telefono squilli. Tempo fa, io e mio padre eravamo ancora qui e ad un certo punto riceviamo una chiamata: dall’altra parte del ricevitore una voce dice “qui è la Apple di Cupertino”. Non ci volevamo credere! Per loro abbiamo realizzato alcuni prototipi per gli IPad». Ma le teste angolari della Alberti Umberto Srl sono ovunque perché non c’è settore che non ne abbia bisogno: l’aeronautica per le ali, il carrello di atterraggio e la cabina degli aerei; l’automotive per le pinze freno; la plantologia per le protesi agli arti; l’armeria per i fucili da collezione. L’orgoglio del Made in Italy sta tutto qui e nella voce di Nadia Alberti: «Tedeschi e giapponesi sono molto bravi nella tecnologia, ma solo se schematica e replicabile: in quello che fanno manca l’intuizione vincente degli imprenditori italiani. Perché noi non siamo fatti per replicare ciò che abbiamo già fatto, ma nell’innovare e nel diversificare». Seguendo quel motto che da sempre ispira la Alberti Umberto: looking ahead!

Alberti Umberto Srl e quella telefonata da Cupertino