Coccole e fragranze biologiche: ecco come nasce il sapone che piace al mondo

Coccole e fragranze biologiche: ecco come nasce il sapone che piace al mondo

Saponificio Zeni Diamante Srl

zeni@saponificiozeni.it

Quaranta tonnellate di materia prima, in arrivo dalla Malesia, sono ferme in mezzo al mare. Tra onde e cielo. Un’immagine che si infrange sugli scogli della formicolante produttività dell’imprenditoria del Varesotto. Perché quel carico, al Saponificio Zeni Diamante Srl di Sumirago, lo attendono come il sole d’inverno. Nonostante si faccia magazzino, e dopo l’incalzare sui fornitori per l’acquisto di quantitativi sempre maggiori, l’alta volatilità delle materie prime è uno dei tanti fra i problemi che potrebbero scoraggiare gli imprenditori italiani. Invece, nei 2.500 metri quadri di quest’azienda che conserva gelosamente la storia dei suoi fondatori – nata nel 1938, restano ancora vivi nella memoria la tempra e l’entusiasmo di Diamante Zeni, saponificatore di vecchia scuola – Marco Crucitti e Federica Zeni, quest’ultima figlia di Diamante e di Franca Tredozi (ancora in azienda, «perché ciascuno fa la sua parte», dice con orgoglio), hanno più idee e progetti di quanti ne possano realizzare. Giovani, poco più che trentenni, marito e moglie, ce la faranno perché lo stanno già facendo.

CON L’ARTE DEL SAPONE L’EXPORT SALE AL 70%
Con loro, il Saponificio ha spostato le sue priorità produttive: ora si esporta in tutto il mondo, il fatturato estero è al 70% (la fiera di Hong Kong è stata un’esperienza da ripetere), il marchio Zeni è stato registrato nel 2016 e la vera regina è la linea agli agrumi. Ovunque. Anche se l’Oriente preferisce le fragranze più legnose, gli USA e l’Asia si spostano tra limone, lavanda e rosa e sotto Natale, secondo tradizione, le richieste occupano gli aromi di cannella e arancia, mela e spezie, muschio bianco. E la linea creata per le prossime festività ha già raggiunto buona parte dell’Europa e l’America con saponi a forma di abete, renna, campana: «In pratica, abbiamo fustellato il sapone modellandolo come si fa in cucina con il coppapasta», spiegano gli imprenditori. Che la produzione del sapone sia un’arte, lo sanno in pochi. Ha ragione Marco quando dice che «tutti lo usiamo, ma se si sapesse quanto lavoro ci sta dietro…». Tanto è dir poco.


IL PASSEGGIO TRA LE MACCHINE PER AUMENTARE LA POTENZA DI FUOCO
E’ per questo che al giovane, un talento imprenditoriale scoperto proprio allo Zeni, «piace passeggiare e pensare all’impresa, ascoltare le macchine che vanno o che si fermano, vivere il sapone». Perché tra le due linee di produzione, e le sette adibite al confezionamento, c’è anche tempo per riflettere: «Fallire fa parte dell’imprenditore». Ma fallire non è nelle corde di Marco e Federica. Tutt’altro. Fare impresa può anche essere divertente ed è «affascinante quando si vede uscire la saponetta dalla stampatrice: abbiamo una capacità di produzione che si aggira sulle sessanta tonnellate al mese, ma a seconda degli impegni riusciamo a salire anche a settanta».

TUTTO IL VALORE DEL MADE IN ITALY: DAI MACCHINARI ALLE FRAGRANZE BIOLOGICHE
Il punto fermo di Marco e Federica sta nella voglia di realizzarsi e di realizzare chi lavora per loro. I dodici collaboratori, due sono esterni, sono legati ai titolari da passione e iniziative di benessere aziendale: il presente, e il futuro del Saponificio Zeni Diamante, sta anche in questo. E in quel valore, prezioso, del Made in Italy. Che qui abbraccia macchinari e fragranze. I primi sono della Soaptec, della Binacchi, della Omis (tutte in provincia di Varese) e della Sas Mariani di Seregno. Le seconde, invece, attraversano il suolo della nostra Penisola e coinvolgono alcune aziende agricole con produzione biologica: la lavanda arriva dal Piemonte (Bollengo), la stella alpina dal Trentino (Val di Sole) e lo zafferano dalla Sardegna (Sulcis). A questo si aggiunge la cura per un prodotto che nasce da un’azienda certificata Certind e conforme ai requisiti della normativa UNI EN ISO 9001:2015. Quella che certifica i campi della fabbricazione e commercializzazione dei prodotti per toeletta come profumi, cosmetici, saponi e simili.

DAL SAPONE “ANTI COVID” ALLA LINEA “MAIOLICA”
E le macchine girano, sminuzzano, compattano e tagliano. Anche durante la pandemia da Covid 19. Il racconto si fa corale e alla voce di Marco si alterna quella di Federica e Franca: «In una settimana abbiamo perso sei mesi di lavoro programmato, ma nulla è stato buttato. In quegli anni, sempre attraverso nostre ricette esclusive sviluppate e testate dal laboratorio con il quale collaboriamo, è nato il sapone igienizzante Zeni con il Tea Tree Oil puro per un’azione antibatterica, germicida, antimicotica e antisettica. Potenziato, poi, con propoli e rosmarino. Ne abbiamo donati circa diecimila pezzi, monodose, all’Ospedale di Varese». E quest’anno, invece, è nata la “linea maiolica” che riprende i colori e le fantasie del Sud Italia: ciò che piace al mondo.

TUTTI I SEGRETI DI UN PRODOTTO DI QUALITA’ E LA SFIDA DELLO SHAMPOO SOLIDO
Ma ciò che piace a Marco è la realizzazione delle idee ed è per questo che ci accompagna subito in produzione: osservare da vicino la magia del ritmare meccanico gli illumina gli occhi. E lui ti affianca, spiega e racconta. Parla con i collaboratori e si confronta. Tutto si muove, a dispetto di quel futuro sapone dalla Malesia, lì fermo in mezzo al mare. Perché è da qui che arrivano quei trucioli, i migliori, che vengono arricchiti con burro di karité. Il segreto di un prodotto di qualità, però, sta in altro: «Il sapone, per essere di buona fattura, deve durare nel tempo. Come il nostro: liscio, lucente, compatto, omogeneo e consistente. D’altronde, se alcuni fra i marchi più famosi della cosmetica mondiale ci hanno scelto, un motivo ci sarà. E sta proprio nei nostri prodotti triplo macinati, che contengono meno acqua e più sapone effettivo». I motivi di questa crescita bilanciata sono tanti. A partire dalla specializzazione del Saponificio Zeni Diamante Srl nella cosmetica solida: «Dall’Inghilterra, alcuni produttori sono venuti da noi per capire come poter migliorare il loro truciolo per permettere alle macchine di lavorarlo meglio. La visita è servita per arrivare ad un upgrade del manuale di produzione». Una soddisfazione che non arresta la spinta creativa di Marco e Federica. Perché la sfida dello shampoo solido bussa ormai alla porta e i due giovani accetteranno anche questa: «Basta crederci».

Coccole e fragranze biologiche: ecco come nasce il sapone