DolciSapori impasta la passione per torte e golosità con il gusto per la qualità

DolciSapori impasta la passione per torte e golosità con il gusto per la qualità

Marcello Chini - Dolcisapori

info@dolcisapori.it

Marcello Chini guarda dritto in macchina, fa una pausa e dice: «Ho fatto tanto, ma tanto devo anche a mia moglie Patrizia Tenore: il suo incoraggiamento non è mai mancato». Ed è quello che conta, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà: «La crisi da Covid ha tagliato del 20% il fatturato della Dolcisapori: quest’anno ne abbiamo recuperato più della metà, ma per andare alla pari ci vorrà tempo”. E fantasia.

DALLE BRIOCHE LUCCHINI AL BIOGAS, COSI’ NASCE LA DOLCISAPORI

Marcello Chini Dolcisapori

Dopo gli investimenti, la platea dei clienti che si restringe ma anche si amplia, il lavoro a pieno regime per reagire agli scossoni dei competitor, l’invenzione è un ingrediente sul quale si scommette per fare lievitare non solo paste e dolci, ma anche il business.

Un’inventiva che non manca certo di razionalità ed esperienze. A partire da quelle giovanili di Chini: laurea nel 1983 in Scienze Agrarie con una tesi sul biogas, le consegne a Milano delle brioche Lucchini (per il quale lavora Angelo, papà di Marcello) due volte la settimana per mantenersi agli studi e poi il 1988, “l’anno delle strategie”. La vendita di dolci, soprattutto dopo la chiusura dell’attività Lucchini nel 1989, entra definitivamente nella vita di Chini grazie ai consigli di un amico. E nel 1991, quando ancora il futuro imprenditore si sposta in provincia su di un furgone per piazzare la merce, tutto cambia: «Una ragazza di Gavirate disegna il logo di quella che sarà l’azienda, ma dietro la richiesta di prodotti freschi decido di creare una mia pasticceria e parto con cinque prodotti di punta».

L’ESPERIENZA DELLE PASTICCERIE VARESINE NELLA STORIA DELLO SBRODOLONE

Marcello Chini Dolcisapori

Il come lo si deve raccontare, perché non è da meno di un libro d’avventura: «Nel 1991 acquisto La Caravella di via Bainsizza: assumo un pasticcere vietnamita bravissimo che non parla l’italiano ma il dialetto lombardo. L’anno dopo – rimarca con entusiasmo Chini - chiudo il laboratorio a Varese, prendo contatti con il capo pasticcere della vecchia Lucchini ormai assunto nella Gastronomia di Brebbia e poi, nel 1996, ecco l’acquisizione del laboratorio Ronchi a Casalzuigno. Nel 2001 fondo tra loro i laboratori di Brebbia e Casalzuigno e compro la Pasticceria Sette Laghi di Angera per concentrarmi sulla produzione dei Brutti e Buoni. Ed eccomi a Gemonio: 1.900 metri quadri dove si trova tutto il mondo della Dolcisapori».

Che anche oggi ha i suoi prodotti di punta: gli immancabili Brutti e Buoni, il Dolce Varese e lo Sbrodolone. E che accanto ad un vasto assortimento di pasticceria fresca non dimentica quella secca e surgelata.

MATERIE PRIME MADE IN ITALY E FILIERA CERTIFICATA

Trentuno dipendenti, due pasticceri dedicati alla decorazione delle torte da cerimonia, un tecnologo – Mattias Bertucci - che si occupa del controllo igienico-sanitario del laboratorio, delle specifiche sulle etichette e si relaziona con il controllo qualità dei supermercati, un piccolo esercito nel confezionamento, la logistica che corre contro il tempo («raggiungiamo un nostro cliente nel Veneto tutte le notti», dice l’imprenditore), la sorella Nadia e poi Claudia in amministrazione: la macchina funziona. E fa funzionare la Grande distribuzione: «Seguiamo i capitolati dei singoli prodotti alla virgola, assembliamo il prodotto come lo chiede il mercato e ci affidiamo ad una scorta di materie prime che ci garantisce di essere sempre attivi. Tutte Made in Italy: farine della Pianura Padana, burro Granarolo, semilavorati della Irca». E a maggio arriverà la certificazione della filiera produttiva con Bureau Veritas.

COOP, TIGROS, AUCHAN E CARREFOUR, “MA LA PANDEMIA CI HA FATTO PERDERE IL TRENO”

Marcello Chini Dolcisapori

Dolcisapori è una pasticceria industriale nella quale batte il cuore della passione: nei suoi reparti è un intrecciarsi di mani impegnate ad impastare, sfornare, glassare, stendere e farcire. Tra profumi e aromi di un tempo, cascate di cioccolato fuso e frolle burrose, a Gemonio la frenesia della produzione è una sfida, vinta, contro un mercato che Marcello Chini ha saputo conquistare prendendolo per la gola. Così, questa impresa serve «la Coop svizzera da quindici anni e il Gruppo Tigros da diciotto e poi Auchan, Bennett, Carrefour con dolciumi che si fanno in modo veloce e con facilità, che durano nel tempo e non si rompono. Nel mese di gennaio del 2020 – ricorda ancora l’imprenditore – avevamo vinto una gara per servire brioche su Freccia Rossa e Italo. Poi, è arrivata la pandemia e i giochi sono cambiati».
Così come è cambiato il gusto dei consumatori: «Sono molto più attenti agli ingredienti – prosegue Marcello Chini – e ai prodotti salutari: le etichette lunghe non piacciono più ed è bene raccontare ogni singolo ingrediente.

GUARDA IL VIDEO

Una dolce passione