Il nostro eco-viaggio nel mondo della plastica/9. Luigi Bandera Spa: «L’innovazione è uno stato mentale. E fa bene anche all’ambiente»

Il nostro eco-viaggio nel mondo della plastica/9. Luigi Bandera Spa: «L’innovazione è uno stato mentale. E fa bene anche all’ambiente»

Costruzioni Meccaniche Luigi Bandera Spa

lbandera@lbandera.com

«L’innovazione è uno stato mentale», e di questo principio la Costruzioni Meccaniche Luigi Bandera Spa ne ha fatto un must. Da sempre. E’ facile accorgersene quando Michele Bandera, membro del Consiglio di amministrazione dell’azienda, ti accompagna dentro e fuori i capannoni della sede di Busto Arsizio fino a farti sentire piccolo, piccolo di fronte ad un gigante d’acciaio che rappresenta, nella produzione dell’azienda, un gioiello di ingegneria. E che, nella sua maestosità, è un’espressione compiuta delle vette raggiunte dalla Bandera Spa nella progettazione e produzione di linee per l’estrusione di materie plastiche per il packaging & converting (film in bolla, foglia lastra). In sole quattro parole: tecnologia, innovazione, ricerca e sperimentazione.

NON C’E’ EFFICIENZA SENZA RICERCA
Nata ufficialmente nel 1947, ma già attiva due anni prima, l’azienda trova in Luigi Bandera un vero precursore di quello che sarà, prima in Italia e poi nel mondo, il futuro dell’estrusione nelle materie plastiche. Una vite da 60 millimetri dà il via all’avventura di questa famiglia che, negli anni Cinquanta, è già un modello imprenditoriale pronto ad accreditarsi come leader del settore nel 1980. Anno in cui l’azienda si certifica ISO 9001. Il percorso per un’affermazione senza confini si compie velocemente fino ad arrivare al 2015, anno in cui viene inaugurata The House of Extrusion® per le attività di R&S e i test sulle linee di produzione complete. A questa si aggiunge il laboratorio EA – Extrusion Academy®, che porta Bandera ad occupare l’intero processo aziendale, dalla ricerca allo scale up industriale (realizzazione di impianti in scala industriale sulla base di una sperimentazione preliminare condotta su un modello di minori dimensioni).
Al centro ci sono sempre i clienti, con le loro esigenze sempre più personalizzate: a queste si risponde con consulenze di engineering mirate e la rete globale di servizi post-vendita a livello internazionale.
 



UN’AZIENDA ENVIRONMENTALLY FRIENDLY SI RACCONTA NEL BILANCIO DI SOSTENIBILITA’
In tutto questo, trova posto la sfida aperta dalla transizione ecologica e le azioni con le quali la Luigi Bandera Spa ha deciso di affrontarla. Michele Bandera parla di «environmentally friendly. Di un’impresa rispettosa dell’ambiente che, nel 2022, ha pubblicato il suo primo Bilancio di sostenibilità. Un passo nato dai frequenti audit che abbiamo tenuto presso gli stakeholder per capire quale fosse la loro percezione nei confronti della nostra azienda e del suo impegno nei confronti dell’ambiente. Per quanto riguarda il rapporto tra scelta del posto di lavoro e impresa green, posso dire che la transizione ecologica non è ancora considerata un vero driver in grado di incidere sulla decisione del collaboratore. Sul tema dello smart working c’è una sensibilità più elevata».

UP-CYCLING: ECOLOGICAMENTE (ECONOMICAMENTE) SOSTENIBILE
Ma l’impresa, che per sua stessa definizione è un soggetto in divenire, si trasforma. Ed è proprio per questo che in quest’azienda di Busto Arsizio è stata lanciata un’apposita business unit dedicata al tema del riciclo. Ancora Michele Bandera: «Nelle materie plastiche, la parola riciclo ha dato una vera svola al settore perché la sensibilità è cambiata. Così, si risponde alla sfida green con una plastica che viene recuperata, rigenerata e riutilizzata per scopi nobili. La materia prima-seconda di cui si parla sempre più spesso ormai circola normalmente nelle aziende. Ma bisogna essere chiari: la plastica, come la si conosce oggi, non scomparirà. Neppure tra dieci anni». Come cambiare passo? «Bisogna investire, e tanto, nella R&S per rendere il processo di riciclo il più efficiente possibile. Ma molto dipende anche dal consumatore finale». Una risposta concreta al problema, la Luigi Bandera Spa la dà con le Tecnologie Recycling. E’ qui che l’ecologicamente sostenibile diventa economicamente sostenibile con la sinergia tra tecnologia, ricerca e approccio customer-centric. E con macchine dedicate al riciclo post-industriale e post-consumo per garantire all’estrusione del riciclato gli stessi range di qualità e quantità della materia prima tradizionale. In sintesi, si punta alla nobilitazione dei materiali riciclati.

UN ECOSISTEMA CHE INVESTE E RINNOVA: LA DIGITALIZZAZIONE AL CENTRO
Con un fatturato estero all’85%, una filiale negli Stati Uniti (aperta nel 2019) e una Cina, sei centri di assistenza a coprire tutti i Continenti, una fitta rete di agenti e più di duecento dipendenti, la Bandera scommette anche sulla digitalizzazione, che «qui è trasversale su tutte le funzioni aziendali – prosegue Michele Bandera – e che chiediamo venga introdotta in tutta la filiera dei nostri fornitori: con le multinazionali è più semplice, ma ci sono buoni risultati anche con le realtà medio-piccole. A legarci alle une e alle altre è proprio questa necessità di investire e rinnovare, perché Bandera pensa al mondo imprenditoriale come ad un unico ecosistema».

GIUSTO PREZZO E BRAVURA NON BASTANO PIU’
Insomma, la crescita dell’azienda deve coinvolgere tutti: è questo il punto sul quale si concentra il giovane imprenditore. Perché «insieme si possono “imparare” nuovi modi di lavorare. Un passo necessario di fronte ad una clientela sempre più multinazionale che ci chiede non solo performance sempre più elevate e prezzi giusti, ma anche risposte pronte sugli aspetti contrattualistici, legali, nell’assistenza post-vendita, nella sostenibilità, nella continuità generazionale, nell’organizzazione snella. E puntualità». Ma la filiera non si deve inceppare, e qui il discorso si fa ancora più pragmatico: «E’ fondamentale distribuire il proprio carico di lavoro su più Pmi con un’attenzione al territorio: tanta minuteria e piccoli componenti vengono realizzati per noi da molte aziende famigliari della provincia».

LA JOB ROTATION AIUTA AD ESSERE PIU’ ATTRATTIVI
«E’ un’altra sfida sulla quale si devono concentrare le imprese: essere attrattive nei confronti dei propri collaboratori e di quelli che entreranno a fare parte del team – dice Michele Bandera -. Per farlo, si deve proporre qualcosa di allettante ai dipendenti sotto il profilo delle soddisfazioni e della crescita personale. Valorizzandoli e premiandoli anche con un piano carriera. Bisogna aiutarli a realizzare le proprie aspirazioni. E’ per questo che alla Bandera il turnover è molto basso. Cosa può aiutare? La “job rotation”: i futuri titolari devono entrare in azienda ancora giovani e passare del tempo in produzione, nei diversi processi dell’impresa, per conoscere nei minimi particolari il loro funzionamento. Qui tutti abbiamo fatto così: io, i miei fratelli e i miei cugini. E abbiamo anche avuto il giusto spazio per proporre nuove idee».

Non c'è efficienza senza ricerca. Anche nella transizione ecologica