Stamperia Olonia
olonia@olonia.it
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La sostenibilità, vent’anni fa: crederci, al di là dei primi segnali dei mercati, era soprattutto un fatto di responsabilità. Nei confronti della propria azienda ma anche di quei consumatori che nelle scelte etiche di un’azienda riponevano le speranze di un cambiamento di cui, oggi, si parla quotidianamente alla luce di quei principi ESG (ambiente, società, politica societaria) che non sono più “slogan economici” ma pilastri del futuro. Colonne dei bilanci imprenditoriali.
Mauro Miele, amministratore delegato della Stamperia Olonia con sede a Gorla Minore, nella sostenibilità ci ha sempre creduto. E il suo percorso, fatto di un’attenzione sempre più alta su ambiente, salute e sicurezza dei propri collaboratori, inizia proprio vent’anni fa. A sottolinearlo è proprio lui che, con garbo e orgoglio, ci racconta di una scelta etica che prende il via da quella “materia viva” che, in azienda, è tutto: «Qui escludiamo qualsiasi tessuto ottenuto dal petrolio: le nostre fibre sono esclusivamente naturali – cotone, cotone lino, cotone seta, seta da Pakistan, India e Cina – e dal 2005 abbiamo ottenuto la doppia certificazione (sistema integrato) su qualità e ambiente».
SOSTENIBILI PER SCELTA: UNA FILOSOFIA AZIENDALE CONDIVISA
Un passo in più per l’azienda; un salto per i suoi collaboratori: «Le certificazioni danno un metodo a tutti: si tratta, in fondo, di filosofia aziendale condivisa». Una filosofia che si incolla al pragmatismo imprenditoriale: «Attenzione alle sostanze chimiche utilizzate nei processi aziendali, prodotti a basso impatto ambientale (free formaldeide con ridotto contenuto di VOC), certificazioni internazionali (Oeko-Tex e GOTS, Global Organic Textile), adesione al progetto ZDHC ((Zero Discharge of Hazardous Chemicals), che si concentra sui principi di trasparenza e di gestione delle sostanze chimiche secondo un approccio integrato di prevenzione e precauzione. Miglioriamo continuamente i nostri trend e, in questi ultimi anni stiamo anche sperimentando il riutilizzo del filo di cotone». Perché tante certificazioni? Ancora Mauro Miele: «Da un lato questi “sigilli di garanzia”, compresa una contabilità sempre più precisa e trasparente, ci assicurano un accesso privilegiato ai mercati e ci rendono sempre più preparati di fronte a quella globalizzazione che chiede processi sempre più sofisticati. Dall’altro, alcuni gruppi per i quali lavoriamo hanno sviluppato certificazioni ad hoc che devi fare tue: ne è interessata tutta la filiera dei loro fornitori, quindi il gioco è “o sei dentro o sei fuori”. E gli audit, per controllare la conformità agli standard richiesti, sono ormai una prassi consolidata: ne abbiamo uno ogni mese».
IL SOFTWARE CHE TIENE SOTT’OCCHIO I CONSUMI ENERGETICI
Tessile è anche sinonimo di consumo energetico: dall’elettricità all’acqua. Volete che Mauro Miele non ci abbia pensato? Lo ha fatto, con «un software che monitora in modo puntuale il consumo delle linee di produzione, con la sostituzione del parco macchine con impianti più moderni, efficienti, sicuri ed energeticamente vantaggiosi, con un recupero sempre più elevato di acqua». Tutto questo «contribuisce ad un ambiente di lavoro migliore ed è una garanzia per le future generazioni».
QUANDO I TESSUTI BIANCHI DIVENTANO OPERE D’ARTE
Leader nella produzione in conto terzi di tessuti naturali stampati per la casa e l’abbigliamento, la Stamperia Olonia parte dai «tessuti scelti direttamente dai clienti. Che indicano anche design e soggetti. A noi il compito di definire con loro la colorazione, ma trasformare l’idea in qualcosa di unico dipende dalla creatività, dall’esperienza e dalla tecnologia di cui dispone la Stamperia Olonia. Tutto prende il via dal tessuto che, una volta sbiancato e stampato, viene nobilitato (finissaggio) per dargli morbidezza e lucentezza. Per poi raggiungere i clienti in tutto il mondo che si occupano del confezionamento: camice, vestiti, accessori moda e articoli per la casa», dicono gli imprenditori.
LA STAMPERIA OLONIA, NEL GRUPPO LIBERTY, VESTE LA REGINA D’INGHILTERRA
La Stamperia Olonia – dal 2014 parte integrante del gruppo Liberty, conosciuto in tutto il mondo per i caratteristici fiorellini e per la base del Tana Lawn, tessuto caratteristico in cotone deliziosamente fine, morbido e resistente - è un colosso del mondo tessile. Dice, l'amministratore delegato: «I nostri prodotti sono cento per cento Made in Italy, ma in pieno British Style». In Inghilterra, la Liberty è un’icona perché «i suoi prodotti unici sono ricercatissimi. Da questa nostra collaborazione sono nati capi di abbigliamento ancora più definiti e particolari indossati – faccio solo alcuni esempi - da Camilla Rosemary Shand, Regina d’Inghilterra; dallo chef Bruno Barbieri e dai figli dei Ferragnez», sottolinea Mauro Miele.
CAVALCARE L’ONDA DELLA GRANDE CRISI: NON E’ SOLO UNA QUESTIONE DI CORAGGIO
E’ lui ad aver fatto crescere questa azienda, fondata da papà Alfonso nel 1969, dai quindici dipendenti del 1981 ai centodieci di oggi. E dice: «Molti degli assunti storici sono ancora qui, e chi ha ormai maturato la pensione ha deciso di fermarsi. Forse per altri due anni». Inutile, o quasi, chiederne le ragioni: «Difficile trovare manodopera. Da tempo assumiamo soprattutto stranieri da Bangladesh, Ski Lanka e Africa». E’ questa una, fra le ultime, coraggiose virate di Mauro Miele. Che all’intuizione del padre - «si accorse della mancanza di stamperie sul territorio, e così si buttò» - dalla metà degli anni Ottanta investe in innovazione e Ricerca e Sviluppo. L’obiettivo? «Avere un prodotto al di sopra della media e diverso da ciò che propongono i miei competitor». Ma il coraggio, senza una visione netta e chiara del futuro, è poca cosa. E’ così che Mauro Miele cavalca l’onda della grande crisi tra gli anni Ottanta e i primi Novanta: «Ho fatto debiti a non finire, ma allora le banche davano credito agli imprenditori. Oggi è un po’ diverso, ma a fare la differenza sono sempre le idee. Nel mio caso, ho creduto nello sviluppo interno di nuove linee di produzione, nel diventare più flessibili e dunque più produttivi. E’ sempre una questione di qualità, sempre più alta». Ma gli anni Novanta segnano anche la «conquista dell’Europa» da parte della Stamperia Olonia. Ancora l'amministratore delegato: «Competere con il Far East è più complicato perché il settore tessile più a buon mercato è nelle loro mani. Noi ci siamo concentrati sulla fascia più alta, e così oggi il nostro fatturato estero si aggira sul 75%». Fatturato che, per il 50%, è fatto da quella stampa digitale affidata al figlio, Simone Miele: «Il passo era obbligato: questa tipologia di stampa è più flessibile rispetto a quella tradizionale ed è più sostenibile perché si lavora senza problemi su lotti di quantità ridotte. Il mercato europeo sta andando in questa direzione».