Tessitura Attilio Imperiali: quando il lusso non fa una piega

Tessitura Attilio Imperiali: quando il lusso non fa una piega

Tessitura Attilio Imperiali Spa

luca.viviani@attilioimperiali.it

Se l’arcobaleno fosse fatto di fili, la Tessitura Attilio Imperiali Spa riuscirebbe a lavorare anche quello. Nello showroom dove ci ospita Luca Viviani, Direttore generale di un’azienda che conta quaranta collaboratori, negli ultimi due anni cresciuti del 30%, è un rifiorire di policromie, di accostamenti rari, di esempi d’arte artigianale dove gli intrecci di trama e ordito sembrano preludere a quella cromoterapia figlia della grande tradizione del Made in Italy. In una fra le culle del tessile italico – l’azienda ha sede a Lurate Caccivio – nasce un prodotto che ha fatto e fa la storia di calzature e accessori. Il suo nome è sigillo di qualità e competenza, di esperienza e Know how, di inventiva e celebrazione del ben fatto: Raso Imperiali.

DAI PRIMI DEL ‘900 AD OGGI, LA STORIA DI UN’IMPRESA CHE NON STA MAI FERMA
La storia di un’azienda non racconta solo il suo passato, ma anche la sua spinta al domani: fondata da Attilio Imperiali nei primi del Novecento, questa impresa cresce con il figlio Marco per poi confermare la sua leadership con il nipote Attilio e, oggi, con le sorelle Alessandra e Claudia (rispettivamente AD dell’azienda e responsabile dell’intero ciclo che porta dalla conferma d’ordine in su), in azienda con mamma Marica. Agli anni Cinquanta risale il lavoro ai telai affidati alle tessitrici che lavorano da casa; dieci anni dopo i macchinari di proprietà della Attilio Imperiali vengono ritirati per prendere posto nel primo stabilimento dell’azienda, mentre negli anni Novanta la leadership dell’impresa è ormai consolidata e la produzione accelera. Nel XXI secolo, due sono le mosse vincenti dell’azienda: l’acquisizione della licenza d’uso esclusiva di marchio e prodotti “1897 Segre e Schieppati” (con la quale si amplia la proposta dei tessuti cotonieri, partendo dalla Tela Olona) e quella del converter “Serikos 1984”, attivo sul mercato internazionale dell’abbigliamento e della ricerca e sviluppo tessile.


UNA REALTA’ PACATA E RIFLESSIVA CHE PUNTA SUI GIOVANI
Luca Viviani, «ingegnere nucleare due vite fa» con trascorsi in consulenza aziendale, è alla Attilio Imperiali dal 2017. E dice: «Questa è la mia prima esperienza nel settore tessile e sono pienamente coinvolto in questa azienda sempre pronta a scommette sui giovani e sulla loro energia. Una realtà declinata al femminile (il rapporto tra uomini e donne è tre ad uno), pacata e riflessiva, che ravviva con continuità il rapporto con il territorio: la maggior parte dei collaboratori abita nelle vicinanze dell’impresa e la famiglia Imperiali è di Lurate Caccivio. Qui si sta bene e si lavora volentieri, perché la stessa cura che rivolgiamo allo studio dei prodotti, e alla loro realizzazione, la poniamo nella formazione dei dipendenti». Il segreto? Un mix di passione, determinazione, coraggio e curiosità.

IL RASO IMPERIALI DA’ VALORE AI BRAND MONDIALI DELLA MODA
Quando si parla di prodotti, a tenere banco è quel Raso Imperiali che, composto da seta e viscosa, ha cambiato per sempre il settore tessile. Viviani lo racconta così: «Questo tessuto, che rappresenta l’80% del fatturato (la restante parte arriva dall’abbigliamento), è corposo e pieno ma, allo stesso tempo, morbido al tatto per poter essere modellato nelle forme e nelle pieghe delle creazioni di calzature esclusive e di borse». Un tessuto con il quale si rivestono gli accessori del lusso, richiesto dai calzaturifici più blasonati a livello internazionale (sono questi i clienti della Attilio Imperiali) e poi diretto ai brand più importanti della moda mondiale. Un brand nel brand perché, di fatto, la Tessitura Attilio Imperiali è il Raso Imperiali. A tutti gli effetti una “piattaforma di prodotto” nella quale convergono «migliaia di referenze e più di centossessanta colori: sui tessuti da calzature siamo ottimi consulenti applicativi».

IL “FIT FOR USE” PER UN TESSUTO TECNICO E RAFFINATO
In poche parole, il Raso Imperiali è un prodotto che, attraverso una continua Ricerca e Sviluppo, si è affermato grazie al suo essere “fit for use”: «Il 99% delle borse e calzature d’alta gamma – si parla di scarpe che superano i mille euro a paia – è rivestito con il Raso Imperiali. In questo settore rappresentiamo una sorta di monopolio, anche perché dalla sua nascita questa impresa è riuscita a realizzare un tessuto che si lavora senza difficoltà e che è antisfilo. Da qui il “fit for use”, quell’insieme di lavorazioni che lo rendono adatto all’utilizzatore finale donando piacere ed eleganza – con una sorprendente lucentezza - ad ogni movimento. Inoltre, i trattamenti idrorepellenti e antimacchia lo rendono eterno e all’altezza di un target che da sempre richiede una raffinatezza che non rinuncia alla sostenibilità».

SOSTENIBILI DAL 2018: VISCOSA CERTIFICATA E SETA BIOLOGICA
In questa esperienza nel settore tessile aperta otto anni fa da Viviani si sono alternati alti e bassi, duri contraccolpi e improvvise riprese, scelte imprevedibili dei mercati, nuove tendenze che depistano la produzione, una diversa propensione all’acquisto da parte dei clienti e nuovi target nella clientela: «I giovani sono molto attenti a tutto ciò che è sostenibile, ma oggi le imprese che riescono ad aggredire meglio i mercati sono quelle che propongono il miglior rapporto qualità-prezzo prestando una grande attenzione al fattore “demografia”. Questa è un indice che ormai fa la differenza».
Per la Tessitura Attilio Imperiali Spa, la sostenibilità è una scelta che risale al 2018: «Siamo stati irremovibili: da quell’anno l’azienda produce solo con materie prime sostenibili e certificate. Così, il Raso Imperiali è realizzato con Viscosa certificata EcoVero ottenuta da foreste certificate Fsc (corretta gestione forestale e tracciabilità dei prodotti derivati) e seta biologica Gots (certificazione di prodotti tessili rispettosi dell'ambiente e dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori). Per quanto riguarda tintorie e finissaggi, siamo certificati Zdhc – Zero Discharge of Hazardous Chemicals, per eliminare gradualmente l’uso di sostanze chimiche nei prodotti. Già nel 2015 avevamo sottoscritto il Progetto Detox, che si concentra sulla sostenibilità della filiera moda». I pannelli fotovoltaici coprono il 60% del bisogno energetico dell’azienda.

NELL’OCCHIO DEL CICLONE
Nonostante questa tensione della Attilio Imperiali a processi e prodotti d’eccellenza, i morsi della crisi si fanno sentire. Ancora il Direttore generale: «Il 2024 si è chiuso con un fatturato in calo di circa il 40% contro una media del distretto del 20%. Tra il 2022 e il 2023 abbiamo vissuto un periodo pazzesco, e dal mese di giugno di due anni fa la discesa è continua: i clienti acquistano molto meno e le quantità, a volte, sono così minime da somigliare a campionature. Le direzioni creative che scelgono i nostri tessuti hanno sede in Italia e Francia, ma gli stessi brand sono in difficoltà: nessuno sa dare una ragione a questo rallentamento, ma i clienti che incontriamo alle Fiere – partecipiamo a Milano Unica e Linea Pelle - dicono che la crisi potrebbe continuare ancora per mesi. Il Raso Imperiali è il nostro prodotto di punta perché è riconosciuto come prodotto di altissimo livello e con un elevato contenuto di saper fare artigianale, però se il trend dell’abbigliamento scende lo fanno anche gli accessori».

CAMBIARE LA ROTTA TRA RIORGANIZZAZIONI E COINVOLGIMENTO DEI CLIENTI
Così, ai contraccolpi dell’economia instabile bisogna rispondere con pragmatismo ma anche inventiva. Se gusti e consumi cambiano, anche l’organizzazione produttiva e commerciale deve cambiare rotta. Il come lo racconta Luca Viviani: «Negli ultimi anni abbiamo lavorato sullo sviluppo delle collezioni, ma per ridurre la nostra esposizione al rischio del settore Moda dobbiamo coinvolgere direttamente i clienti nello studio delle creazioni, e nel processo di sviluppo, e aggiungere nuovi articoli al nostro portfolio per fare risk pooling: meno scorte si sicurezza e un vantaggio economico per l’azienda. Inoltre, in linea con un target giovane che dimostra di saper scegliere è sempre più importante diversificare l’offerta. Il pret-a-porter? Ci siamo ritagliati un ruolo da converter».

Quando il lusso non fa una piega