
Virdis Srl
amministrazione@virdissrl.it
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Non è un caso che Simone Virdis, quarantaduenne co-titolare con il fratello Davide (30 anni) della Virdis Srl, abbia scelto la strada dell’imprenditoria. Il padre Marco ha lasciato l’impronta: nel 1971 arriva dalla Sardegna, è caporeparto in alcune realtà del settore delle materie plastiche, nel 1990 fonda la VI.BR Snc e nel 2005, con i due figli, dà vita alla Virdis Srl specializzandosi nella termoformatura sottovuoto (stampaggio della plastica partendo dalla lastra) e schiumatura in poliuretano per la catena del freddo. Ma c’entra anche quella carriera nel motocross agonistico, dove Simone svetta fino ai Campionati Italiani e al Mondiale MX3 su moto Honda: «Questo sport ti insegna a sgomitare e, se ti fai fale, impari la lezione: ti rialzi e vai avanti».
Ecco l’anima vera dell’imprenditore che, però, ancora prima si diploma alla Scuola Alberghiera e cerca di mettere a fuoco ambizioni e obiettivi: «Aprire un chiringuito in spiaggia non mi avrebbe soddisfatto: mio padre aveva bisogno di noi – Davide, che segue la produzione, è entrato in azienda subito dopo il diploma all’Istituto Professionale - e così ho imparato tutto, partendo da zero». L’anima dell’imprenditore esce nuovamente allo scoperto: «Passi in un batter d’occhio dalla felicità per una nuova commessa alla preoccupazione di un mercato che cambia troppo velocemente».
DA QUINDICI ANNI CI PIACE IL FREDDO
La Virdis Srl, però, ha imparato a sgomitare e ad affrontare gli scossoni dell’economia: «Siamo una fra le poche aziende che sono in grado di lavorare contemporaneamente polietilene e poliuretano. Specializzati nella termoformatura profonda, realizziamo prodotti che vanno da uno spessore di 1 millimetro a 8 millimetri». Per un’immensità di settori: dispositivi medicali, rivestimenti e protezioni per attrezzature industriali, carter e produzione automotive, arredo per interni ed esterni, contenitori in plastica, pannelli e insegne pubblicitarie. Ma è l’isolamento termico, in particolare per la refrigerazione industriale, a fare la differenza. A raccontarlo è ancora Simone Virdis, che in azienda si occupa di acquisti, aspetti commerciali e sperimentazioni sui materiali: «Questo settore richiede il riempimento di tutte le cavità con una schiuma poliuretanica speciale affinché la dispersione termica sia azzerata, consentendo all’intero impianto di mantenere una temperatura omogenea. Questo si rivela fondamentale per garantire l’efficienza di celle frigorifere, banchi frigo, abbattitori».
MATERIE PRIME DI QUALITA’ E PLASTICA ALIMENTARE
Lavorazioni di nicchia che raggiungono Germania, Inghilterra, Repubblica Ceca. E ora si sta lavorando anche per conquistare la Romania: «Siamo sul mercato grazie alla nostra competenza, capacità produttiva e qualità del prodotto – sottolinea il titolare – perché alla Virdis Srl utilizziamo solo materie prime di altissima qualità, anche vergini, che garantiscono ottime prestazioni e resistenza: la plastica PS, ABS, polietilene tereflatato e Koblend, un mix tra polietilene e polistirolo composto appositamente per la nostra azienda per ottenere prodotti che possano resistere a lungo all’azione degli agenti chimici. Siamo in controtendenza rispetto all’uso di materiali riciclati, ma da quando è nata l’azienda utilizziamo solo plastica alimentare proveniente da filiera tracciata. Le certificazioni? Per ora la ISO 9001:2015, ma la prossima sarà la ISO 45000 per certificare i sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro».
ISOPOD®, RICERCA DI NUOVI MATERIALI E COLLABORAZIONE TRA SENIOR E JUNIOR
L’azienda di Lonate Ceppino è in continuo movimento e, in questi ultimi anni, è sempre più impegnata a proporsi a livello regionale e nazionale come leader innovatore nel settore della coibentazione commerciale e industriale. Da qui nasce ISOPOD®, un sistema di protezione per cavi, tubi e altri componenti di impianti caldo-freddo. Come funziona? Risponde Simone Virdis: «Grazie a speciali gusci e guaine in polietilene reticolato espanso a cellule chiuse, siamo in grado di garantire il perfetto isolamento e ridurre a zero la condensa prodotta dalla circolazione di liquidi, gel o gas refrigeranti industriali». Ma nel futuro dell’azienda c’è molto altro: «Stiamo studiando nuovi cicli di produzione, nuovi materiali da proporre al mercato (plastica ecologica e poliuretano a bassissimo impatto ambientale) e vorremmo ottenere la certificazione Yellow Card per esportare negli Stati Uniti e in Canada». Progetti importanti per un’azienda che conta venti dipendenti con un’età media di 34 anni e da sempre si concentra sulla continua interazione tra senior e junior: «Qui c’è totale fiducia tra i titolari e i dipendenti: tutti hanno obiettivi precisi e la reciproca competenza, che porta nuove idee e suggerimenti, aumenta la competitività».
LA FATICA DI ESSERE IMPRENDITORI
Simone Virdis ha lo sguardo deciso di chi sa che fare impresa richiede polso fermo ed equilibrio. Ma la domanda che più lo fa riflettere è questa: «Possiamo ancora definirci imprenditori? Se guardo ai tempi in cui iniziò mio padre, oggi il rischio d’impresa è ormai troppo elevato rispetto al beneficio che ne ottieni. Anni fa, il boom economico aveva dato una spinta alle imprese e il peso della globalizzazione era sicuramente inferiore rispetto ad oggi. Ora, invece, il carico fiscale è arrivato alle stelle; la pianificazione è a sei mesi, o anche meno, mentre tempo fa organizzavo il lavoro a cinque o più anni; si dedica più tempo alla burocrazia che alla produzione e la concorrenza estera non sempre è normata. Invece, bisogna valorizzare il prodotto italiano, tutelando i fornitori. Che devono essere italiani e devono lavorare all’interno della filiera seguendo le stesse regole. E’ brutto a dirsi, ma per chi fa impresa le situazioni più favorevoli spesso si trovano al di fuori dai confini italiani».