Anche il mondo dell’autoriparazione non è più quello di una volta. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi: la carenza di manodopera specializzata dotata di professionalità green continua a preoccupare gli imprenditori. Ma il dibattito sul futuro della filiera auto non è di questi tempi, anzi. Nel 2021, ad interrogarsi sulle potenzialità di un settore in grado di muovere l’economia lombarda, è stato Confartigianato Imprese Varese, che allora – dati alla mano – aveva già sollecitato le istituzioni dei territori – duemila aziende appartenenti a cinque macrosettori tra le province di Varese, Milano, Como, Monza Brianza, Lecco, Verbano-Cusio-Ossola e Novara – con uno studio affidato a The European House Ambrosetti (Teha Group) e dedicato interamente alla mobilità avanzata.
I NUMERI DELLA FILIERA AUTO
A livello nazionale, la filiera auto conta:
La dinamica occupazionale di lungo periodo mostra come l’autoriparazione sia il comparto più vitale, con un incremento del 5,7% degli addetti dal 2012 al 2023.
Dopo la fiammata inflazionistica del 2022-2023, nei primi sette mesi del 2025 i prezzi di manutenzione dei veicoli crescono del 2,8% a fronte del +4,3% della media UE segnando la miglior performance tra i principali paesi europei: Germania (+5,6%), Spagna (+3,3%) e Francia (+3,2%).
VARESE GUIDA IL CLUSTER DELLA MOBILITA’ AVANZATA
Quello che in quel 2021 sarebbe potuto essere un azzardo, mosso però da coraggio e lungimiranza, oggi si sta trasformando in realtà da toccare con mano. Perché Varese è la terza provincia italiana, e la prima in Lombardia, per numero di autoveicoli elettrici e ibridi in rapporto alla popolazione - 12,59 ogni mille abitanti (dati 2019) – e la seconda, dopo Milano, per numero di imprese potenzialmente coinvolgibili nella mobilità avanzata (206). Inoltre, dopo Milano e Monza Brianza, il nostro territorio entra in classifica per fatturato (2,5 miliardi) e occupati (oltre seimila addetti).
Sono i dati a supportare l’ipotesi che il territorio di Varese possa candidarsi ad hub della mobilità avanzata, perché «fulcro di una rete di imprese distribuite nelle aree limitrofe (il cluster coinvolge tutte le attività da monte a valle, con una forte componente manifatturiera)» in grado di intercettare «un bacino di utenza più ampio, su scala sovra provinciale».
ALLA SCUOLA DE AMICIS NASCE L’HUB DI RICERCA PER LA MOBILITA’ SOSTENIBILE
Il Comune di Varese ha candidato l’ex scuola De Amicis al bando per la riqualificazione delle aree dismesse pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. E il futuro dell’edificio è segnato proprio da quella vocazione territoriale alla mobilità sostenibile. Il progetto presentato, che avrà un valore di circa 10 milioni di euro (le risorse provengono dal bando Italia City Branding), si chiama “Varese Green, Hub di ricerca e formazione per la mobilità sostenibile” ed è stato perfezionato proprio grazie a quella spinta al futuro, sovra-territoriale, che Confartigianato Imprese Varese ha saputo dare con lo studio di Teha Group.
Il nuovo polo di ricerca, infatti, assume un ruolo strategico, e un grande valore economico, proprio attraverso quelle connessioni tra il territorio di Varese, la vicina Svizzera e le province di Como, Lecco, Monza Brianza e l’area metropolitana di Milano.
LA MOBILITA’ SOSTENIBILE PASSA DALLA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
Quella di Confartigianato Imprese Varese, Teha Group e Comune di Varese è una visione condivisa e necessaria che da un lato pone al centro dell’attenzione l’attrazione degli investimenti sul territorio e, dall’altro, si concentra sulla qualificazione del capitale umano e sulla riqualificazione delle imprese.
Il crescente utilizzo della tecnologia nella filiera auto, infatti, sollecita una domanda di lavoro da parte delle imprese caratterizzata da una sempre maggiore diffusione delle competenze digitali. Che, nonostante siano strategiche per il passaggio alla transizione ecologica, si trovano a fatica. A dirlo sono i dati Excelsior di Unioncamere-Ministero del Lavoro e Politiche Sociali: nel 2024, le imprese erano pronte ad assumere 39mila meccanici e riparatori di automobile. Alla metà di questi venivano richieste competenze in tecnologie digitali, e al 72,6% la capacità di gestire prodotti e tecnologie green.
LE COMPETENZE NECESSARIE
Al 17,9% dei nuovi occupati, le imprese chiedevano un’elevata di capacità di applicare tecnologie digitali (necessità di livello medio-alto e alto) per innovare e automatizzare i processi, come l’uso di intelligenza artificiale, cloud computing, Industrial Internet of Things, data analytics e big data, realtà virtuale e aumentata e blockchain.
Il Molise guidava la classifica con il 47,4% seguita da Abruzzo (27,7%) e Sardegna (26,6%). Quote più contenute si registravano in Liguria (7,8%), Emilia-Romagna (12,3%) e Friuli-Venezia Giulia (12,7%).
LE IMPRESE E LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
Le imprese del settore dell’automotive mostrano una spiccata vocazione alla sostenibilità ambientale. Sempre nel 2024, al 24,6% delle 39mila entrate le aziende chiedevano green-skill elevate. Una quota nettamente superiore rispetto a quella rilevata per il totale entrate: 18,5%.