Aree di Confine: Varese e Como unite. Basta "fuga" in Svizzera

«Stipendi “svizzeri” in tutto il Comasco. La legge va avanti». Titola così il quotidiano “La Provincia” di Como, ma ne parlano anche Il Giorno (le edizioni di Como-Lecco e quella di Varese), il Corriere di Como, Luino Notizie e Varesenews, all’indomani della conferenza stampa che si è tenuta ieri per annunciare l’adesione ufficiale di Confartigianato Como alla battaglia avviata da Confartigianato Varese con la proposta di legge “Aree di Confine”. In poco più di un anno il progetto ha preso piede, ha incamerato l’interesse di buona parte della politica non solo locale (a sottolinearne l’importanza sono nuovamente Massimo Mastromarino e Angelo Pierobon, sindaci di Lavena Ponte Tresa e Arcisate) ma anche regionale (in prima fila il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana) e nazionale. E la proposta prosegue la sua avanzata per poter arrivare a una concreta attuazione. Il contenuto dell’iniziativa è conosciuto, ma in estrema sintesi si tratta di avvicinare gli stipendi dei collaboratori delle aziende italiane (a 20 chilometri dal confine) a quelli svizzeri. Un regime fiscale incentivante che punta a una riduzione di cinque anni della base imponibile in una misura che va dal 70 al 50%.
 

Varese Como

Davide Galli, presidente di Confartigianato Imprese Varese, ha posto l’accento sul fatto che «con Como alziamo l’asticella a sostegno di un intervento che il legislatore non potrà più trascurare». In realtà sarebbe un errore farlo, considerato il peso produttivo delle province di Varese e Como: una popolazione di un milione e 500mila abitanti, più di 118mila imprese, un Pil pro capite stimato in 25mila euro l’anno. Varese conta 68 Comuni nella fascia entro i 20 chilometri e altri 40 in quella entro i dieci; Como ne conta 70 entro i venti e 44 entro i dieci. Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Imprese Varese, ha sottolineato che «si tratta della strada più agevolmente percorribile» mentre Marco Galimberti, presidente di Confartigianato Como, ha evidenziato quanto questo sia «un segnale importante di condivisione degli obiettivi e del senso stesso di una norma che punta a tutelare il tessuto produttivo locale, frenando la pericolosa china della desertificazione aziendale che riscontriamo in tutti e due i territori».

Quanto vale l’incentivo fiscale? Nel caso di un reddito di 30mila euro, il calcolo è presto fatto. Riducendo la base imponibile al 70%, si tratta di 2.650 euro in più nelle mani di ogni singolo lavoratore.

A proposito di territori, alcune novità arrivano anche dall'Istat. Nasce il Registro statistico di base dei luoghi (chiamato Rsbl) per avvicinare numeri e territori e per definire nuove geografie rilevanti: i mercati del lavoro, le aree ecologiche, i rischi idrogeologici, le biodiversità, le aree di sviluppo rurale. Si tratta di analisi socio-economiche anche su dimensioni sub-comunali. Una prima anticipazione delle potenzialità del Registro si trova nell’elezione di Milano come città-regina: al primo posto (anche se i dati risalgono al 2015) per valore aggiunto prodotto dalle imprese e per produttività del lavoro. Seguono Bolzano e Siena, mentre Roma è quinta. Milano è in testa anche per quanto riguarda il contributo al valore aggiunto nazionale dell’industria e dei servizi non finanziari. Due i “sentieri” da tenere sott’occhio per quanto concerne la continuità territoriale: il primo è l’asse Varese-Milano-Brescia; il secondo quello che si sviluppa sulla via Emilia.