Credito, parte il progetto di ascolto delle imprese. Che chiedono formazione, capitalizzazione e relazioni con le banche

E' partito ieri, martedì 9 marzo, il progetto “Q&A – Domande e risposte per le imprese e tra le imprese” dedicato al credito e alla cultura finanziaria. Otto le imprese coinvolte. E tanti spunti sui quali iniziare a costruire un percorso insieme

Dal tessile al manifatturiero, dalla domotica alla grafica, dai componenti per valigeria agli impianti termoidraulici, dal modellismo da collezione alle soluzioni per il trasporto verticale. Otto imprese, diverse fra loro per tipologia e dimensione, ma accomunate da un’unica costante: il credito.

Liquidità, finanziamenti per investimenti, crediti commerciali, capitalizzazione: sono tante le sfaccettature del tema che Confartigianato Imprese ha affrontato in occasione della prima edizione del progetto “Q&A – Domande e risposte per le imprese e tra le imprese” dedicato anche alla cultura finanziaria. Un’occasione di ascolto per capire i problemi che ci sono sul tavolo delle aziende e per affrontarli in modo pragmatico. Questo l’obiettivo che ha visto coinvolti il direttore generale di Confartigianato Imprese Varese Mauro Colombo, Fabio Pantini (Qui Credito), Giovanni Marra (avvocato) e il delegato di Bper Banca Fausto Rigamonti.

Le imprese intervenute: Arte Tessile, Bbr Models, Fumagalli G. e F. di Fumagalli Angelo e C., Litografia Valli, S.E.B. Ascensori, Sullalbero Srl, Travetti Srl e Villa Impianti.

Sono tre i macrotemi sui quali gli imprenditori sono intervenuti facendo tesoro della loro esperienza nei rapporti con gli istituti di credito:

  • essere preparati nell’affrontare un confronto con le banche sulla base di conoscenze tecniche,
  • l’esigenza di capitalizzare l’azienda per sostenere un percorso di crescita in autonomia
  • la relazione che si deve costruire con il proprio riferimento all’interno dell’istituto di credito. Quindi, un cambiamento di prospettiva che deve passare dal considerare la banca un semplice erogatore di servizi a partner dell’imprenditore.

CULTURA FINANZIARIA
Tutti d’accordo nel dire che le conoscenze le si fa sul campo ma devono essere incrementate, anche con l’aiuto di consulenti esterni, per poter dialogare alla pari con chi deve dare le risposte sulla richiesta di finanziamenti. Acquisire consapevolezza e competenze sul tema del credito significa, per gli imprenditori, sapere cosa chiedere (ciò che serve veramente), quando chiederlo (il momento giusto) e come (le modalità corrette). Il percorso deve essere tarato sulle dimensioni e sulle esperienze singole delle imprese, perché una consulenza di tipo bancario mirata fa davvero la differenza. Dunque, colmare definitivamente quel gap che, ancora oggi, non permette alle imprese di entrare nel merito degli elementi più specifici della negoziazione bancaria.

CAPITALIZZARE L’IMPRESA PER AFFRONTARE I MOMENTI DI CRISI. MA NON SOLO
Questo è uno dei problemi che da sempre caratterizza le micro, piccole e medie imprese: l’importanza del capitale e la costituzione di una struttura finanziaria adeguata ad affrontare, soprattutto, le ristrutturazioni aziendali e i momenti di incertezza e crisi. Quindi, dicono gli imprenditori, bisogna essere preparati tanto per la gestione quotidiana dell’azienda quanto per i progetti a lungo termine. Arrivare ad un bilanciamento delle risorse è strategico e permette di puntare sulla crescita e sulla produttività. L’autofinanziamento è una leva dalla quale non si può prescindere. In tutto questo, il rating ottenuto dall’azienda gioca un ruolo sostanziale: bilancio, centrale rischi e andamentale economico sono gli elementi da tenere sotto controllo. Così come una valutazione, da parte delle banche, non solo quantitativa ma anche qualitativa che permette di raccontare e documentare i progetti dell’impresa.

IL RAPPORTO IMPRESA-BANCA: LE PERSONE AL CENTRO
Le imprese dicono che «trovare la persona giusta con la quale costruire una relazione duratura e positiva è anche una questione di fortuna». Perché all’impresa va dedicato tanto tempo e il rapporto tra persone è il cardine che sposta gli equilibri: il logo di una banca può cambiare tante volte (negli ultimi tempi è accaduto in occasione delle fusioni tra diversi gruppi), ma il contatto di riferimento deve restare quello. Cambiarlo diverse volte in diversi anni significa ricostruire sempre da capo un rapporto che deve dare certezze e sicurezze anche umane. Perché se hai il giusto interlocutore «i problemi diventano meno importanti e le soluzioni sono perseguibili».

 

Il progetto Q&A continua: nei prossimi giorni, alle imprese verrà comunicato il tema sul quale si aprirà un nuovo confronto.

APPROFONDISCI