Iniziare a puntare sul marketing, per una piccola e media impresa che non lo ha mai fatto, può essere come per un piccolo ristorante mettersi a fare la pasta in casa abbandonando i formati di pasta standard. Senza sapere da dove iniziare, se l’operazione comporterà un tangibile vantaggio o se sarà uno spreco inutile di energie. Nonostante il marketing sia ormai ritenuto un “ingrediente” fondamentale per il benessere dell’azienda, può essere difficile capire quali passaggi seguire, nonché valutare il successo dell’operazione.
Proprio come quando ci si approccia a qualche nuova ricetta, si è chiamati a confrontarsi con la tradizione, ma anche con le nuove tendenze che propongono sempre strumenti migliorativi, tarati sulle esigenze del presente. Chef e dirigenti devono confrontarsi con tempi sempre più veloci e palati sempre più esigenti.
Ne abbiamo parlayo con Guido Di Fraia, prorettore all’innovazione e intelligenza artificiale all’università Iulm di Milano.
Come fare? È più semplice di quello che si può pensare. Per proporre ad ogni consumatore il contenuto preferito e desiderato, ci sono le piattaforme tecnologiche studiate appositamente, facili anche da utilizzare e da programmare.
«Tutto questo è possibile – spiega l’esperto - se l’azienda acquisisce le competenze necessarie per capire che il mondo sta cambiamento rapidamente. Il marketing oggi deve essere affrontato in una logica di omnicanalità, rompendo le barriere che ci sono tra diversi settori. Ovvero passando da una logica in cui ognuno (la rete vendita, il marketing, il settore eventi) fa il suo, per adottare una omnicanalità da orchestrare insieme».
A questo punto si può inserire il concetto, astratto, di metaverso. «Da una parte si assiste alla corsa ad entrare nel metaverso, cosa che fa ottenere un aumento della visibilità della propria azienda, dall’altra si attende per capire quale sarà la forma di metaverso più diffusa, se la realtà aumentata o virtuale.
Il consiglio è stare all’occhio, ma – per concludere citando la cucina – continuando ad impratichirsi con i vecchi strumenti del mestiere che, proprio come il mattarello e l’impastatrice, sono alla base di tutto.