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Con la pandemia l’eccellenza viene al pettine: l'esempio dell'Itis Riva di Saronno

Con la pandemia l’eccellenza viene al pettine: l'esempio dell'Itis Riva di Saronno

All’Itis Riva di Saronno l’esperienza diretta degli studenti e il legame con le aziende del territorio sono il centro del programma scolastico. Un approccio che premia l’Istituto con ottimi risultati, nonostante la pandemia: secondo l’ultimo rapporto Eduscopio di Fondazione Agnelli il 92% dei diplomati del Riva lavora (49%) o è impegnato in percorsi di istruzione superiore. Uno dei migliori risultati d’Italia, riconosciuto anche dai numeri delle iscrizioni all’anno scolastico 2021-2022. Per la prima volta l’Istituto tecnico ha dovuto respingere delle iscrizioni: oltre 80 ragazzi dovranno scegliere un’altra scuola secondaria a settembre per raggiunti limiti di capienza.

LA RETE CON LE AZIENDE
La rete tessuta dalla scuola e dai suoi insegnanti con le aziende del territorio negli anni è talmente solida da aver garantito il funzionamento dell’Alternanza scuola-lavoro (oggi Ptco - Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento) anche in pandemia. Anche e soprattutto in presenza.
Anzi, proprio nell’ultimo anno, ai progetti di Ptco e al lavoro degli Its (enti che forniscono percorsi di formazione molto specializzazione finanziati dalla Regione e cui partecipano aziende e scuole – il Riva fa parte di 3 Its), la scuola ha aperto dei nuovi percorsi formativi assieme alle aziende: dei corsi di approfondimento su tematiche specifiche «per favorire le potenzialità per valorizzare le eccellenze dei nostri i nerd», spiega la preside Monica Zonca usando bonariamente lo slang con cui i ragazzi stessi definiscono i compagni particolarmente abili in informatica.

«Sono dirigente scolastica del Riva dal settembre del 2019 e riconosco di avere avuto la grande fortuna di gestire lo tsunami dei vari lockdown potendo contare su un corpo docenti già tecnologicamente più che attrezzato e formato e su una rete di collaborazioni solide – spiega la preside – forti di un’organizzazione efficace, anche nei rapporti con le aziende».

L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Ad esempio, contrariamente a quanto avviene nella maggior parte delle scuole, qui le esperienze di alternanza scuola lavoro iniziano già nel primo quadrimestre. «In questo modo anche l’anno scorso, quando è scattato il lockdown a febbraio, i ragazzi avevano già accumulato un buon monte ore di alternanza», racconta Zonca. E quest’anno? «Siamo partiti con i progetti di Ptco subito con le prime due settimane di settembre, quando le scuole erano aperte – risponde la preside – I ragazzi di terza hanno fatto alternanza in presenza a scuola con dei corsi Inail per la sicurezza sul lavoro mentre le 4^ e le 5^ sono andati in azienda con guanti, mascherine e tutte le protezioni individuali e i protocolli previsti in ciascun luogo di lavoro».

Al Riva ci sono cinque indirizzi per formare meccanici, termotecnici, elettrotecnici, chimici e informatici: «L’unico settore in cui abbiamo avuto qualche difficoltà ad organizzare esperienze in azienda per i ragazzi è stato quello informatico, ma solo perché queste realtà hanno aderito in modo massiccio allo smart working e quindi, fisicamente, non avevano dipendenti presenti in azienda per accogliere i ragazzi».

INNOVAZIONE COSTANTE
I laboratori al Riva sono importantissimi e in continuo aggiornamento. Importantissimi perché la loro presenza e il loro impiego permette all’Istituto di avere 50 classi (per un totale di circa 1300 studenti) con sole 37 aule a disposizione. «Classi in cui i ragazzi ruotano alternando la didattica in aula a quella in laboratorio», spiega la preside pronta a rinnovare a breve il laboratorio di meccanica, verso la tecnologia 4.0, mentre sono stati appena rifatti quelli di chimica e quello di elettrotecnica, aggiornato con un pannello di domotica. «L’aggiornamento di ogni laboratorio va di pari passo con l’aggiornamento e la rimodulazione dell’attività dei docenti, e paga, soprattutto per i ragazzi – conclude Zonca – è anche grazie a questo lavoro costante che ricevo dalle aziende tante offerte di lavoro per i nostri diplomandi».
Tra le prossime innovazioni anche l’idea di modificare i criteri di priorità per accettare le iscrizioni: «Tra gli studenti di cui abbiamo dovuto respingere le iscrizioni c’erano anche delle ragazze. E mi è dispiaciuto perché il nostro istituto è a forte vocazione maschile. Potrebbe essere utile, accanto ai criteri di territorialità, inserire anche delle quote rosa per la parità di genere”, suggerisce la preside.