La domanda cambia (cinesi e russi, ad esempio, alla fiera non si vedono più) e il tema s’inserisce appieno nell’attualità storica contemporanea. Il problema dell’efficientamento energetico che costringe a calibrare le spese, il clima impazzito tra alluvioni e inquinamento che distruggono i monumenti. Il “restauro” è il tema di Denkmal, la principale fiera europea per la conservazione, il restauro e la ristrutturazione di vecchi edifici. Specialisti nazionali e internazionali si incontrano a Lipsia (Germania) ogni due anni: da artigiani e restauratori, architetti e progettisti a proprietari di edifici, volontari e rappresentanti di istituzioni pubbliche. Tre giorni, dal 24 al 26 novembre, che vedono leader di mercato nazionali e internazionali, aziende rinomate che offrono prodotti speciali, aziende specializzate, artigiani, restauratori, architetti e istituzioni.
Ci sono anche quattro aziende lombarde: Manufatti Epis Srl di Arcisate, Cores4N di Venegono Superiore, Milena Maesani decorazione e restauro, di Varese, e la pavese REA – RestauroEArte. Li accompagna come sempre Matteo Campari, export specialist di Confartigianato Artser. Il suo è il solito resoconto appassionato, “sul campo”. Lui è un fine osservatore delle differenze di approccio al mercato dei vari popoli. Lipsia, 600 mila abitanti, land della Sassonia. Ex Ddr. Da qui arrivano i compositori Johann Sebastian Bach e Richard Wagner. Per ricostruire fedelmente la vicina Dresda dopo la distruzione completa durante la Seconda guerra mondale, vennero usati i quadri del vedutista veneziano Bernardo Bellotto, con un’incredibile opera filologica che ha reso il centro della città con la bellissima Frauenkirche identici a com’erano prima. La Sassonia: una delle aree con più densità al mondo di patrimoni culturali. Serve chi li restauri. Servono le eccellenze italiane.
OBIETTIVO: ESSERE COINVOLTI IN PROGETTI AMPI
«Il popolo tedesco, per tradizione – esordisce Campari – annovera ottimi innovatori per le soluzioni tecnologiche. Il valore aggiunto che potrebbero dare le maestranze italiane nel mondo del restauro sarebbe a completamento, per avere una sorta di squadra formidabile dedicata al mondo del restauro e della conservazione. Noi siamo più “manuali”, se vogliamo, col guizzo di genio, loro pratici e quadrati. In questo evento mirato in cui si incontrano partner di ogni tipo, è più semplice trovare collaborazioni nel settore. L’obiettivo è aiutare queste aziende italiane ad aprirsi prospettive di lavoro sulla Germania, in primis, e poi in altri Paesi europei. In fiere come Denkmal si può davvero essere coinvolti in progetti più ampi, tenendo conto che il mondo cambia rapidamente e che, se nelle scorse edizioni predominavano rappresentanze di Russia e Cina, ora non se ne vede mezza».
Durante l’introduzione ai tre giorni di evento, è stato subito chiarito: qui, dalla riunificazione in poi, non si è mai smesso di investire sui beni monumentali. La Germania non avrà città dall’appeal unico al mondo come Venezia, Roma o Firenze, ma tante località di fama “media” ma comunque bellissime. Lipsia, ad esempio, è a due ore e mezza di treno da Berlino. «Si aprono – prosegue Matteo Campari – nuove opportunità per chi vuole mettersi in gioco. Il mondo del restauro italiano è da sempre piegato sulla realtà nazionale e, a volte, anche sottoccupato. Passione e lavoro sono concetti non così distinguibili. Le opportunità invece ci sono, anche all’estero, e l’essere italiani consente di partire avvantaggiati».
Il futuro vede comunque, anche nella ricca Germania, qualche nuvola nera. Il caro bollette “morde”, e la speculazione non ha risparmiato nessuno. Le comunità parrocchiali hanno già fatto sapere che le chiese non verranno riscaldate. La messa sarà al freddo per risparmiare. Sarà essenziale comprendere in che modo, prossimamente, si alzerà l’attenzione nell’uso dei fondi pubblici.