Come creare un sistema fiscale favorevole agli investimenti
Semplificazione e stabilità: i primi passi per un sistema fiscale che favorisca gli investimenti aziendali
Qual è il primo passo da fare per arrivare ad avere un sistema fiscale favorevole agli investimenti? Semplificare la “giungla” dei tanti incentivi presenti, che variano in continuazione e ai quali non sempre è facile accedere. A dirlo è il professor Francesco Timpano, docente di Politica economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore. «Le imprese hanno bisogno di un sistema semplice, stabile e chiaro. Basta guardare il sito del ministero per capire che ci sono troppi incentivi e poco chiari – evidenzia - Il risultato è che dei soldi stanziati, solo una parte viene usate perché non tutte le aziende riescono ad accedere ai contributi. Credo sia necessario studiare un Testo unico per le piccole imprese in cui si stabiliscono regole chiare per aiutarle a crescere. È inaccettabile che gli incentivi e le modalità di tassazione cambino in continuazione».
INCENTIVI ALLE IMPRESE O TAGLIO DELLE TASSE?
Quando si parla di creare un sistema fiscale favorevole agli investimenti, ci sono due linee di pensiero. C’è chi sostiene che la strada migliore sia puntare sugli incentivi e chi dice che sia meglio creare un ambiente favorevole agli investimenti con un taglio generale della tassazione. Due filosofie che si vanno poi a scontrare con la realtà. «Ci sono tante tipologie di incentivi alle imprese, destinati, ad esempio, all’acquisto di nuovi macchinari, alla formazione o all’internazionalizzazione. A volte vengono destinati in parte maggiore alle aree svantaggiate o alle Pmi. Incentivi per i quali si investono soldi pubblici. Questa è una strada – spiega il docente - L’altra strada è quella di un taglio generalizzato della pressione fiscale, che va fatto riducendo i soldi destinati agli incentivi, per creare per tutti un ambiente favorevole agli investimenti. Io credo sia necessario un mix delle due cose, guardando alla realtà».
Come? «Ci sono settori che vanno assolutamente semplificati e riordinati come la giustizia civile o gli appalti pubblici. Parallelamente, guardando i dati, va preso atto che la grande quantità di risorse destinate al sostegno alle imprese nel periodo 2018 – 2022 consente oggi alla nostra economia di avere buoni risultati, migliori di quelli di altri Stati dell’Unione Europea» sottolinea il professore.
UN SISTEMA FISCALE SEMPLICE, STABILE E CHIARO
Le imprese hanno bisogno di un sistema semplice, stabile e chiaro. Su questo il professor Timpano non ha dubbi. «Se guardiamo il sito del ministero competente in materia, oggi chiamato Ministero delle Imprese e del Made in Italy, vediamo che ci sono tantissime tipologie di incentivi. Le imprese, soprattutto quelle più piccole con un management meno strutturato, spesso fanno fatica ad accedervi perché spesso sono complicate le modalità con le quali presentare le richieste – ribadisce il docente della Cattolica - Va fatto ordine e va razionalizzato il sistema. Gli incentivi devono concentrarsi su pochi temi come export, formazione e ricerca, ed essere facilmente raggiungibili. Altrimenti le aziende non riescono ad accedere e le risorse stanziate vengono utilizzate solo in parte».
Altro tema che deve essere oggetto di riflessione per Timpano è la gestione degli incentivi. «Gran parte di questi strumenti è, giustamente, gestita a livello statale, dove ci sono le risorse. Le Regioni si occupano poi di altri incentivi, mirati a livello locale, senza alcun coordinamento con la Stato. Una maggiore collaborazione consentirebbe di ottimizzare le risorse e velocizzare i tempi».
PAROLA D’ORDINE: SEMPLIFICARE
Un tema di dibatto “alto” è capire cosa le imprese gradiscono di più. «Una cosa che si può fare subito è semplificare. Semplificare il sistema di incentivi, semplificare la burocrazia, semplificare il sistema di tassazione, semplificare la giustizia civile» sottolinea il docente, sempre con un occhio di riguardo alla realtà. «È semplice dire “tagliamo le tasse o tagliamo la burocrazia”, il difficile è capire come farlo senza indebolire il sistema pubblico. La semplificazione e il riordino consentirebbero di avere più risorse da utilizzare totalmente perché di semplice accesso».
UN TESTO UNICO PER LE PMI
Le piccole (che a volte sono micro) e medie imprese costituiscono la parte preponderante delle imprese in Italia. «Si dice le piccole imprese sono la spina dorsale dell’Italia. Questo è vero ma il rovescia della medaglia è che non crescono – sottolinea Timpano - La politica dovrebbe aiutarle a crescere, mettendole nelle condizioni di farlo. Io credo sia necessario un regime normativo ad hoc per questa tipologia di imprese con l’obiettivo di farle crescere attraverso regole del gioco semplici che diano lo stimolo ad investire. Inoltre, credo sia inaccettabile che ad ogni cambio di governo ci siano cambi nel sistema fiscale. Questa è una distorsione che non fa certo bene alle aziende».
IL RUOLO DELL’UNIONE EUROPEA
Parte del sistema di incentivi alle imprese fa capo all’Unione Europea che pone sempre grande attenzione a non favorire nessun Paese. «L’Europa ha una struttura diversa rispetto agli altri top player perché deve tutelare gli interessi di Stati molto diversi tra loro – conclude il docente - Penso ad esempio agli Stati Uniti dove, nel periodo Covid, sono stati investiti molto rapidamente una quantità enorme di denari». Annarita Cacciamani