Sant’Anna oltre alla bottiglia biodegradabile in 80 giorni

Sant’Anna oltre alla bottiglia biodegradabile in 80 giorni
Sant'Anna

«Acqua Sant’Anna è stato il primo marchio al mondo a lanciare sul mercato di mass una bottiglia di acqua minerale da un litro e mezzo biodegradabile e compostabile. Sant'Anna Bio Bottle è certamente l’iniziativa green che si è più fatta notare sul mercato, ma dobbiamo ricordare che tutta la filosofia aziendale è orientata alla tutela dell’ambiente e delle risorse. Questo si concretizza in numerose altre iniziative meno evidenti, ma ugualmente importanti e sfidanti». A parlare è Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna Spa. L’azienda, nata come una startup, ha computo 25 anni, un periodo nel quale ha saputo decuplicare il fatturato arrivando a un giro d’affari da 320 milioni di euro.

Questi numeri non sono un traguardo dopo il quale rilassarsi, ma un nuovo punto di partenza per affrontare la sfida sul futuro dell’azienda: la produzione sostenibile. Nei progammi dell’azienda di Vinadio, in Piemonte, c’è l’intenzione di trovare la formula che riesca a tenere insieme la sostenibilità economica e il rispetto per l’ambiente. «Acqua Sant’Anna è leader del mercato delle acque minerali – spiega Bertone – Per questo è facile capire come ambiente, tecnologia, innovazione sono le parole chiave nella politica dell’azienda».

Non è un caso che la Bio Bottle sia stata lanciata nell’ormai lontano 2008, in controtendenza con il mercato dell’epoca. Infatti la tendenza generale dei produttori del beverage era quella di alleggerire gradualmente la quantità di plastica contenuta negli imballaggi, invece Sant’Anna si è impegnata in una vera e propria rivoluzione del packaging. Quindi alla fine del 2008 è stata inaugurata la sperimentazione della prima bottiglia realizzata con un particolare biopolimero che si ricava dalla naturale fermentazione degli zuccheri contenuti nelle piante.

NEANCHE UNA GOCCIA DI PETROLIO

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«Si tratta di una bottiglia che non contiene neanche una goccia di petrolio: è una rivoluzione epocale nel packaging – racconta il presidente dell’azienda – Oltre all’evidente risparmio di risorse non rinnovabili e all’abbattimento di emissioni che questo cambiamento comporta in fase di produzione, i numerosi test di laboratorio effettuati sul prodotto hanno dimostrato che questo materiale garantisce all’acqua una conservazione che preserva al meglio le caratteristiche organolettiche, poiché il contenitore è assolutamente naturale e rispetta la naturalezza del contenuto». La Bio Bottle di Sant’Anna è prodotta con un biopolimero di origine 100% vegetale.

Dal lancio ad oggi l’azienda ha continuato a investire in ricerca e sviluppo su questo prodotto: dopo aver realizzato anche l’etichetta interamente in PLA, con il medesimo materiale della bottiglia, ora sta studiando di fare lo stesso anche con il tappo ed il collarino, ultimo step per arrivare al primo pack del settore 100% biodegradabile.

I vantaggi sono numerosi. «Produrre il PLA, anziché le plastiche tradizionali, permette un risparmio di oltre il 50% di energie non rinnovabili e l’abbattimento del 60% dell’emissione di CO2», spiega Bertone. Nel processo produttivo in stabilimento, si risparmia il 60% di energia nella fase di essicazione del granulo (con cui vengono prodotte le preforme delle bottiglie), fino al 30% in fase di fusione e addirittura il 70% nel raffreddamento delle preforme.

DALLA GOMMA ALLA ROTAIA

Il PLA scelto da Sant’Anna è totalmente “bio”: all’origine, perché deriva da una fonte naturale e rinnovabile, e alla fine, perché è compostabile, ovvero si può conferire nella raccolta dell’organico e negli appositi siti di compostaggio industriale, in meno di 80 giorni sparisce senza lasciare traccia del suo passaggio nell’ambiente. «È una bottiglia straordinaria, che nasce nella natura e muore nella natura», conferma il presidente dell’azienda.

L’impegno dell’azienda nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità non si limita alla Bio Bottle, ma va oltre. Ad esempio Sant’Anna ha spostato quasi tutta la logistica dalla gomma alla rotaia, si pensi che in passato partiva un treno a settimana di Acqua Sant'Anna, oggi parte un treno al giorno. Inoltre, dal 2017 ad oggi sono entrati in funzione un totale di 20 camion alimentati a LNG, «il meglio che il mercato attualmente offre in termini di autotrasporto sostenibile, con performance ben sei volte superiori rispetto al modello diesel euro 6, in termini di abbattimento delle emissioni in atmosfera, anche dal punto di vista acustico», aggiunge Bertone .

Importanti innovazioni anche all’interno dello stesso stabilimento di Vinadio, che è stato ristrutturato secondo scelte architettoniche ecocompatibili, utilizzando materiali di legno e pietra. Nel magazzino tutta la movimentazione delle merci è gestita da robot elettrici a guida laser, non a gasolio, quindi a emissioni zero. Sono stati anche introdotti particolari robot fasciatori che permettono un risparmio di plastica consistente negli imballi. Infine, all’interno della struttura, il calore prodotto dai macchinari di produzione viene canalizzato e utilizzato per il riscaldamento dello stabilimento e degli uffici.