Rompere gli schemi e trovare nuovi punti di vista come caratteristica e valore dell’azienda. È il caso di Roda, azienda con sede a Gavirarte, in provincia di Varese, che ha rivoluzionato il modo di concepire e vivere l’arredamento da esterno. Non solo, negli ultimi anni ha ampliato il concetto di benessere e qualità della vita legato ai suoi prodotti, anche alle persone, mettendole al centro di una visione più ampia, che vede etica e sostenibilità come pilastri. Non è un caso che Roda sia stata inserita tra le prime 100 aziende italiane per sostenibilità secondo Forbes, che l’ha posizionata nell’elenco delle realtà del Sustainability Award promosso da Credit Suisse e KON Group.
Roda nasce nel 1991 dall’intraprendenza di Roberto Pompa, il quale ha un’intuizione che si rivelerà rivoluzionaria: trattare gli esterni come luoghi da vivere e valorizzare, adatti ad accogliere mobili dal disegno raffinato, al pari di quelli per gli interni. «Fin dai primi giorni la missione di Roda è stata quella di far convergere gli elementi del design tipici del mondo dell'interno nel mondo dell'esterno – spiega Daniele Pompa, figlio di Roberto e Ceo dell’azienda, che conduce insieme al padre e al fratello Davide - Il design per noi è stato un driver per portare avanti la missione di elevare il mobile da esterno». Un design mai fine a se stesso, non un esercizio di stile, ma bellezza legata a funzionalità. «Il risultato è stato che nel corso di tre decenni Roda ha sviluppato prodotti sempre più armonizzati tra di loro e sempre con più alto livello di design che in 60 paesi nel mondo sono stati riconosciuti come prodotti che possono tranquillamente stare di fianco a prodotti per l’interno – prosegue Pompa – Tanto che molto spesso i nostri mobili vengono utilizzati in estate fuori e in inverno portati in casa e sfruttati all’interno».
Il tema della sostenibilità è sempre stato di casa in Roda, ma è con la pandemia che si afferma come uno dei pilatri dell’azienda. Il Ceo racconta che «il fatto di concentrarsi unicamente sul business non può di per sé essere un driver di successo. Devono esserci degli elementi ulteriori, materiali, che vadano poi a interagire con le persone e consentano a tutto il sistema di evolvere».
«La nostra visione – prosegue Pompa - parte dalle persone e arriva all’armonia tra queste e la cura della natura, i piaceri della vita, gli affetti, e passa attraverso luoghi e prodotti che siano sia belli e confortevoli, ma anche duraturi». In questo quadro il tema della sostenibilità non è semplicemente un legato ad un prodotto «ma alle persone e l’imprenditore non deve pensare che la sostenibilità sia legata semplicemente a cosa produce, ma che è movimento trasversale – prosegue il numero uno di Roda – Si può partire dalle risorse per andare sui materiali per finire sui prodotti, ma anche sui processi, i canali distributivi, la finanza, ma questo percorso termina sempre con le persone».
Si tratta di una sostenibilità allargata, che non si limita alla produzione e ai prodotti, ai materiali e alla distribuzione, ma si estende a macchia d’olio sulla quotidianità delle persone, sulla loro qualità della vita: «Stiamo facendo qualcosa di innovativo – afferma Pompa – Il movimento legato alla sostenibilità allargata diventerà una conditio sine qua non per operare sul mercato».
«Secondo me oggi la cultura generale o generica sulla sostenibilità è ancora troppo legata a elementi come le fonti delle risorse e gli elementi materiali come i prodotti – spiega il Ceo di Roda - La sostenibilità, invece, va pensata in maniera più ampia, includendo anche la qualità della vita delle persone inserite nel processo produttivo». Il ragionamento di Pompa merita una spiegazione più approfondita: «Ad esempio, mettere le persone le condizioni di sicurezza sul proprio posto di lavoro è un atteggiamento di sostenibilità. Mi spiego meglio, puoi anche usare un materiale riciclato, ma se il prodotto lo fai male si romperà e diventerà rifiuto. Un operatore che lavora in sicurezza, sereno, realizzerà prodotti di qualità, che si romperanno meno. Questi prodotti dureranno di più, quindi verranno prodotti meno rifiuti. Quindi anche la qualità della vita dei lavoratori e quella dei prodotti sono argomenti legati alla sostenibilità».