Una provincia in chiaroscuro, ma con dei punti di forza che possono trasformare gli elementi di crisi e di incertezza di questa attuale congiuntura in opportunità per tornare a correre. È il quadro delineato dallo studio “Provincia di Varese-Scenari di futuro”, commissionato da Confartigianato Imprese Varese, che The European House Ambrosetti ha presentato alle Ville Ponti di Varese venerdì 22 luglio di fronte alle autorità istituzionali del territorio e a circa trecento imprenditori.
Più ombre che luci nei numeri del Tableau de bord strategico di posizionamento della Provincia di Varese in Lombardia, che è il clou dello studio. «Si registra una debolezza sui tre macro-obiettivi, benessere, ricambio generazionale e sistema produttivo» rivela Lorenzo Tavazzi, partner di di The European House Ambrosetti: il Pil per abitante è sceso del 6,9% nel 2020, l'annus horribilis della pandemia, e del 3,1% nel triennio 2018-2020; la popolazione giovane (fascia 15-24 anni) è appena il 9,4% sul totale, contro una media lombarda del 9,7%, e «senza persone non si ha la benzina per lo sviluppo», come sottolinea Tavazzi; infine, il numero di imprese per abitante (67,5 ogni mille abitanti, contro una media regionale di 81,8) vede Varese al penultimo posto tra le province lombarde.
In calo anche il valore aggiunto per abitante, con Varese che nel confronto con il 2003 scende dal quinto al settimo posto tra le province lombarde e vede aumentare la distanza da Milano (“accumulando” circa 10mila euro di ricchezza pro capite in meno in questo periodo), mentre cresce la “dualità”, come la definisce Tavazzi, «tra aree che migliorano, quelle del Sud della provincia, forse anche per il collegamento con Milano, e altre che soffrono, nel Nord della provincia». Anche sul fronte del mercato del lavoro, a fronte di una resilienza registrata nel periodo Covid, le condizioni occupazionali dei giovani e delle donne sono «elementi da focalizzare con attenzione».
Tra i punti di forza del territorio del Varesotto spicca sempre l'export, che contribuisce al PIL provinciale per oltre il 40%, 11 punti in più della media italiana e quasi 6 in più rispetto alla media lombarda. La ripresa post-Covid in particolare è stata la miglior di tutta la Lombardia: più 31,7% nel raffronto tra primo trimestre 2022 e primo trimestre 2021.
«Sono numeri da relativizzare nel contesto nazionale di un regione che è la guida dell'Italia – chiarisce Lorenzo Tavazzi – anche all'interno del contesto lombardo c'è una grande trasformazione in atto, davvero storica, e già in parte presente prima della crisi Covid. Tocca i mercati di sbocco e le catene del valore: territori con una base industriale forte come Varese sono chiamati a fronteggiare in maniera reattiva questi cambiamenti. Mettendo in discussione elementi consolidati, strategie e abitudini. Ma sono opportunità, se si ragiona in una logica di cambiamento. I cluster evolveranno, e servono alleanze e competizioni che vanno oltre i confini amministrativi».
La transizione digitale e green, che vede nella mobilità sostenibile un elemento che unisce le due dimensioni, è l'esempio: «Varese è un territorio che ha una base industriale in grado di valorizzare questo elemento di innovazione». Era questa la visione di futuro che The European House Ambrosetti aveva delineato nel primo Tableau de bord del 2019. Ed è solo una delle «grandi opportunità di rilancio e riqualificazione» che la provincia di Varese, «territorio che ha già dimostrato velocità e competitività» può cogliere da questa situazione di crisi internazionale. In quest'ottica, e in vista di un autunno che Tavazzi definisce (un po' eufemisticamente) “sfidante”, il tema dell'attrattività territoriale diventa «ancora di più fondamentale, insieme alla riconoscibilità». Non solo marketing territoriale, «ma una strategia che collega tutti i vari elementi e soprattutto il tessuto produttivo, anche in termini di “distintitivà, ovvero la capacità di fare qualcosa in maniera migliore e differenziante». È così, guarda avanti Tavazzi, che si può «combattere il rischio di marginalizzazione progressiva».
«Siamo nella tempesta perfetta, il cui acme ogni giorno aggiunge un tassello - ammette il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli - ma non siamo sfiduciati? La capacità di non arrendersi e di adattarsi ai contesti e alle difficoltà è una caratteristica delle nostre imprese. E con la globalizzazione che vedrà un ripensamento del modo di approvvigionarsi e un cambio dei mercati di riferimento, per il sistema Varese si possono aprire delle opportunità. Forse siamo una provincia un po' “imborghesita”, che essendo ricca ha un po' messo da parte la vocazione al rischio e all'investimento nella manifattura, perdendo qualche filiera che muovevano l'economia. Dobbiamo ritrovare un'identità e fattori attrattivi, per non scivolare verso quella “grande calamita” che è Milano».