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Undici comuni alle urne: ecco cosa chiedono le imprese ai candidati sindaci

Undici comuni alle urne: ecco cosa chiedono le imprese ai candidati sindaci

Sono 11 i Comuni della provincia di Varese che a cavallo del 20 e 21 settembre andranno alle urne per l’elezione dei nuovi sindaci e dei relativi consigli comunali. Un antipasto importante, per numeri e città coinvolte, della tornata di maggior impatto per il nostro territorio: quella del 2021. Ad anticipare le città di maggiori dimensioni (Varese, Busto Arsizio e Gallarate) sono Casorate, Gemonio, Golasecca, Gorla Maggiore, Laveno, Lonate, Luino, Masciago, Origgio, Saronno e Somma Lombardo.

Amministrazioni rilevanti per collocazione geografica e attrattività nei confronti dei territori limitrofi alle quali diventa fondamentale rivolgere le istanze di aziende che generano occupazione, benessere, controllo sociale e qualificazione dei comparti.

Ascolto, conoscenza, dialogo, fiducia e collaborazione non possono che essere alla base della convivenza quotidiana tra mondo dell’economia e amministrazione pubblica ma, soprattutto, dei programmi elettorali e di mandato di quanti si candidano ad amministrare per cinque anni con l’obiettivo di originare crescita, sviluppo, miglioramento dell’attrattività e mantenimento di giovani e giovanissimi sul territorio.

È opportuno ricordare che oltre il 90% delle imprese della provincia di Varese sono di medie e piccole dimensioni e che la loro caratteristica è l’identificazione profonda con il territorio nel quale sono nate e che ne ha consentito la crescita.

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I punti

il coinvolgimento diretto, costante e duraturo dell’imprenditorialità locale, specialmente quella di piccole e medie dimensioni, può assicurare all’amministrazione comunale il polso dell’andamento economico, occupazionale e lavorativo del proprio territorio. Premessa indispensabile per calibrare le azioni esecutive e interpretare le esigenze del mondo del lavoro. Confartigianato Varese conferma altresì la propria disponibilità alla collaborazione attiva, ad approfondimenti sull’andamento economico e alla sinergia con espressioni aziendali individuate dall’amministrazione. L’auspicio è che un eventuale canale di dialogo instaurato tuttavia rimanga costante e continuativo nel tempo, senza affievolirsi con il passare delle stagioni amministrative, per dare stabilità e solidità al rapporto.

L’attrattività innescherà, sempre di più, forme di “concorrenza” tra territori finalizzate a incentivare gli insediamenti produttivi o di servizio e, di conseguenza, a trarre beneficio da una rinnovata vitalità imprenditoriale. A tal proposito si ricorda che sono due le leve di competitività territoriale: l’attenzione al contenimento della tassazione locale, soprattutto per quanto riguarda Imu e rifiuti (che spesso le imprese sono costrette a pagare due volte), e la capacità di offrire servizi di supporto diretto e indiretto alle imprese. Nello specifico di questo punto, si ricorda che collegamenti stradali efficaci, connessioni digitali veloci e contesti sicuri, sono elementi di grande interesse per le imprese sia nella scelta della permanenza in un contesto territoriale che in fase di eventuale ricollocazione. Al capitolo servizi vanno ascritti anche quelli riconducibili alle attività di diretta competenza comunale.

Gli sforzi orientati alla semplificazione burocratica, all’alleggerimento e velocizzazione delle pratiche e al loro trasferimento su piattaforma digitale rappresentano un investimento decisivo per le imprese, perlopiù di dimensioni contenute, troppe volte costrette a sacrificare tempo, e dunque competitività, sull’altare degli adempimenti. Alle amministrazioni comunali si consiglia di effettuare un monitoraggio dell’utilizzo dei propri uffici/servizi da parte delle imprese e di procedere, di conseguenza, a un alleggerimento del loro peso in capo alle aziende. Particolare attenzione andrà posta alle pratiche in capo alle nuove imprese affinché la rigenerazione del tessuto produttivo possa essere favorita in primo luogo dai territori. Il contesto impone di evidenziare la disponibilità di Confartigianato Varese a mettere a disposizione il proprio know how e le proprie professionalità a supporto del “mettersi in proprio”.

Le aree deputate agli insediamenti industriali e imprenditoriali finiscono spesso per trasformarsi in “periferiche” o “marginali” agli occhi delle amministrazioni pubbliche. Nulla di più sbagliato. Le aree industriali, così come tutti i comparti a prevalente presenza produttiva, necessitano di servizi efficienti e devono essere considerate “centrali” nei radar di interesse dell’amministrazione comunale. Verde pubblico curato, servizi pubblici efficienti, segnaletica ben visibile, strade manutenute e servizi di prossimità (ad esempio, un’area mensa o un ufficio postale) non sono elementi trascurabili per una azienda, che compete sul mercato con altre che le sono affini nell’attirare professionalità oggi sempre più attente al contesto extra lavorativo di riferimento. Vale la pena aggiungere, in questo quadro, che eventuali ostacoli nel raggiungere con mezzi pubblici il comparto, o la carenza di dotazioni come la fibra ad alta velocità, rischiano di penalizzare in modo irreversibile le performance di un’impresa. Per questo è consigliabile una mappatura delle aree a più elevata vocazione produttiva (o di servizio) e l’acquisizione di informazioni relative alla presenza di adeguati infrastrutture di supporto. A quel punto, direttamente (con risorse proprie), o avviando sinergie tra privati (tavoli soggetti attuatori), le amministrazioni dovrebbero agire da catalizzatori delle forze.

Va sostenuta e incentivata una viabilità anche di tipo ferroviario efficace e competitiva a livello locale, provinciale e regionale. Le amministrazioni di più grosse dimensioni, o quelle con collocazione provinciale strategica, devono stimolare la realizzazione di strade a percorrenza veloce, rotatorie, circonvallazioni o peduncoli in grado di ridurre il peso del traffico in capo alle direttrici ordinarie per favorire la raggiungibilità delle aziende e “avvicinarle” ai nodi della comunicazione strategica: l’aeroporto, la città metropolitana di Milano, i corridoi europei e, più comunemente, le autostrade. La vicinanza ai nodi strategici contribuisce, infatti, a velocizzare lo spostamento delle merci o la raggiungibilità da parte dei fornitori e dei clienti. Inoltre, agevola l’ampliamento della catena della fornitura e il mantenimento (creazione) delle filiere. Alle amministrazioni si richiede di porre attenzione agli spostamenti privati così come alle esigenze della logistica. Uno studio dei flussi del traffico merci, eventualmente di rilevanza provinciale, può essere considerato il primo passo per articolare un disegno di potenziamento dei collegamenti e delle infrastrutture in provincia di Varese.

Il controllo territoriale, se attuato con i giusti strumenti, può essere la migliore garanzia di tutela del bene aziendale. In questa direzione devono andare gli sforzi dell’amministrazione comunale, sia con l’impiego delle proprie forze di polizia urbana, che sollecitando l’attenzione da parte delle forze dell’ordine alle zone a più elevato insediamento aziendale. Le aziende, dal canto loro, sapranno eventualmente integrare – se coinvolte – un sistema di videosorveglianza (sono auspicabili incentivi in tal senso con bandi regionali o camerali) in grado di rafforzare l’azione di polizia locale, carabinieri, polizia, guardia di finanza ecc. Il confronto costante sull’eventuale innalzamento dei fenomeni delittuosi, o la presenza di soggetti pericolosi o poco controllabili segnalati dalle imprese, rappresenta un plus per prevenire o arrestare sul nascere ogni elemento distorsivo del “ben essere” aziendale e dei lavoratori.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un allargamento della platea di aziende interessate a un percorso di welfare interno, anche se forse non massivo quanto ci si attendesse nella fase iniziale del percorso di “suasion” normativa (agevolazioni fiscali). Il benessere dei dipendenti è quindi un elemento dirimente per molte imprese, che contribuiscono con le proprie azioni ad estendere sul territorio una nuova forma di attenzione alla persona e ai suoi bisogni. Confartigianato Varese ritiene che questo pacchetto di interventi, in fase di maturazione all’interno dei perimetri aziendali, debba trovare supporto da parte delle amministrazioni pubbliche, affinché la sinergia pubblico-privato non sposti sulle spalle del privato il peso di azioni che devono restare in capo all’ente pubblico (si pensi ai servizi sociali del Comune, ad esempio), ma possa trovare nel privato un valido pilastro integrativo. Analizzare con periodicità le azioni messe in atto nelle aziende, avere la consapevolezza dei bisogni del proprio territorio, e aprire un dialogo nel merito di come questo bisogno possa trovare corresponsione e suddivisione tra le parti, deve essere un compito specifico di pubbliche amministrazioni avvedute, specie a fronte di mega trend irreversibili e particolarmente rilevanti su questo territorio. Il riferimento all’invecchiamento della popolazione, ben evidenziato nello studio “La Provincia di Varese – Scenari di futuro” (in proposito ancora assolutamente valido), e all’assistenza che i grandi vecchi o i malati cronici richiederanno sempre di più nel futuro, è uno dei capitoli sui quali chiediamo di porre attenzione, così come sull’assistenza alla fascia di popolazione più giovane (i nidi aziendali, ove organizzati tra gruppi di imprese, possono integrare l’offerta comunale).

La crisi prodotta dalla diffusione del Coronavirus ha investito il settore casa e l’edilizia arrecando non pochi danni alle aziende meno strutturate o di dimensioni più contenute. In questa direzione deve andare la richiesta di agevolare la partecipazione delle micro, piccole e medie imprese, dei giovani professionisti e delle imprese di nuova costituzione alle procedure di affidamento, favorendo la filiera corta o a chilometro zero.

Incentivi fiscali a favore di interventi finalizzati allo sviluppo sostenibile delle imprese. Guidare oggi un’amministrazione comunale significa indicare la strada per la vivibilità futura. Per questa ragione non è pensabile immaginare un percorso amministrativo che prescinda dalla sostenibilità ambientale delle imprese oltre che dal sostegno a nuove aziende impegnate in attività afferenti al comparto ecologico, specie se startup a conduzione giovanile. Poter contare, sul territorio cittadino o comunale, di un corpus di aziende virtuose rappresenta inoltre un elemento di attrattività per un’area urbana. In questo senso sono da intendere gli incentivi fiscali per il miglioramento strutturale delle imprese oltre che per le politiche di incentivo al riciclo e riuso di materiali destinati a rifiuto.

 

Ribadiamo, inoltre, quanto già evidenziato nel corpo dello studio “La Provincia di Varese - Scenari di futuro” realizzato da TEH Ambrosetti per Confartigianato Varese, ovvero la vocazione della provincia di Varese alla mobilità sostenibile sull’asse strategico Milano-Torino.

In tutti i principali centri abitati della provincia di Varese insistono aree industriali o comparti abitativi dismessi destinatari di interventi di riqualificazione. Fondamentale in questo contesto il ruolo delle amministrazioni comunali cui chiediamo sin d’ora, specie in questo periodo storico, un impegno nel farsi stimolo e catalizzatore dell’interesse dei privati, in un’ottica – già citata – di attrattività territoriale. Meglio se ecosostenibile. Nella gestione di processi di riqualificazione di rilevante portata non è immaginabile che i medesimi possano partire da singole Pmi ma è indispensabile favorire il traino di grosse imprese o gruppi immobiliari strutturati, in grado di progettare riqualificazioni efficaci, con oneri di urbanizzazione che suggeriamo di destinare a interventi di rilancio dei centri urbani con l’insediamento di nuove attività artigianali e commerciali. In questo modo auspichiamo che l’amministrazione, con l’eventuale supporto di Confartigianato Varese, possa garantire la nascita di nuovi comparti industriali e, al contempo, possa favorire il sostegno del piccolo e piccolissimo artigianato, per restituire vigore e vitalità all’intero contesto comunale, limitando quei processi di desertificazione che stanno colpendo alcune aree provinciale in modo particolarmente rilevante.

Creare una regia territoriale affinché sui territori omogenei possano svilupparsi percorsi formativi adeguati alla vocazione produttiva o di servizio del territorio. La conoscenza di contesti economici locali, della loro specificità e, soprattutto, della loro evoluzione, sono la premessa necessaria alla costruzione di tavoli di indirizzo sinergici con imprese e associazioni di categoria affinché sui territori omogenei possano costituirsi percorsi professionalizzanti o di alta professionalità (corsi di formazioni professionale, indirizzi specifici di istituti professionali o tecnici, Its, con il sostegno di Regione Lombardia). L’amministrazione comunale, in collaborazione con l’amministrazione provinciale, le associazioni di categoria e l’ufficio scolastico provinciale, può svolgere un ruolo di coordinamento determinate nell’indicare gli indirizzi formativi maggiormente richiesti dalle imprese e può al contempo portare all’attenzione delle istituzioni superiori eventuali gravi carenze di competenze oltre che, in caso dell’area a Nord della provincia, fughe causate dall’iper attrattività economica di altri territori (un esempio su tutti è il Canton Ticino).