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Verso un nuovo ciclo dell’edilizia: dopo il Superbonus arrivano le nuove direttive green dell'Ue

Verso un nuovo ciclo dell’edilizia: dopo il Superbonus arrivano le nuove direttive green dell'Ue
Costruzioni edilizia cantiere

Si torna cautamente a costruire, anche se il timore è quello di un ulteriore crollo. Sono confortanti a breve termine e meno rassicuranti sul lungo periodo i dati di settore, che parlano di un 2,3 per cento in più ad aprile come produzione. L'inverno aveva fatto registrare una flessione preoccupante, con una dinamica congiunturale negativa e un calo generalizzato rispetto all'ultimo trimestre del 2023 (1,2 %).

Come è normale che sia, questi dati generano sfiducia. Il report di Confartigianato Edilizia parla chiaro: «Mai così pessimismo dal novembre 2023 in tutti i comparti indagati». L'unica eccezione riguarda il settore delle costruzioni, dove migliorano sia i giudizi sull’attività di costruzione sia le attese su ordini e piani di costruzione.
In generale il comparto dell'edilizia quest'anno e il prossimo è destinato (secondo le previsioni) a frenare, dopo la fase di espansione sostenuta dalle detrazioni fiscali nel periodo post Covid. Gli investimenti tengono quest'anno (+0,6 %) ma sembrano destinati ad abbassarsi di addirittura tre punti e mezzo nel '25 secondo le previsioni della Banca d'Italia. Una percentuale che diventa addirittura del -5,9% l'anno prossimo negli studi della Commissione Europea.

Costruzioni edilizia cantiere

L’analisi dell’impatto del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza (Pnrr) evidenzia che il 38% della crescita del valore aggiunto indotta dal Piano tra il 2021 e il 2026 si genera nelle filiere delle costruzioni, dell'immobiliare e delle attività professionali. Ne deriva un impulso significativo alla domanda di lavoro: in un documento pubblicato da Banca d’Italia si stimano 62 mila nuovi occupati nelle costruzioni derivanti dal Pnrr, pari ad un aumento del 6,5% degli occupati pre-pandemia.

Poi c'è il tema delle case green, sempre più urgente: secondo la direttiva 2024/1275 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia, per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Entro il 2023 dovrà essere ristrutturato il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. La lotta al cambiamento climatico passa anche, infatti, attraverso un piano ordinato di interventi sugli edifici. In Europa il 40% dei consumi finali di energia e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra è rappresentato dagli edifici. Gli interventi sugli edifici determinano effetti ad ampio spettro, influenzando la domanda di energia, l’efficienza energetica, le emissioni di Co2, la tutela del territorio, la rigenerazione urbana e i processi di recupero dei materiali.

Costruzioni edilizia cantiere

La platea di edifici interessati dagli interventi è ampia. In relazione alla classe energetica rilevata nei passaggi di proprietà, quasi i due terzi (63,8%) degli immobili residenziali sono collocati nelle classi energetiche meno efficienti, con il 26,5% nella classe F e il 37,3% nella classe G.

Per garantire la transizione green degli edifici serve un adeguato sistema di incentivi fiscali, ma l’avvio della procedura di infrazione per deficit eccessivo potrebbe mettere a rischio questo sostegno. Al contrario, solo un sistema di incentivi stabili nel tempo può dare certezze a famiglie e imprese per la pianificazione di costosi interventi sugli immobili.

Come ha indicato il presidente di Confartigianato Imprese, Marco Granelli, «dobbiamo passare dall’era disordinata del superbonus a quella ordinata del climabonus». Tenuto conto degli obiettivi ambiziosi, appare necessario un intervento dell’Unione Europea basato sullo schema di NextGenerationEU per garantire l’attuazione del Green Deal.