Fiere, mercati e strategie per l'export: vale la pena andare all'estero anche in tempi duri

Fiere, mercati e strategie per l'export: vale la pena andare all'estero anche in tempi duri
Podcast estero

Stare alla finestra e gestire l’emergenza nell’immediato ma non rimanere mai, proprio mai, con le mani in mano. A dirlo è il professor Daniele Ghezzi, docente di Business Planning presso l’Executive Master in Sviluppo Strategico delle Pmi di Università Cattolica Altis, che analizza il quadro geopolitico e prova a tratteggiare un percorso di avvicinamento delle Pmi all’internazionalizzazione.

«In questo momento l’imprenditore deve chiedersi se ha coinvolto al meglio i propri clienti, deve comprenderne le mutate esigenze e deve capire se sta facendo il massimo per dar loro un segnale di fiducia e solidità» dice nel podcast “Inchieste” di Imprese e Territorio.

STUDIARE I MERCATI E FARE RICERCA

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Il secondo aspetto è relativo alla fase di sviluppo e si riferisce alla strada dello scouting e della ricerca. Nel pieno di un conflitto geopolitico che sta scuotendo l’intera Europa e non solo, è bene studiare i mercati e fare ricerca – suggerisce il professor Ghezzi – e recuperare i biglietti da visita di clienti incontrati magari anni fa nelle fiere, così da iniziare a riallacciare i contatti. Un primo passo, certo, ma un primo passo da fare senza indugio.

Infine, sempre a proposito delle mosse da non trascurare, è bene mettere mano al proprio modello di business, che altro non è se non come traduciamo la strategia di sviluppo della nostra azienda in modelli operativi che creino valore. Partiamo, insomma, da una autoanalisi di coscienza e vediamo se il modello di business che ci contraddistingue vale ancora all’estero.

MUOVERSI PER GRADI PER NON FARSI MALE

Ipotizziamo a questo punto un percorso graduale e per step: fare internazionalizzazione, assicura il professor Ghezzi, richiede di muoversi per gradi onde evitare di farci male. Si può partire da un export diretto per poi aprire un ufficio commerciale, poi una filiale distributiva e, infine, una filiale produttiva. Tutto giusto, ma è bene che lo si faccia per gradi. Anche perché si deve fare i conti con il rischio-Paese. Ve ne sono alcuni ad alta rischiosità, dai quali conviene tenersi lontani, e altri ai quali tornare a guardare con attenzione e tranquillità.

Nel podcast per Imprese Territorio il docente di Altis Cattolica torna anche al capitolo fiere: «Tutti noi abbiamo di nuovo voglia di incontrarci di persona, anche se la fiera virtuale è stata un supporto alla fiera fisica. Le fiere rimangono un canale molto importate, perché danno la possibilità di incontrare nuovi prospect». Ma non dimentichiamo di selezionare quelle giuste e di fare un adeguato lavoro di feedback al ritorno. O sarà stata solo una grande faticaccia senza introiti e senza business.

 

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Insieme al professor Daniele Ghezzi, docente di Business Planning presso l’Executive Master in Sviluppo Strategico delle Pmi di Università Cattolica Altis cerchiamo di capire come muoverci in un momento di difficoltà congiunturali e socio economiche complesse, evitando di fare passi troppo rischiosi e maturando una strategie di prudenza efficace. A partire da e commerce e fiere

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