“Il fumo fa male”; le crisi economiche, anche. Scriveva “Il Giornale” il 30 aprile 1983 in occasione di una mostra nazionale a Roma: <Dieci anni fa Armellini, Savinelli e Castelli erano semisconosciuti, ora sono considerati gli Armani, i Versace e i Missoni del settore>. Da allora tante cose sono cambiate e Vilma Armellini, la sola sorella di quattro a proseguire sulle orme del padre, ha resistito alle tre crisi economiche dei pipari – nel 1984, 1993 e 2004 – e resiste tuttora di fronte alla recessione economica mondiale. A 44 anni, e da 30 in azienda, ha saputo trasformare il prodotto seguendo le inclinazioni del mercato. Armellini Pipe non è più quella di Mauro: negli anni Settanta si contavano circa 10 operai e si producevano dalle 1000 alle 1500 pipe al mese. Le figlie, nel pomeriggio, tutte in azienda ad imparare il mestiere. Ora l’impresa si regge sulla passione e sulla creatività di Vilma, che 1500 pipe le produce in un anno, perché a ciascuna dedica dalle 2 alle 4 ore. E gli ordini non mancano: nel 2008 ha esaurito tutti i pezzi con sei spedizioni nel mondo.
Socia e cliente della nostra Associazione dal 1963, l’azienda ha sviluppato i propri prodotti seguendo, a volte, anche la moda (pipe in legno di ulivo, ginepro, ciliegio e pero; collane e braccialetti in madreperlato, il plexiglass con il quale sono fatti i bocchini delle pipe), ma tenendo ben salda la tradizione di famiglia. <Armellini è una “pipa di fiducia” – dice Vilma – perché ha un’anima e perché nasce come una volta. E’ prettamente artigianale, assemblata ed affinata manualmente, rivolta ad una clientela di semplici appassionati (dagli operai agli impiegati ed ai liberi professionisti) e di collezionisti particolarmente esigenti. La produzione non è un problema: di fronte alla crisi tutto è diverso e così si lavora su richiesta diretta dei grossi fornitori e degli hobbisti, i quali non solo puntano ad un prodotto personalizzato ma addirittura unico e introvabile. Siamo nel campo del collezionismo. Questa è una ragione valida che portò Pertini a scegliere anche le pipe Armellini come sue compagne di vita>.
Tra Barasso – dove è attiva la Armellini – e Brebbia, le imprese che si dedicano al settore si contano ormai sulle dita di una mano: <Nell’Ottocento – ricorda l’imprenditrice – la ditta Rossi, dove lavorava mio padre, occupava circa 800 dipendenti, ora il fumo fa male: la campagna nazionale non distingue i livelli di rischio tra sigarette, mezzo toscano e pipa: ma forse pretendiamo troppo…!>. Per Vilma Armellini non possono esistere pipe fatte in “serie”, perché l’idea alla base del prodotto è fondamentale. <Con il Memorial “Mauro Armellini”, dedicato alla figura di mio padre ed organizzato domenica 13 settembre dalla Armellini Pipa Club di Barasso con la collaborazione del Pipa Club Italia, si è voluto dimostrare anche questo>. Impossibile? Non del tutto, perché è sufficiente dare un’occhiata alla gara di “lento fumo” per capire cosa rappresenta la pipa per chi la pratica.
Così, il fatturato della Armellini oggigiorno è fatto per il 90% da esportazioni in Cecoslovacchia, Russia, Libano. Soprattutto Spagna, <dove la pipa la fumano tutti: giovani, donne e anziani>. <Se fosse stato per l’Italia – ammette con disaffezione l’imprenditrice - avrei già chiuso. E anche se Stati Uniti e Germania sono in calando, le soddisfazioni non mancano>. Infine, la Cina: <Nel nostro settore non ce l’ha ancora fatta: fortunatamente per noi non coltivano la radica…Hanno creato problemi solo con l’oggettistica nella quale può funzionare qualsiasi materiale, dal legno alla plastica. La radica italiana è insuperabile, toscana (soprattutto nelle vicinanze di Grosseto) o calabra, aiuta a valorizzare il Made in Italy>, incalza Vilma. E tutto questo la affascina, <perché – sottolinea – nonostante la crisi ho notato che il prodotto italiano è sempre più richiesto e conosciuto. Dobbiamo tutelarlo e valorizzarlo anche con nuovi manufatti, ecco perché la Armellini ha affiancato alle pipe classiche alcune produzioni ricercate e pensate per chi vuole vivere la vita con una filosofia diversa>. Un regalo dalla politica? <Non chiedo nulla, mi piacerebbe solo che un personaggio famoso dello spettacolo, conosciuto anche dai più giovani, si presenti in televisione con la pipa: sa che regalo!>. Nel frattempo l’imprenditrice non demorde: accetta gli inviti alle fiere estere (dove agli stand commerciali si accompagnano sempre le gare di lento fumo), cerca di calmierare i costi delle sue pipe, dai 40 euro ai 100, e culla un sogno: inviare una pipa al Presidente degli Stati Uniti. Marchiata Obama.
ARMELLINI MAURO DI ARMELLINI VILMA
Via G. Matteotti, 66
21020 - Barasso
www.armellinipipe.it