L’ALFAPLAST E I “TAPPONI DOLOMITICI” Il lavoro è un bene prezioso, perché di fronte a questa decisione i soci hanno scommesso solo sulle loro forze – non solo fisiche ma anche economiche – e sulle loro competenze: «Alcuni fornitori storici se ne sono andati, altri hanno allungato i tempi di pagamento e altri sono rimasti – racconta Franco Molina - Non ci siamo mai dati per vinti: per cinque mesi siamo rimasti in piedi grazie alle liquidazioni». E un’altra promessa fatta a loro stessi: riordinare. Mettere mano all’organizzazione aziendale «per capire quello che c’’era e che avrebbe potuto servire anche in futuro: non è stato tempo perso. Anzi, si fa un po’ di tutto e ci si arrangia, ma stiamo risalendo la china». A dirlo è Guido Gasparini, che per l’azienda ha appeso, momentaneamente, la bicicletta al chiodo (nel suo passato anche studi in flauto traverso) e che per chiarire i concetti parla di «tapponi dolomitici del Giro d’Italia: o si sale, o ci si ferma. La Cooperativa è partita bene, nel 2017 ha registrato un’impennata del 50 – 60%, nel 2018 ha rallentato ed ora siamo di nuovo sul sellino. A pedalare. D’altronde, o stai al passo o abbandoni».
DALLA SVIZZERA ALLA GERMANIA, CON UN CUORE GRANDE COSI’ In questa azienda di stampaggio a iniezione di articoli in plastica – dai barattoli per il sottovuoto ai misurini da laboratorio, dai boccagli per le maschere subacquee alle ventole e alle pompe di condensa – si vuole rientrare nel mondo dei giocattoli. I clienti, però, non mancano: «Ad oggi ne contiamo venti, ma con due o tre facciamo il 70% del fatturato. Uno è in Germania, pretende tantissimo ma ti paga a trenta giorni. Per noi, perderlo sarebbe un suicidio. Un altro, invece, è storico ed è svizzero. Quando la sua referente della qualità ci invia il modello di omologazione del prodotto, significa che abbiamo lavorato bene. Gli stessi rappresentanti ci fanno i complimenti, e si nota che vengono dal cuore», rimarcano i soci. Un cuore grande, come lo è quello di questi sei imprenditori: «Per motivi economici, la gestione precedente aveva dovuto lasciare a casa un dipendente. Noi lo abbiamo assunto nuovamente perché pensiamo e agiamo come una famiglia: all’Alfaplast c’è chi ci lavora da quindici anni e chi da trenta. E’ stata una grande soddisfazione».
UNA FAMIGLIA “LEAN”: IN FUTURO TUTTO SARA’ PIÙ VELOCE E SNELLO La “famiglia” procede insieme: tra i tanti prodotti (migliaia di modelli) realizzati per conto terzi ne conta uno di sua invenzione (il distanziale per serramenti), ma il pensiero corre veloce al domani. La voce si fa corale: «Avremmo bisogno di tante cose, ma dobbiamo lavorare per priorità. Da qui l’assunzione di Laura Seggi, la nostra segretaria, che si sobbarca ogni giorno chili di burocrazia. Poi sarà la volta dell’innovazione (perché il parco macchine va sistemato) e della Lean production: tutto deve essere più veloce, più semplice e più snello. Per ora reggiamo, ma sappiamo che gli impegni saranno numerosi e gli investimenti non dovranno mancare».
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