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Dazi Usa-Ue al 15%: stabilità relativa e sfide per il made in Italy

Dazi Usa-Ue al 15%: stabilità relativa e sfide per il made in Italy

L'accordo sui dazi al 15% tra Stati Uniti e Unione Europea rappresenta un punto di equilibrio complesso che richiede un'analisi attenta delle implicazioni per il sistema produttivo italiano.

«L'intesa garantisce un quadro di stabilità nelle relazioni transatlantiche, elemento essenziale per consentire alle nostre imprese di pianificare investimenti e strategie commerciali con maggiore certezza», osserva Confartigianato. «Tuttavia, sarebbe miope non riconoscere che un'aliquota del 15% costituisce comunque un fattore di alterazione significativo nelle dinamiche di prezzo e competitività dei prodotti scambiati».

IL PESO STRATEGICO DEL MERCATO AMERICANO

Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di destinazione del Made in Italy a livello globale. Nei dodici mesi conclusi a giugno 2025, l'export italiano ha raggiunto i 67,3 miliardi di euro, equivalenti al 10,7% delle esportazioni totali del paese. Un peso specifico che rende ogni variazione tariffaria particolarmente sensibile per l'intero sistema produttivo nazionale.

L'analisi dei dati del primo semestre 2025 evidenzia una crescita robusta dell'export manifatturiero italiano verso gli Stati Uniti, con un incremento del 7,6% rispetto al periodo corrispondente del 2024. Una performance che dimostra la competitività strutturale del Made in Italy, ma che ora deve confrontarsi con un nuovo scenario tariffario.

SETTORI IN ESPANSIONE E VULNERABILITÀ DIFFERENZIATE

Il comparto farmaceutico emerge come il protagonista assoluto della crescita, con un'espansione del 77,9% che ha portato l'export a 8,5 miliardi di euro. Un risultato che riflette l'eccellenza italiana nella ricerca e produzione farmaceutica, ma che potrebbe risentire in modo particolare dell'impatto dei nuovi dazi su prodotti ad alto valore aggiunto.

Significative anche le performance del settore legno, carta e stampa (+19,6%, 257 milioni di euro) e delle apparecchiature elettriche (+8%, 1,5 miliardi di euro). Il comparto alimentare e bevande mantiene un trend positivo del 5,3% (3,9 miliardi di euro), mentre la moda, tradizionale ambasciatore del Made in Italy, registra una crescita più contenuta del 3,1% (2,9 miliardi di euro).

«Questi dati dimostrano la vitalità e diversificazione del nostro export», sottolinea Confartigianato, «ma evidenziano anche come settori differenti possano assorbire l'impatto tariffario con capacità molto diverse. I comparti a maggior valore aggiunto e quelli con margini più compressi richiederanno strategie di supporto calibrate».

LE PRIORITÀ PER IL SISTEMA PAESE

L'accordo sui dazi richiede una risposta coordinata a livello europeo e nazionale. «L'Unione Europea e il governo italiano devono attivare immediatamente meccanismi di vigilanza contro possibili manovre speculative che potrebbero sfruttare la transizione tariffaria per alterazioni artificiose dei prezzi», avverte Confartigianato. «Parallelamente, è indispensabile strutturare programmi di sostegno per la diversificazione dei mercati di sbocco, riducendo la dipendenza da singole aree geografiche».

La diversificazione non significa abbandonare il mercato americano, che resta strategico e in crescita, ma costruire una presenza più equilibrata sui mercati globali. Questo richiede investimenti in intelligence commerciale, supporto all'internazionalizzazione delle Pmi, e rafforzamento delle infrastrutture logistiche e digitali che abilitano l'export.

IMPLICAZIONI OPERATIVE PER LE IMPRESE

Per le imprese italiane, il nuovo scenario richiede una revisione delle strategie commerciali su più fronti. La struttura dei costi dovrà essere analizzata per identificare margini di efficientamento che possano compensare parzialmente l'impatto tariffario. Le politiche di prezzo dovranno bilanciare la necessità di mantenere competitività con la salvaguardia della marginalità. Le strategie di posizionamento potrebbero dover enfatizzare ancora di più gli elementi distintivi del Made in Italy che giustificano premium price.

«Le nostre imprese hanno dimostrato capacità di resilienza e adattamento straordinarie», conclude Confartigianato. «Ma questa volta la sfida richiede un approccio sistemico che combini l'eccellenza imprenditoriale con politiche pubbliche efficaci e tempestive. Il rischio non è solo economico ma riguarda il posizionamento strategico del Made in Italy nel nuovo ordine commerciale globale».