Le quattro stagioni del Covid. Tra corse ai vaccini e “liberi tutti”, l'obiettivo è ripartire. Ma quando?

Le quattro stagioni del Covid. Tra corse ai vaccini e “liberi tutti”, l'obiettivo è ripartire. Ma quando?

L’affresco del futuro possibile senza il virus cambia di giorno in giorno ed è dipinto con tanti colori quante sono le notizie (si spera positive) che compongono quotidianamente un paesaggio fatto di chiaroscuri dove ancora l’alba è lontana, metafora che indica quel senso di speranza, protezione e necessità di riparo in questi mesi divenuto tanto aleatorio per molti, se non per tutti.

La domanda quindi è: ne usciremo? E, se sì, quando?

IN SINTESI

  • Primavera banco di prova con Paesi con Gran Bretagna e Isreaele che tirano la volata
  • In estate è vietato ripetere gli errori del passato, ma i vaccini faranno la differenza
  • Autunno inverno: rischio di riacutizzazioni isolate
  • Il ritorno a "una" normalità

L'ARTICOLO COMPLETO

Una cronologia è difficile ma possibile e l’ha offerta un recente articolo della rivista americana The Atlantic, storico periodico statunitense fondato nel 1857 a Boston che tratta di argomenti che spaziano fra cultura, letteratura, politica estera e salute addentrandosi in analisi che riguardano temi economici, tecnologia e scienza politica. Nella sua analisi il giornalista Joe Pinsker, che si occupa di questioni legate alla famiglia e alle relazioni sociali, ipotizza una sorta di taccuino della ripartenza che, con un punto di vista d’Oltreoceano - gli Usa sono il Paese fra i più colpiti della pandemia con una cifra di decessi che supera abbondantemente il mezzo milione di morti - cerca di spingersi nelle ipotesi di un ritorno alla normalità che si snoda necessariamente fra le pieghe delle cronache presenti, dunque fra vaccini, varianti e nuovi focolai.

PRIMAVERA
Nell’immediato, vale a dire nella primavera 2021 non cambierà molto per un motivo legato principalmente all’efficacia dei vaccini: esistono Paesi come Regno Unito o Israele in grado di fungere da apripista in questo campo con una robusta campagna vaccinale, mentre a casa nostra l’impressione è che la sferzata imposta dalle prime misure del governo Draghi potrà dare i suoi frutti sperati non prima della fine dell’estate 2021 con un tratto positivo che sembra riassumersi nell’efficacia del vaccino, ora al banco di prova della diffidenza dopo lo stop, e la ripresa, delle somministrazioni AstraZeneca in numerosi Paesi europei.

ESTATE
Tra giugno e settembre il vero rischio per l’anno che stiamo vivendo sarà quello di non ripetere gli errori del passato, col «liberi tutti» sulle spiagge e in discoteca: gli alleati di questa stagione saranno due: l’incidenza dei vaccini e il clima che consentirà nuovamente di poter passare più tempo all’aria aperta, fattore determinante per contenere i contagi, a patto che si punti sempre sull’auto protezione e il distanziamento sociale.

AUTUNNO 21/INVERNO 22
«Anche se l'estate sembra la fine della pandemia, potrebbe rivelarsi più una tregua temporanea. La maggior parte della popolazione dovrebbe essere vaccinata entro l'autunno, ma sembra probabile che nei mesi più freddi sia probabile una recrudescenza del virus», scrive Pinsker. «Questo scenario potrebbe provocare riacutizzazioni virali isolate, ma i vaccini dovrebbero ridurre significativamente la probabilità che chiunque venga infettato finisca in ospedale quindi con una minore propensione alla diffusione del virus».

ESTATE 2022
Oltre il prossimo inverno, le previsioni degli esperti sono fortunatamente più felici: la vita nei mesi più caldi del 2022 dovrebbe essere normale, o almeno qualunque cosa si qualifichi come normale un periodo di post-pandemia. «Il virus esisterà ancora, ma con una concreta possibilità di far ammalare gravemente meno persone. Come l’influenza, il virus sarà propenso a circolare principalmente nei mesi più freddi», ma troverà terreno meno fertile sul fronte della diffusione grazie ai vaccini. Alcune persone si ammaleranno comunque di Covid-19, insomma, ma il virus non sarà più fuori controllo. Questo nella speranza che il cammino verso la guarigione da questo male non incroci sul suo percorso il biglietto degli «imprevisti», a cui il genere umano dopo questa esperienza dovrà abituarsi.