Aziende e formazione: quando trovare la persona giusta è questione di competenze

Aziende e formazione: quando trovare la persona giusta è questione di competenze

Tanti li cercano, ma pochi li trovano. Le imprese e le scuole si parlano a fatica; i giovani chiedono sempre più lavori su Pc o su macchine a controllo numerico; l’officina fa paura: «Sporcarsi le mani o eseguire mansioni meno nobili rispetto ad altre – ci hanno detto gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta di Imprese e Territorio sull’importanza della formazione – non fa parte dei progetti delle nuove generazioni». A dirlo sono i dati di Confartigianato: a ottobre 2021 la quota di imprese che riscontra difficoltà nel reperire le figure professionali di cui ha necessità per far fronte all’incremento di domanda è del 43%.
Ne parliamo nel nuovo Podcast dedicato al tema con gli interventi di Ronny Villa della Villa Impianti (specializzata nella domotica, conta dieci collaboratori) e di Marco Civelli della Almar Srl (il suo core business è nelle cabine doccia e conta 115 dipendenti).  

Anche in provincia di Varese le imprese vanno a caccia di operai specializzati (nella metalmeccanica e nelle attività elettromeccaniche), tecnici informatici, personale generico nelle costruzioni, operai per la chimica e la plastica, specialisti in scienze chimiche, chi sa condurre impianti nell’industria alimentare e chi è operatore nel settore del benessere. Ma non è facile.
La formazione è la soluzione ad un “male” che rischia di mettere in crisi le aziende: «Di questo passo – rimarcano gli imprenditori – trovare giovani da assumere sarà sempre più difficile». Ed è per questo che all’interno di capannoni e laboratori si insiste sulla riqualificazione professionale e su percorsi formativi no stop. E non solo legati agli obblighi di legge: c’è chi iscrive capiufficio e capiofficina a corsi sulla leadership e chi, invece, si concentra sul coaching.
Perché, per tutti, la formazione «è un pilastro che sostiene e incrementa la competitività aziendale. E i giovani sono sempre un valore». Tra autocritica – «gli stessi imprenditori si dovrebbero mettere in discussione» – e responsabilità delle scuole, il dibattito è aperto.

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