Fattore Oee per le aziende: l'oro del business sono i dati e la produttività. Ascolta i consigli degli esperti

Fattore Oee per le aziende: l'oro del business sono i dati e la produttività. Ascolta i consigli degli esperti
Item Oee produttività

Alla scoperta dell’Overall Equipment Effectiveness. In italiano significa “Efficienza complessiva della risorsa produttiva”, anche se forse è meno eloquente. Si tratta di un indice di performance che aiuta a dare una misura complessa e generale di tutto lo stato di salute dell'impianto o della linea produttiva. Ne hanno parlato, nell’ultima diretta Item di Imprese e Territorio, due ospiti che ritornano: Antonio Belloni, consulente senior di direzione di Confartigianato Imprese e Matteo Casadio Strozzi, professore di gestione dei sistemi produttivi del Politecnico di Milano. «Misurare la produttività – è la premessa della diretta – sta diventando inevitabile per la gestione ottimale di un'azienda. L'Overall Equipment Effectiveness è un indicatore del quale tenere conto per valutare il rendimento di una o più risorse produttive. Proviamo a conoscerlo, a comprendere la modalità migliore per applicarlo e a metterlo a valore».

IMPARARE A MISURARE

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«Sicuramente – è l’introduzione di Belloni – è sempre più importante misurare la produttività di un’azienda. Dal punto di vista statistico c'è una proporzionalità della misurazione che cresce con l’aumentare della dimensione aziendale. Nelle piccole e medie aziende infatti, purtroppo, spesso non è così e specialmente nelle micro-piccole. Gli elementi da misurare e gli indici di produttività riguardano non solo il lavoro, ma anche il capitale investito, e nelle piccolissime imprese non c’è l’abitudine a farlo, non c'è il tempo e non sarebbe considerato ben speso. Manca l'idea che sia una cosa importante. In realtà l’elemento più importante per un’impresa è la ricchezza dei dati sulla propria attività».

«Trovo – gli fa eco Casadio Strozzi – che l’Oee sia in grado più di tutto di misurare l’efficacia complessiva di uno strumento e di un impianto. Una misura sintetica che permette di valutare in maniera oggettiva quanta parte del tempo che abbiamo a disposizione per utilizzare la macchina viene effettivamente usato al meglio». Un esempio, uno dei tanti che costellano una diretta dal buon ritmo, riguarda le canoniche otto ore lavorative di una giornata. Un po' di tempo se ne andrà per le pulizie, un po' per dei guasti, un po' per la produzione non conforme. Ecco, solo il tempo restante è quello utilizzato correttamente. Ma senza mettere tutto nero su bianco è molto più difficile organizzarsi.

MINIMIZZARE GLI IMPREVISTI ESTERNI E INTERNI

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È fondamentale anche utilizzare degli standard (come l'Oee, appunto): inventarsi degli indici propri può portare a distorsioni anche significative. Per questo servono metodi algebrici fissati. Belloni: la gestione della produttività è fondamentale se l'obiettivo è un percorso coerente ed è minimizzare sia gli imprevisti esterni (i "cigni neri") ed interni.

Il grande problema è che non c'è ancora la cultura dell'importanza sulle informazioni. Eppure non può né deve esistere la scusa di "non avere tempo", o risorse". Casadio Strozzi: «In diverse aziende ho constatato la disponibilità di macchinari anche avanzata. C'è un'immensa quantità di dati da gestire e non è detto che si sia in grado di porsi le domande giuste. Oee risolve le due questioni: è strutturato in maniera da farti capire quanto tempo stai perdendo in guasti e quanta merce produci che non riuscirai a vendere (ma sono solo esempi) e ha un indice che non è violabile. Nessuno potrà “camuffare” i valori”. Ma quanto pesa la marginalità nei mercati complessi?

Risponde Belloni: «Fatturare è l'ossigeno per tirare avanti e la tendenza è quella ancora di muoversi dove si fattura, e non dove si guadagna. La trovo miopia. Le marginalità sono infine sempre più erose dai rincari energetici, attualmente insostenibili». Sarà sempre più importante rendersi conto che non sono solo le macchine a “comunicare”, ma anche i mercati, i clienti, i dipendenti. Analizzare bene queste dinamiche significa essere in vantaggio. «La produttività – aggiunge Casadio Strozzi - va misurata per rendersi conto dei miglioramenti che possiamo mettere in campo. L'Oee non ragiona con la quantità di volumi, ma con una logica sottrattiva che vuole farmi capire come sto impiegando il mio tempo. Se ho un indice Oee del 40 per cento, devo partire dall'altro 60. Come lo sto sprecando? Ritengo che la misurazione della produttività del lavoro dell'uomo sia secondaria rispetto alla produttività della macchina prima si debba misurare la produttività delle macchine, che rivelano come l'azienda lavora. Dopo che questo concetto è stabilizzato posso misurare la bontà e la produttività del lavoro delle persone con un sistema stabile, strutturato, produttivo, preciso. Se i dati sono drammatici devo fare finta di essere dal medico. Misurarli tutti i giorni finché non migliorano».

La sintesi perfetta l'ha fornita Belloni: «Integrare i dati freddi delle macchine con quello che dicono le persone e soprattutto non rinnegare le informazioni ricevute dalle misurazioni, anche se non ci piacciono. A volte gli imprenditori fanno così. Non devono».

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