Ogni azienda sconta 30-40% di inefficienza. Come migliorare? Ecco i nostri consigli

Ogni azienda sconta 30-40% di inefficienza. Come migliorare? Ecco i nostri consigli

Le imprese non si devono solo gestire, si devono sempre migliorare. L'efficienza produttiva in azienda è un tema chiave per la ripartenza post-pandemia: il ciclo Item d'Impresa di Confartigianato Imprese Varese lo ha focalizzato con Matteo Casadio Strozzi, docente di gestione dei sistemi produttivi al Politecnico di Milano.

«Le aziende pagano in media un 30-40% di inefficienza - sottolinea l'esperto - nei reparti produttivi le attività non a valore aggiunto pesano per quasi la metà del tempo che impieghiamo in azienda, negli uffici anche l'80%. Alcune attività, come quelle legate agli adempimenti di legge, sono obbligate, ma recuperare molto si può. L'inefficienza è sempre la punta di un iceberg».

CI SONO MERCATI PIU' INNOVATIVI DI NOI
E la scarsa produttività è un problema atavico del nostro sistema imprenditoriale: «Serve tenacia quando si inizia un cammino di miglioramento, dandosi un piano e obiettivi realizzabili, e deve cambiare il modello di gestione, anche nelle piccole imprese - la ricetta per il cambiamento di Matteo Casadio Strozzi - la figura del manager deve porsi l'obiettivo di migliorare, non solo di gestire. Altrimenti l'azienda muore perché ci sono mercati che hanno più fame e sono più innovativi di noi».

Fondamentale in questo percorso è la «managerializzazione, anche delle piccole imprese. Un approccio che prevede la delega, possibile solo con il controllo. Migliorare i processi deve essere parte del compito del manager». Altri passaggi utili sono «gli investimenti nella digitalizzazione, importante perché facilita, però bisogna saperla usare la tecnologia, formando le persone». Ma quello che «fa la differenza» sono «la differenziazione produttiva e l'innovazione di prodotto e di processo. Bisogna abituarsi a mettersi in gioco sempre».

EFFICACIA: USARE BENE LE RISORSE
Nel concreto, ci sono delle esperienze consolidate a cui fare riferimento. Come l'approccio “lean”, che «è estremamente operativo - spiega il Prof - l'efficienza si ottiene attraverso l'efficacia, l’attenzione a utilizzare bene le risorse». I KPI, Key Performance Indicators (indicatori chiave di performance), sono uno strumento che può aiutare: «Le aziende ne hanno bisogno - rimarca Casadio Strozzi - il problema è la costruzione dell'indice, capire a cosa serve e non produrre indicatori troppo personalizzati. Ci sono tante metriche già pronte da utilizzare: molte aziende ad esempio si indirizzano sull'OEE».

La cosiddetta “efficienza generale dell’impianto”, un indicatore percentuale che rappresenta il rendimento globale di una risorsa produttiva. Un altro esempio è «la metodologia 5S, che aiuta l'azienda a sistemare le postazioni di lavoro, riordinandole e dandosi delle regole per avere solo le strumentazioni che servono - rivela l’esperto - utilizzando questa metodologia, un'officina di Bologna aveva scoperto di avere 73 calibri per 17 torni. Non uno o due, ma 73». Per effettuare queste operazioni di efficientamento servono dati: «Averli è un vantaggio, avere quelli giusti è ancora meglio - sottolinea il docente del Politecnico - di solito si raccolgono con una finalità diversa da quella del miglioramento, come quella puramente contabile. Ma è fondamentale capire qual è la finalità. Devono essere funzionali a quello per cui li utilizziamo».

UN OBIETTIVO DA DARSI AD OGNI COSTO
Ma siccome «ovunque c'è un processo c'è un'opportunità di miglioramento», l’efficienza produttiva è un obiettivo che ogni azienda dovrebbe porsi continuamente. «È un investimento, e un impegno non solo in termini economici che richiede costanza - rimarca Casadio Strozzi - ma come diceva Philip Crosby la qualità è gratis e si ripaga. E l'inefficienza può costare di più, perché nei processi la difettosità fisiologica non esiste e va corretta». Anche con approcci creativi, come quello di Massone e Marchionne, che basarono «il successo del modello work class manufacturing» del gruppo Fiat sul fatto che «parte dei risparmi del miglioramento dei processi sarebbero rimasti come patrimonio del gruppo di operational excellence».

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