Warsaw Food Expo, si parte per portare il made in Italy di qualità in Europa

Warsaw Food Expo, si parte per portare il made in Italy di qualità in Europa
Warsaw food expo

Il made in Italy artigianale del food&drink torna in fiera al Warsaw Food Expo, l’appuntamento per i professionisti del settore Ho.Re.Ca. che dal 17 al 19 maggio porterà in Polonia le novità dei settori hotellerie, ristorazione, gastronomia, catering e di tutto ciò che ruota attorno all’alimentazione e alle bevande di qualità.

Confartigianato Artser ci sarà: a tre anni dalla prima collettiva di Varese e della Lomellina del 2019, sarà un ritorno significativo dopo che i due anni di Covid hanno arrestato qualsiasi occasione di incontro e confronto diretto con gli operatori. Ora si ricomincia, nel rispetto delle difficoltà legate al conflitto bellico in corso, ma con la voglia di portare all’attenzione del mercato dell’Europa dell’Est l’italianità di prodotti che tanta attenzione ripongono sulla qualità e che – spiega l’export specialist di Artser Matteo Campari – «si caratterizzano per la ricercatezza degli ingredienti». «La sfida – prosegue Campari - è portare l’eccellenza della provincia italiana in un’area geografica per noi estremamente importante».

UNA LUNGA PREPARAZIONE

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Sfida preparata nei minimi dettagli ben prima della partenza: «Abbiamo cominciato a sentire per tempo importatori, distributori del settore Ho.Re.Ca. e negozi specializzati in gastronomia italiana o internazionale per preparare il terreno non solo alle quattro imprese che rappresentiamo ma anche per altre per i cui prodotti dovessero attirare, come spesso capita, manifestazioni di interesse da parte di buyers locali». Si chiama matching, ed è una delle mission dell’attività del servizio estero di Artser.

Insomma una porta aperta a tutto tondo, che lascia intravedere ampi margini di business e che riprende il filo rosso di contatti già tessuti nel recente passato. Sempre Campari: «Alcune aziende, dopo l’esordio nel 2019, hanno continuato a coltivare i contatti attivati in quella missione e hanno iniziato a essere esportatori continuativi, senza farsi spaventare dal fatto che esportare un prodotto alimentare non è semplice e che per le aziende c’è la necessità di crescere sia dal punto di vista linguistico, che della conoscenza di abitudini e tipologie di esportazione».

Esportare richiede impegno, studio, dedizione e pazienza. Lo sanno bene gli specialisti del servizio IBS – Interational Business Staff di Artser che il 17 partiranno alla volta di Varsavia «con l’aspettativa di un buon flusso di potenziali nuovi clienti o di clienti già noti con i quali stiamo già riallacciando i contatti».

UNIRE IL GUSTO ALLA SICUREZZA

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«Certo – conferma l’export specialist Campari – questa non è stata una fiera semplice da organizzare perché il Covid ha stravolto vecchie e consolidate abitudini». Se in occasione della prima trasferta erano state organizzate degustazioni che tanto interesse avevano incassato tra gli operatori, «quest’anno dovremo trovare il giusto modo per far scintillare gli occhi e solleticare lo stomaco con modalità differenti. La sfida è grossa ma ci siamo mossi per tempo e abbiamo studiato il modo più sicuro di unire il gusto italiano alla sicurezza».

Per questo, e per altre ben note ragioni, «non si parte con l’animo leggero ma con la delicatezza, lo stile e l’attenzione che ci caratterizza cercheremo di essere soggetti attivi in una vetrina che nessuno oggi affronta con la spensieratezza di un tempo, dimostrando che c’è una comunità che ha il desiderio di lavorare e che vuole andare avanti nonostante le difficoltà».

Sarà massima anche la cura contro gli sprechi alimentari, nel rispetto del contesto: «Eviteremo di portare con noi un eccesso di campionatura, faremo in modo che sia una campionatura ragionata. Non servono tonnellate di prodotti ma i prodotti giusti da mettere a disposizione dei buyers e la competenza necessaria per raccontare il valore di quelli che non potranno essere assaggiati».

Dunque si parte con la consueta grande attenzione per le vere protagoniste di ogni sforzo, le imprese, «che ci chiedono supporto per conquistare mercati nuovi e che ci spingono a fare sempre, ogni volta, del nostro meglio» conclude Campari.

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