Come accedere alle opportunità del Pnrr? Tutto quello che c'è da sapere sui fondi più attesi d'Italia

Per le imprese si apriranno numerose opportunità dirette attraverso gli appositi fondi e le misure di credito d'imposta che sono previste in particolare sulla missione della digitalizzazione e sul fronte trasversale della competitività: cerchiamo di capirci qualcosa in più

Fondi per le imprese

Come accedere alle opportunità del Recovery Fund? Dei fondi del Pnrr si parla molto, ma è importante capire come verranno veicolati al nostro Paese e soprattutto alle nostre imprese. Il significato del Piano si legge nei suoi obiettivi: punta a un impatto sulla crescita del 3,6% nel 2026, con un balzo dell’occupazione di 3,2 punti nel triennio 2024-2026. Ecco perché il ruolo delle imprese sarà decisivo.

LE RISORSE
Il Governo richiede all'Unione Europea il massimo delle risorse RRF disponibili per l'Italia, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Ai fondi del Pnrr si aggiungono quelli resi disponibili dal programma REACT-EU, per 13 miliardi, e altri 30,6 miliardi di risorse nazionali, che confluiscono in un apposito Fondo complementare finanziato attraverso lo scostamento di bilancio dello scorso aprile. In tutto sono 235,12 miliardi per la ripartenza dopo la pandemia.
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi della politica di coesione, alle risorse considerate dal Pnrr si affiancano quelle europee e di cofinanziamento nazionale dei Fondi strutturali della programmazione 2021-2027 (per le quali è in fase avanzata di definizione il nuovo Accordo di partenariato con la Commissione UE) la cui dotazione complessiva ammonta a circa 83 miliardi, nonché quelle nazionali del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per la programmazione 2021-2027, stanziate in un primo importo di 50 miliardi.

L'ATTUAZIONE DEL PIANO
Per quanto riguarda la fase di attuazione del Pnrr, il Governo chiarisce che le singole amministrazioni centrali interessate (Ministeri), nonché le regioni e gli enti locali, provvedono alla realizzazione dei singoli interventi e delle riforme. Un’apposita struttura del Ministero dell’economia e delle finanze provvede al coordinamento centralizzato, il monitoraggio e il controllo sull’attuazione, oltre a costituire il punto di contatto con la Commissione europea per il Pnrr.
Infine, una Cabina di Regia per il Pnrr ha il compito di garantire il monitoraggio dell’avanzamento del Piano, il rafforzamento della cooperazione con il partenariato economico, sociale e territoriale, e di proporre l’attivazione di poteri sostitutivi e le modifiche normative necessarie per l’implementazione delle misure del Pnrr.

La maggior parte dei fondi verranno quindi veicolati direttamente dallo Stato centrale e dalle amministrazioni locali, attraverso le forme tradizionali degli appalti sugli investimenti

LE MISSIONI
La maggior parte dei fondi verranno quindi veicolati direttamente dallo Stato centrale e dalle amministrazioni locali, attraverso le forme tradizionali degli appalti sugli investimenti che verranno effettuati nelle varie missioni. Che sono sei: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. A cui si aggiungono le riforme di pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione normativa e concorrenza.

Per le imprese si apriranno però numerose opportunità dirette attraverso gli appositi fondi e le misure di credito d'imposta che sono previste in particolare sulla missione della digitalizzazione e sul fronte trasversale della competitività.

LE OPPORTUNITA' DIRETTE PER LE IMPRESE
Per i giovani ad esempio è prevista l'istituzione della Sezione Speciale Turismo del Fondo Centrale di Garanzia per facilitare l'accesso al credito per i giovani che intendono avviare una propria attività: 358 milioni di euro (tra il 2021 e il 2025) per l'attivazione di 11.800 imprese turistiche sostenute dal fondo di garanzia per le Pmi.

Altri 400 milioni di euro (dal 2021 al 2026) sono le risorse per incrementare, attraverso la creazione del “Fondo Impresa Donna”, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e sistematizzare e ridisegnare gli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali per imprese a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile.

Sul fronte dell'edilizia la fetta più rilevante dei fondi del Pnrr sarà indirettamente a disposizione delle imprese grazie al rifinanziamento dell'Ecobonus e Sisma bonus fino al 110% per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici, per un importo complessivo di ben 13,81 miliardi.

Impresa 4.0

Per il piano Transizione 4.0 sono previsti 13,38 miliardi di credito di imposta, “spalmati” tra il 2021 e il 2023, di cui 8,87 alle imprese che investono in beni strumentali materiali 4.0 (tecnologicamente avanzati) e 1,91 miliardi l’acquisto di beni strumentali immateriali 4.0 (modellazione 3D e intelligenza artificiale). E ancora, 290 milioni alle imprese che investono in beni i beni immateriali standard (software per la gestione aziendale), 2,01 miliardi alle imprese che investono in ricerca, sviluppo e innovazione e 300 milioni alle imprese che investono in attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze. Per l'innovazione e tecnologia nella microelettronica sono previsti contributi per 340 milioni: rappresentano il 40% delle spese di investimento nello sviluppo della filiera strategica della microelettronica investendo nei substrati di carburo di silicio.

Per l'internazionalizzazione è previsto uno stanziamento di 1,2 miliardi che verrà distribuito attraverso il rifinanziamento, dal terzo trimestre 2021, del Fondo 394/81 gestito da Simest, che eroga contributi e prestiti agevolati a imprese italiane operanti sui mercati esteri (inclusi dal 2020 i paesi membri dell’Unione europea). L’obiettivo è di far fruire del sostegno del Fondo 394/81 ad almeno 4.000 PMI a partire dal 1º gennaio 2021. Per le politiche industriali di filiera sono previste risorse per 750 milioni di euro, per progetti di investimento nei settori agroalimentare, automotive, arredamento e design, cantieristica e aerospaziale, edilizia e immobiliare, energia e utilities, fashion & beauty, meccanica, media e TLC, trasporti e logistica, turismo. L’obiettivo è di concludere 40 contratti di sviluppo entro il quarto trimestre del 2024, per un ammontare stimato di 1,5 miliardi di investimento.

Nell'ambito della riforma del sistema della proprietà industriale, finanziato con 300 milioni, è previsto un contributo, sotto forma di credito d'imposta, per almeno 254 progetti aggiuntivi destinato a imprese e organismi di ricerca, come misure relative ai brevetti (Brevetti+), progetti PoC (Proof of Concept) e uffici per il trasferimento tecnologico (TTO).

Aziende green

Per il finanziamento delle start-up sono previsti 300 milioni, con una misura finalizzata ad integrare le risorse del Fondo nazionale per l’innovazione, lo strumento gestito da Cassa Depositi e Prestiti per sostenere lo sviluppo del venture capital in Italia. Attraverso questa iniziativa sarà possibile ampliare la platea di imprese innovative beneficiarie del Fondo: l’investimento consentirà di sostenere 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni di euro (partecipazione media pari a 1,2 milioni di euro). Altri 600 milioni sono destinati all'introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l’assunzione dei ricercatori dalle imprese. L'obiettivo è il potenziamento delle competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle Key Enabling Technologies: la misura prevede l’attivazione di 5.000 borse di dottorato per 3 anni, con il cofinanziamento privato e l’incentivo all’assunzione di 20.000 assegnisti di ricerca o ricercatori da parte delle imprese.

Un investimento da 571 milioni sarà destinato alle tecnologie satellitari e all'economia spaziale.
Per supportare le start-up green è prevista l’introduzione di un fondo dedicato (“Green Transition Fund”, GTF) al fine di incoraggiare e stimolare la crescita di un ecosistema di innovazione, con focus particolare sui settori della transizione verde (es. rinnovabili, mobilità sostenibile, efficienza energetica, economia circolare, trattamento rifiuti, batterie, etc.), tramite investimenti di venture capital diretti e indiretti.