Quando le reti informali diventano motori di sviluppo: così le imprese costruiscono filiere che funzionano

L'ultima tappa della nostra inchiesta nel cuore produttivo del territorio rivela come la prossimità generi valore condiviso. Ma restano i nodi da sciogliere per liberare tutto il potenziale delle imprese locali

Non si può pensare ad un territorio senza imprese, così come è impossibile definire la competitività di un'azienda senza un territorio reattivo, attrezzato e collaborativo. Se da un lato le aziende valorizzano i luoghi migliorando il reddito delle famiglie, favorendo lo sviluppo di nuovi settori e attività e creando relazioni tra persone, istituzioni e scuole, dall'altro il territorio si apre ad un rapporto basato sul dialogo e sulla collaborazione per valorizzare le risorse locali, diventare più competitivo attraverso modelli di business aziendali fondati sulla formazione, sull'aggiornamento, su procedure sostenibili e responsabili e, di conseguenza, farsi più attrattivo agli occhi degli investitori.

A tutti gli effetti, quando si parla di "filiere corte" si deve anche parlare di "crescita osmotica" tra i diversi attori. Perché solo unendo le proprie, rispettive peculiarità si può ottenere uno sviluppo locale che sia significativo. Investendo su giovani tecnici che sappiano portare nuove idee e stimoli per aiutare le imprese a vincere la sfida dell'innovazione, e su giovani specializzati nello storytelling e nella gestione dei contenuti sui canali digitali.

Le imprese intervistate: Artes Etichette, etichette autoadesive per l'alimentare, la cosmetica, la parafarmaceutica, la chimica (ingegnere Luca Airoldi), Officine meccaniche Pierobon Galdino & C., lavorazioni di precisione customizzate (Monica Pierobon), B&T Energy Srl, impianti fotovoltaici (Andrea Buzzi Reschini).

IL RAPPORTO CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Artes Etichette

Un problema c'è, e lo evidenzia la Artes Etichette: «Per quanto ci riguarda, abbiamo un gran bisogno di espanderci ma il Piano Regolatore non ce lo permette: se la situazione non dovesse cambiare, saremmo costretti ad andarcene. Inoltre, sarebbe importante realizzare un posteggio davanti all'impresa, dove ora ci sono solo terreni agricoli, per agevolare la crescita dimensionale e lo spostamento dei mezzi pesanti. Nonostante il nostro impegno per alcune associazioni del territorio, la pubblica amministrazione non ha costruito un gran rapporto con le imprese: pensiamo sia necessario, invece, raccogliere le loro esigenze per poter creare una collaborazione che potrebbe essere vantaggiosa per entrambe le parti».

Officine meccaniche Pierobon

Servizi e infrastrutture non mancano: da un lato c'è la tangenziale e, dall'altro, il treno Tilo. Il servizio transfrontaliero gestito in collaborazione tra Trenord e Ferrovie Federali Svizzere. Anche in questo caso, così come evidenziato nelle puntate dedicate alle zone industriali di Sacconago e Cavaria con Premezzo, il ruolo sociale dell'impresa assume un ruolo fondamentale: Arcisate è un bacino di occupazione raggiunto, ogni giorno, da centinaia di collaboratori proveniente dai Comuni limitrofi.

LE RETI INFORMALI

Ce ne sono e funzionano. Le aziende presenti nella zona sono, l'una per l'altra, fornitori e clienti e il concetto di "filiera corta" qui viene espresso quotidianamente attraverso una collaborazione a trecentosessanta gradi. Officine meccaniche, installatori, imprese di costruzioni lavorano a stretto contatto e, secondo le dichiarazioni raccolte tra gli imprenditori, "a tutto tondo". I "vicini di casa", in quest'area industriale, hanno dato il via ad un rapporto che avvantaggia tutti perché «ognuno è specializzato nel proprio lavoro e non ci sono concorrenti. Le reti informali danno una spinta che va al di là del lavoro di tutti i giorni».

LA COLLABORAZIONE CON LE SCUOLE

Dalla Artes Etichette fanno sapere che «le scuole vengono in azienda tutti gli anni: ragazzi da Bisuschio, Varese e Gallarate. Scuole di Grafica e dall'Enaip per stage o alternanza scuola-lavoro». Stagisti da Isis Newton e Ipsia trovano un punto di riferimento alle Officine Meccaniche Pierobon: «Accolgo i ragazzi solo quando ho la possibilità di seguirli da vicino, perché il nostro compito è quello di accompagnarli nel mondo del lavoro: qui, scoprono utensili e lavorazioni che non hanno mai visto in tutti gli anni di scuola». Per la B&T Energy Srl è più complicato: «Vorrei fare un passo in più in questa direzione – dice il titolare – ma non è facile perché i nostri sono tutti lavori in quota, quindi i giovani devono seguire un percorso particolarmente articolato sulla sicurezza con attestati e patentini: uno stage non basta perché non è lo strumento adatto». (SECONDA PARTE - Fine 3). Davide Ielmini

Magazine 03 - 2025  - Filiere corte ma solide

Magazine 03 - 2025 - Filiere corte ma solide

Comunicare l’impresa significa entrarci dentro

Il magazine Imprese e Territorio non osserva da fuori. Entra nella vita vera delle imprese, ne raccoglie le traiettorie, le scelte, le tensioni, e le restituisce in forma narrativa e interpretativa.
Ogni numero nasce dall’incontro diretto con chi produce valore ogni giorno, ma si completa solo attraverso l’analisi di chi quel valore lo studia, lo decifra, lo colloca in un sistema più ampio.

Anche in questo numero, la comunicazione non è solo racconto: è connessione tra esperienza e lettura critica, tra realtà aziendali e visione sistemica. Le storie non sono esempi, ma sintomi di una trasformazione più profonda che attraversa territori, filiere, mercati.

Il focus: quando l’impresa resta, il territorio tiene

Il cuore di questo numero è dedicato a un nodo cruciale: la relazione tra impresa e territorio all’interno delle filiere corte.
In un tempo segnato da rotture, strozzature logistiche e instabilità geopolitica, le imprese che hanno scelto di restare agganciate al proprio contesto – costruendo reti locali dense e collaborative – hanno dimostrato una capacità di adattamento e resilienza superiore.

La filiera corta, spesso sottovalutata come modello residuale, emerge qui come strategia economica evoluta, capace di proteggere il tessuto produttivo e sociale senza rinunciare alla competitività.
Un sistema dove prossimità, fiducia, qualità relazionale e co-sviluppo diventano leve reali per affrontare l’incertezza e costruire il futuro.

Imprese e Territorio continua così a essere non solo un progetto editoriale, ma una forma di osservazione partecipata dell’economia reale, un laboratorio aperto che tiene insieme parole, dati, visioni. E soprattutto: persone.