Il caro energia accelera la transizione sostenibile: dove ci sta portando la fiammata dei prezzi

Il caro energia accelera la transizione sostenibile: dove ci sta portando la fiammata dei prezzi
Crescita sostenibile

Cartiere, mobilifici, acciaierie, aziende chimiche, è lungo l’elenco delle imprese italiane che in quest’ultimo periodo non sono in grado di dire fino a quando riusciranno a evitare blocchi alla produzione, rinviare l’attivazione di ammortizzatori sociali e, infine, impedire la chiusura. Questa situazione è figlia di un caro energia trainato dall’esponenziale aumento del prezzo del gas. Si tratta di una condizione che sta mettendo a dura prova la tenuta di tutto il tessuto industriale, con alcuni comparti, quelli più energivori, più a rischio di dover arrestare i propri cicli produttivi.

Una congiuntura che ancora una volta pone i riflettori sul fabbisogno energetico e sulla necessità di avere sempre più energia a basso costo da fonti rinnovabili. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia nel 2035 la richiesta di energia elettrica supererà il 30% di quella attuale, con implicazioni sui costi, destinati a crescere ancora, e sull’impatto ambientale.

COSTI LEGATI A QUELLO DELLA CO2

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Dagli ultimi dati consolidati sui consumi risulta che luce e gas hanno subito una notevole impennata in tema di consumo e costi, gravando sui bilanci delle famiglie e delle imprese, così come sulla salute dell’ambiente. Gli aumenti, a livello internazionale, sono legati al trend di forte crescita delle quotazioni delle principali materie prime energetiche. In particolare, i prezzi europei del gas sono cresciuti di oltre l’80% nel terzo trimestre del 2021 rispetto al secondo, con picchi nei mercati all’ingrosso di oltre 70 euro/MWh nella seconda metà di settembre (contro i circa 20 euro/MWh di inizio anno).

Prezzi correlati anche al costo della CO2 che, dalla fine del mese di agosto di quest’anno, si è attestato oltre i 60 euro/tCO2. Per avere un termine di paragone si pensi che nel mese di settembre del 2020 la CO2 valeva circa 28 euro/tCO2. Nel confronto con il secondo trimestre del 2021, il prezzo medio rilevato nel terzo trimestre è risultato in aumento del 13% circa.

FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI

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A conti fatti è sempre più fondamentale trovare soluzioni che permettano di risparmiare sulla fornitura di energia e gas, soluzioni che vadano a impattare meno sull’ambiente riducendo le emissioni di CO2. Una delle vie da seguire, sicuramente la più sicura e percorribile per non pagare di più nei prossimi anni e per non dipendere così pesantemente dalle oscillazioni dei combustibili fossili, è il ricorso alle fonti di energia rinnovabile. Per farlo è necessario accelerare il più velocemente possibile il processo di transizione ecologica.

Una tesi che è stata spiegata chiaramente al Parlamento Europeo dal vice presidente della Commissione europea e responsabile per il Green deal, Frans Timmermans, secondo il quale «bisogna accelerare la transizione verso le energie rinnovabili in modo che l’energia rinnovabile a prezzi accessibili diventi disponibile per tutti. Se avessimo avuto il Green deal cinque anni prima, non saremmo in questa situazione perché avremmo meno dipendenza dai combustibili fossili e dal gas naturale. Inoltre solo un quinto dell’amento dei prezzi è dovuto al costo della CO2».

Il futuro, ormai non tanto remoto, è rappresentato dall’idrogeno, sul quale stanno investendo pesantemente molte aziende. È di qualche giorno fa l’annuncio della norvegese Equinor Asa di destinare ben 12 miliardi di dollari nella ricerca e sviluppo dell’idrogeno “verde”, con l’obiettivo di raggiungere una fetta di mercato di almeno il 10% entro il 2035, per cominciare.