L’apertura di una linea di finanziamento è oggi qualcosa di fondamentale per le piccole e medie imprese, che devono prepararsi in modo strategico per accedere al credito bancario. Il professor Claudio Cacciamani, ordinario di Economia degli Intermediari finanziari all’Università di Parma evidenzia alcune priorità: «Bisogna fornire dati completi sulla storia dell’azienda, il mercato e i punti di forza, oltre a bilanci e situazioni contabili aggiornate».
Cruciale anche una gestione finanziaria impeccabile. I finanziamenti devono essere gestiti con attenzione, evitando situazioni in cui si superino i limiti di credito concessi dalla banca, poiché questo comporterebbe segnalazioni negative alla centrale rischi, un sistema che monitora l'affidabilità finanziaria delle imprese. È inoltre fondamentale rispettare sempre le clausole contrattuali stabilite con l’istituto di credito. Per le Pmi è inoltre importante considerare strumenti alternativi, come il leasing operativo, il crowdfunding o i club deal, gruppi di investitori privati che possono sostenere i progetti aziendali.
«La spersonalizzazione del rapporto con la banca diventa un’arma a doppio taglio», afferma Cacciamani, riferendosi all’attuale utilizzo di sistemi di rating automatizzati per valutare il merito creditizio. Questo approccio, se da un lato migliora l’efficienza, dall’altro limita la discrezionalità degli operatori. Di conseguenza, è essenziale che le aziende presentino un set completo di informazioni sia qualitative sia quantitative. Quindi cosa fare?
«Bisogna fornire dati sulla storia dell’azienda, il mercato, i punti di forza, oltre a bilanci e situazioni contabili aggiornate», consiglia l’esperto. Inoltre, il rispetto delle clausole contrattuali e una gestione finanziaria impeccabile sono imprescindibili: «L’utilizzo dei finanziamenti deve essere corretto, evitando segnalazioni nella centrale rischi».
Con l’ascesa delle pratiche sostenibili, il rating ESG si sta affermando, soprattutto per le grandi aziende. «Per le Pmi, al momento, il rating ESG non è determinante per l’ottenimento del credito», chiarisce Cacciamani. Tuttavia, vi sono eccezioni: «Nel caso del credito ipotecario, il miglioramento della classe energetica degli immobili può portare a una riduzione del tasso d’interesse».
Interessante anche il ruolo della Banca Centrale Europea: «Autorizza una riduzione dell’impiego di capitale proprio di rischio alle banche che erogano prestiti con caratteristiche ESG. Questo dovrebbe essere sfruttato dagli operatori per ottenere condizioni finanziarie più vantaggiose».
Un altro elemento chiave per facilitare l’accesso al credito è rappresentato dai Confidi, consorzi di garanzia collettiva. «Hanno un ruolo fondamentale quando la loro garanzia è accettata dalle banche come elemento per ridurre il rischio dell’impresa», sottolinea Cacciamani. Tuttavia, affinché ciò accada, è necessario che i Confidi guadagnino maggiore forza contrattuale, anche grazie al supporto delle associazioni imprenditoriali locali.
Per molte Pmi, il principale ostacolo è rappresentato dalla mancanza di competenze interne nella gestione della finanza aziendale. «Le aziende faticano a trovare banche disposte a derogare da valutazioni asettiche e a entrare nel merito dei progetti imprenditoriali», evidenzia Cacciamani. In questi casi, la consulenza di associazioni strutturate può fare la differenza: «È fondamentale che le Pmi siano supportate nella creazione di un’informativa chiara e completa per i finanziatori».
Ma cosa succede quando il credito bancario viene negato? «Molte aziende rinunciano ai progetti di sviluppo, impoverendo il tessuto imprenditoriale», avverte l’esperto. Questo è particolarmente grave in Italia, dove il numero di banche locali e di medie dimensioni è in drastico calo. «A differenza di altri Paesi, come la Germania, l’Italia ha spinto verso una concentrazione bancaria che penalizza le Pmi».
In alternativa, le imprese possono rivolgersi a strumenti come il leasing operativo, il noleggio o il crowdfunding. «Stanno emergendo anche i club deal, gruppi di investitori privati che finanziano Pmi in crescita, offrendo risorse altrimenti difficili da reperire», conclude Cacciamani.
L’accesso al credito è una sfida cruciale per le Pmi, che devono adottare un approccio più strutturato e strategico. Con un supporto da parte di consulenti preparati, e con un’attenta valorizzazione delle opportunità offerte dal rating ESG, le aziende possono migliorare la propria capacità di attrarre risorse. «Solo così si potrà rafforzare il tessuto imprenditoriale italiano, favorendo crescita e innovazione», afferma con convinzione Cacciamani.
In un contesto che richiede sempre più sostenibilità e trasparenza, il dialogo tra banche e Pmi deve evolversi, costruendo un rapporto basato su fiducia e cooperazione. Annarita Cacciamani