I capitoli sono: lavoro, fisco, ambiente, credito e mestieri. Gli emendamenti sono 28. E l’obiettivo è uno: alleggerire il peso della crisi dalle spalle delle piccole e medie imprese attraverso correttivi (emendamenti) al Decreto-legge Sostegni, quello che il Governo ha varato con l’obiettivo di dare una boccata di ossigeno al mondo economico. Decreto sul quale, è l’analisi di Confartigianato Imprese, c’è da intervenire con urgenza per mettere un punto fermo su temi bollenti, soprattutto per le Pmi.
Per questo sui tavoli anche dei rappresentanti della provincia di Varese in Senato sono state recapitate le proposte di emendamento (termine ultimo: 9 aprile), che nei prossimi giorni si metteranno al lavoro per arrivare (entro sessanta giorni) alla conversione in legge del Dl 22 marzo 2021 nr.41, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 22 marzo scorso.
Questi i punti all’ordine del giorno: ulteriori risorse adeguate a sostenere le imprese, proroga al 31 dicembre delle misure di sostegno alla liquidità delle aziende con nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e conferma di quelle in essere senza l’obbligo per gli intermediari finanziari di riclassificare il debitore in negativo (forborne) o, addirittura, in insolvente (default) secondo la regolamentazione europea in materia e riattivando la flessibilità che l’Eba aveva concesso alle banche europee all’inizio della crisi economica, estensione della durata della garanzia pubblica da 6 anni ad almeno 15 anni per permettere alle imprese di diluire il proprio impegno finanziario su un arco di tempo più lungo.
«Apprezziamo – ha detto Confartigianato in audizione alle medesime commissioni – il superamento del criterio dei codici Ateco, l’attenzione alle piccole imprese con la rimodulazione dell’intensità dei contributi. Tuttavia è insufficiente lo stanziamento di circa 11 miliardi di euro rispetto all’ingente e straordinaria perdita di fatturato sofferta dalle imprese e, di conseguenza, troppo limitato il ristoro che è circoscritto alla perdita di fatturato media di un solo mese del 2020. Inoltre, consideriamo troppo ‘severo’ il limite minimo del 30% fissato per la perdita di fatturato necessaria per poter accedere al contributo a fondo perduto, in quanto, secondo elaborazioni su un panel di nostri associati, circa il 40% delle imprese presentano un calo di fatturato inferiore, però, alla prevista soglia».
Confartigianato chiede inoltre di prolungare fino a 30 aprile 2021 il credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili ad uso non abitativo e affitto d’azienda e a tutto il 2021 il credito d’imposta per la sanificazione degli ambienti, l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale e per la salute dei lavoratori e degli utenti.
In materia di lavoro, e in particolare sui contratti a termine, Confartigianato sollecita l’eliminazione strutturale dell’obbligo di indicare la causale e del contributo addizionale previsto in occasione di ciascun rinnovo. Inoltre chiede di superare gradualmente il blocco dei licenziamenti, ampliando le ipotesi di esclusione a cominciare dal settore delle costruzioni.
Oltre alla richiesta di garantire rapidità nell’erogazione degli ammortizzatori sociali, per sostenere politiche attive del lavoro efficaci i rappresentanti di Confartigianato hanno sollecitato l’operatività del Fondo Nuove Competenze almeno per tutto il 2021, una dotazione finanziaria adeguata ai Fondi Interprofessionali, la possibilità per tutte le imprese di continuare ad utilizzare il lavoro agile in maniera semplificata.
Infine, Confartigianato chiede che, in tema di tariffa rifiuti, sia garantito alle imprese che producono rifiuti simili ai domestici di affidarne la raccolta e l’avvio al recupero o smaltimento al di fuori della gestione del servizio pubblico e di ottenere riduzioni della parte variabile della tariffa rapportate alle quantità avviate a recupero. Via anche il riferimento temporale dei cinque anni nel vincolo delle scelte di conferimento a pubblico o privato.